Lo "scusate tanto, su Pianosa c'eravamo sbagliati" del pomeriggio di Venerdì 6 novembre, oltre a dimostrare quanto sia confusa, improvvisata e scoordinata, la linea decisionale della macchina governativa di Berlusconi, ha fatto cessare una vera e propria grandinata di comunicati di dissenso con la decisione del Ministro Alfano sulla riapertura del carcere pianosino che facevano seguito alle prime dichiarazioni di Altero Matteoli, Stefania Prestigiacomo, Claudio Martini, Mario Tozzi, Vanno Segnini, Umberto Mazzantini, ed altri ancora. Continuavano nella giornata di venerdì a giungere altri messaggi, con varie sfaccettature ma tutti decisamente avversi alla "blindatura carceraria" dell'Isola Piatta. "Ricordiamo - scriveva l'onorevole Silvia Velo risposta ad una nostra interrogazione nella quale il governo escludeva l'isola dal piano straordinario di edilizia penitenziaria.” "La riapertura del carcere di Pianosa - le faceva eco Raffaella Mariani, capogruppo del Pd in commissione Ambiente della Camera - non ci piace affatto: non risolverebbe il sovraffollamento carcerario ma chiuderebbe ogni possibilità di futuro per una area di grandissimo pregio ambientale e culturale". "Spero che il ministro Alfano – si leggeva in una intervista all'assessore regionale ai parchi e biodiversità della Toscana Marco Betti - trovi qualche ora per venire sull'isola. Sarei felice di accompagnarlo e di mostrargli sia la fatiscenza e l'inadeguatezza dell'ex struttura carceraria, sia le bellezze e le particolarità ambientali e paesaggistiche di questo luogo unico. Sarà sufficiente un breve sopralluogo perché si convinca che sta sbagliando di grosso". In sintonia con gli altri l'On. Ermete Realacci: “Riaprire un carcere in area protetta come l’Isola di Pianosa è una scelta sbagliata. Non è certo una soluzione per risolvere il problema delle carceri italiane, ma sicuramente rappresenta un freno per il futuro di un’area tanto pregiata dal punto di vista ambientale e naturalistico, dove peraltro insistono vincoli di tutela nazionali e internazionali. “Siamo pronti a mobilitarci - scriveva il presidente della commissione toscana ambiente Erasmo D'Angelis) per impedire che venga sequestrata una delle isole più spettacolari e tutelate dell’arcipelago, trasformata in un carcere speciale". La Giunta provinciale di Livorno dedicava alla vicenda un comunicato nel quale, tra l'altro si poteva leggere: "La decisione del ministro renderebbe l’Isola praticamente inaccessibile e riservata al solo scopo detentivo bloccando tutto quanto è stato fatto, specie nel settore del turismo sostenibile, ma soprattutto impedendo lo svilupparsi di progetti per il futuro". "Ripristinare le carceri di massima sicurezza a Pianosa e all'Asinara - affermava poi il presidente di Federparchi Giampiero Sammurri sarebbe un errore gravissimo, un danno incalcolabile alla biodiversità e all'economia del Paese». In perfetta sintonia il "nazionale" di Legambiente: “La riapertura supercarceri di Pianosa e Asinara: è una scelta che butta via i soldi dei cittadini e fa strame delle gioie del nostro Paese”. Al solito poco loquaci soggetti più vicini al territorio per il centrosinistra si registrava una nota del PD di Campo Elba: "Questo governo nazionale ha già dato prova di quanto sia vicino alle istanze delle isole minori: tagli sulla sanità, tagli sull'istruzione, tagli sui trasporti e ora una riapertura, in pieno PNAT, del supercarcere duro" e la carrellata terminava sulla opposta sponda del PDL con Il Consigliere Regionale Leopoldo Provenzali: “Voglio ricordare che Pianosa, dopo la dismissione del carcere, era stata lasciata in uno stato di totale abbandono e degrado ” sottolinea Provenzali “e che più volte avevo sollecitato la Regione a concorrere, con gli altri soggetti interessati, all’individuazione di programmi seri e concreti per preservare l’ambiente e l’integrità del territorio e nel contempo valorizzare un patrimonio naturale così rilevante, recuperando una vocazione turistica dell’isola che fosse contenuta e sostenibile”.
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