“No Nuke”. È la scritta nero su giallo che si legge sullo striscione aperto lungo la fiancata di Goletta Verde, approdata questa mattina a Portoferraio. Uno messaggio breve, ma efficace, che segna l’inaugurazione della tappa elbana di Goletta Verde. A circa un mese dall’approvazione definitiva del ddl Sviluppo che riapre ufficialmente l’era del nucleare in Italia (testo di legge licenziato lo scorso 9 luglio dal Senato), Goletta Verde accende i riflettori sulla questione dell’atomo, ribadendo il suo “No” ad una scelta energetica che Legambiente definisce preistorica, insicura, inquinante, costosa, in declino e senza senso. Non solo ad oggi restano irrisolti i problemi di sicurezza e scorie legati alle centrali nucleari, ma esistono alternative concrete, sicure, efficaci e a portata di mano per la produzione di energia pulita. Vincere la sfida tecnologica offerta dalle energie rinnovabili, per altro, permette di affrontare la crisi economica globale sfruttando la grande opportunità occupazionale della green economy. Anche in Toscana, come in ogni regione toccata finora dalla Goletta Verde, e a maggior ragione dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano in cui, sin dagli anni Settanta, le mappe Cnen e quindi dell’Enea individuano il possibile sito per la realizzazione di una centrale nucleare nonché per il deposito nazionale delle scorie radioattive, Legambiente promuove “Per il Clima, contro il nucleare”, la campagna per un sistema energetico moderno, pulito e sicuro, sul quale hanno già scelto di investire diversi Paesi industrializzati. Restando in Toscana e attendendosi alle mappe Cnen e ai loro aggiornamenti elaborati dall’Enea, la minaccia nucleare incombe non solo sulle isole del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ma anche sulle zone costiere di Cecina, di Piombino-Follonica, di Grosseto, di Albinia. Ma per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni inquinanti del 20-20-20 (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990, aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici), per ridurre le importazioni e la bolletta energetica italiana, la soluzione è investire in fonti rinnovabili ed efficienza e non il nucleare, con cui torneremmo alla preistoria energetica. Il nucleare non è la risposta ai mutamenti climatici e non rappresenta certo quell’energia pulita, sicura e moderna che il governo vuole far credere agli italiani, anzi l’atomo è una fonte in declino a livello internazionale. Infatti secondo le stime dell’Aiea sul contributo dell’atomo alla produzione elettrica mondiale contenute nel rapporto Energy, elettricity, and nuclear power estimates for the period up to 2030 pubblicato nel 2007, nei prossimi decenni si passerebbe dal 15% del 2006 a circa il 13% del 2030. Rientra a pieno titolo nel messaggio antinuclearista di Goletta Verde anche l’appello contro ogni ipotesi scellerata di localizzazione di questa fonte energetica insicura, non rinnovabile e antieconomica, o di depositi di scorie nucleari, in zone di alto valore naturalistico, paesaggistico e storico, come i parchi nazionali o le isole toscane, Pianosa innanzitutto. Se la scelta del nucleare è di per sé una strada senza uscita, infatti, è ancora più cieca una politica di localizzazioni che non tiene conto di questi aspetti da tutelare, importanti non solo per il territorio e la sua sostenibilità, ma anche per la tutela e il benessere della collettività tutta. “Tornata di scottante attualità viste le scellerate politiche energetiche del governo, l’ipotesi di realizzare un centrale nucleare a Pianosa è inaccettabile e impossibile – commenta Umberto Mazzantini, Responsabile Legambiente Isole Minori -. Da quanto, negli anni Ottanta, il piano energetico nazionale individuò in Pianosa una sede idonea alla realizzazione di una centrale nucleare è passato quasi un quarto di secolo ed è arrivata l’ora che questa ipotesi sia definitivamente accantonata. Come se non bastasse Pianosa, nel 2001, è comparso nelle lista dei possibili siti per il conferimento delle scorie nucleari, anche le miniere di Calamita, nel Comune di Capoliveri e nel Parco Nazionale dell’Isola d’Elba. Considerare le località dell’Arcipelago come possibili siti nucleari, oltre che assurdo, è un’ipotesi strutturalmente non valida che comprometterebbe irreparabilmente il futuro delle nostre isole, sia sotto il profilo ambientale, che sociale, turistico ed economico. Egualmente inammissibile l’idea di realizzare centrali nucleari nelle zone costiere di Albinia, Piombino e Grosseto. Tutte zone a vocazione turistico-ambientale, che sarebbero valorizzate dall’utilizzo e dallo sviluppo di energie rinnovabili”. Goletta Verde e Legambiente confermano anche la contrarietà alla realizzazione del tratto di elettrodotto previsto nell’Elba centrale e invitano Terne ed Enel ad interrarlo così come previsto, grazie anche alle osservazioni del Cigno verde, per i tratti del progetto che interessano il centro urbano di Portoferraio e l’area percorsa dal tracciato compresa nel Parco Nazionale e nella Zona di Protezione speciale dell’Elba Orientale. L’intera isola d’Elba è infatti una Important Bird Area e tutte le strutture di distribuzione energetica devono tener conto di questi vincoli ambientali. Per questo Legambiente sostiene l’ordine del giorno approvato il 7 agosto dal Consiglio Comunale di Portoferraio che chiede il completo interramento dell’elettrodotto all’Elba. Oltre ai problemi di natura ambientale e al rischio per la salute dei cittadini, la scelta dell’energia atomica è chiaramente incompatibile con la vocazione turistica e rinnovabile di questa Regione. La Toscana, infatti, ha tutte le carte in regola per essere la protagonista di una rivoluzione energetica fondata su fonti rinnovabili, nuove tecnologia e produzione distribuita di energia. A confermare la vocazione verde della Toscana sono i dati del Rapporto annuale di Legambiente Comuni Rinnovabili 2009, che vede la Toscana al nono posto nazionale per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili. In questa regione, infatti, ci sono 321 megawatt installati di minidroelettrico, 42 di eolico, 20 di solore fotovoltaico e 75,6 di biomasse e termovalorizzazione. Una menzione a parte merita il geotermico, che veda la Toscana come regione capofila del Belpaese con 711 MW di potenza installata sui 723, 79 presenti a livello nazionale. Un appello forte alla denuclearizzazione del Paese arriva in questi giorni anche da Festambiente, il festival sulle tematiche ambientali organizzato, come da tradizione, a Rispescia da Legambiente e presente in Europa da 21 anni. Il no al nucleare, infatti, è una delle parole d’ordine dell’edizione 2009 della manifestazione. Proprio all’energia dell’atomo Festambiente dedica l’incontro pubblico del 14 agosto. Parleranno di nucleare e alternativa rinnovabile: Stefano Ciafani Responsabile Scientifico Legambiente, Massimo Scalia Università di Roma, Vittorio Cogliati Dezza Presidente Nazionale Legambiente, Marino Mazzini Università di Pisa, Giorgio Prinzi Segreteria Generale Comitato per il Rilancio del Nucleare in Italia.
Goletta Verde 2009 1 no nuke ormeggio