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A Sciambere del trionfo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 30 ottobre 2009

3 milioni di elettori hanno preso parte alle primarie del Partito Democratico: una partecipazione straordinaria per un paese in crisi che ribolle. L’Isola d’Elba non è stata da meno. Anzi di più! Ha votato quasi il 10% dei partecipanti all'election day dello scorso giugno. E se con questo facciamo un raffronto notiamo come quei 1.606 cittadini elbani sono 833 in più rispetto ai voti totalizzati da Rifondazione Comunista (773), più 762 di quelli avuti dalla Lega Nord (844), 730 se confrontati a Sinistra e Libertà (876), più 689 se raffrontati all’UdC di Casini (917) e 573 ancora se paragonati al consenso dell’Italia dei Valori (1.033). Abbiamo regalato la nostra domenica a un’idea che non muore, e adesso vogliamo una speranza per questa comunità: vogliamo essere una grande democrazia. C'è voglia di buona politica e dobbiamo guardare ai giovani perché loro possono portare nuove sensibilità, nuove culture e freschezza politica. Il popolo delle primarie non può essere messo in discussione. Il Pd, allora, deve cancellare il metodo della cooptazione e i dirigenti, a prescindere dall’età anagrafica, si devono misurare sul campo e alla prova del voto. Lorenzo Marchetti Comprendiamo l'essere presi da soddisfazione per l'ottima capacità di mobilitazione e per la lezione di democrazia che il PD ha fornito al paese, (eleggendo peraltro e per fortuna, a nostro intendimento, il candidato non sostenuto da Marchetti), vorremmo però far rispettosamente notare quanto sia fuori luogo la comparazione numerica tra i partecipanti alle primarie del PD e i risultati delle ultime elezioni politiche in voti delle altre forze politiche. A parte che è come (a discapito del PD) fare la differenza numerica tra un un gruppo di galline e una partita di monopattini, qual'è il pensiero sotteso, forse l'antico trionfalistico: io so io e voi nun zete un cazzo? Bersani ci par animato (di nuovo per fortuna) da spirito diverso o sbagliamo? Oppure siamo di fronte ad un vedovile rimpianto di quel bipartitismo vagheggiato dal responsabile in quota parte della caduta del governo Prodi e in quota maggioritaria della peggiore disfatta elettorale della sinistra e (voglio ricordare a proposito di primarie) sostenuto da una maggioranza interna para-bulgara? Si è giusto puntare sui giovani perché solo là crediamo ci sia il terreno adatto perché sorga una unità nuova e vera della sinistra, dei democratici sostanziali e non solo nominali, fatta soprattutto del rispetto della diversificazione dei punti di vista, scevra da tentazioni egemoniche e/o salottiere. Ed è l'ora che si prendano responsabilità e potere (e parlo dei giovani veri, non quelli che debuttano in politica a 40 anni) quanto prima e senza chiedere il permesso, come per certi versi abbiamo fatto noi in altri anni, ma purtroppo, ora che siamo un po' rimbabiti, ce ne siamo dimenticati.


ministro bersani

ministro bersani