Il container custodisce ancora a 120 metri di profondità il suo segreto (che temiamo molto sgradevole) cioè cosa contiene, di cosa ci si è voluto sbarazzare con lui, perché francamente l’idea che qualcuno abbia accidentalmente perso (guarda caso proprio dove gli ecologisti tedeschi delle Thales sostenevano di aver visto affondare dei container) un oggettino che in metri cubi somma quanto una sala da pranzo appare assai peregrina se non comica. E non è quasi certamente finita qui perché (purtroppo) di container affondati nell’area se ne troveranno altri. Lo stretto riserbo delle autorità (pertinente, loro debbono raggiungere la certezza del 101% prima di aprire ufficialmente bocca) è trafitto da un tam-tam di voci che dicono che la “Alliance” non è stata la sola unità navale a trovare proprio ciò che si stava cercando, ma che altri “bersagli” altre (diverse) masse compatibili, sarebbero già state individuate dalla “Scialoia”, che successivamente per un guasto subito proprio all’apparato di rilevazione ha sospeso un lavoro di ricerca che verrà comunque ripreso. Voci che comunque saranno confermate o smentite a breve. Intanto a Legambiente arriva una nota di Robert Groitl di Green Ocean il gruppo di studiosi tedeschi a cui si deve l’aver scoperto e documentato l’affondamento del materiale che si sta ritrovando tra Elba, Capraia e Costa Toscana effettuato da una nave battente maltese; delle persone che (stando ai loro racconti che si dimostrano sempre più affidabili) hanno corso pure il rischio di pagare con la pelle la loro “civica curiosità”. Quelli di Green Ocean, presi sottogamba se non trattati da visionari e allarmisti (!) da qualche genio che al momento non si pose neppure la domanda del perché avrebbero dovuto inventarsi una colossale panzana in perfetto stile teutonico non fanno polemiche e vanno al sodo: “Il primo container affondato é stato trovato ad una profondità di 120 m. La nave da ricerca della Guardia Costiera italiana lo ha scoperto ad una distanza di soli 900 metri da quella della posizione indicata dal comandante della MS Thales. Ora nulla sbarra la strada al recupero del container è ed è solo una questione di tempo per poter esaminare il suo contenuto. E' importante ora esaminare quale sia il contenuto che dovrebbe essere stato smaltito illecitamente, e se ci sia un collegamento con la moria di pesci nelle acque davanti alla costa. Abbiamo già comunicato che sono stati ritrovati spesso nelle ultime settimane più pesci morti nelle reti dei pescatori. Il vostro aiuto e il vostro sostegno alle nostre attività ci ha permesso di dare un valido contributo alla protezione ambientale. Gli ufficiali e l'equipaggio della nave interessata saranno ritenuti responsabili. Tuttavia, più importante di tutto è che abbiamo dimostrato che si può impunemente e inosservatamente affondare rifiuti in mare! Nemmeno di notte e con la nebbia! Ringraziamo tutti i partecipanti del programma Green Ocean Explorer perché ci hanno dato la possibilità di svolgere il nostro lavoro". Chissà se forse un giorno uno qualsiasi tra gli amministratori di quest'isola, che evidentemente pensano che sia buona norma, quando si tratta di vicende subacquee, di parlare quanto i pesci, si sentirà in dovere di formulare un ringraziamento in una qualunque forma al Dott. Groitl ed ai suoi colleghi?
Toscana portacontainer in scarico 4