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Festa dell’Uva- parla Leonello Balestrini, portavoce e scenografo del rione Fosso

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 06 ottobre 2009

Lo scorso fine settimana a Capoliveri è stata di scena la festa dell’Uva, uno degli appuntamenti più importanti del panorama elbano. A trionfare, in questa quattordicesima edizione, il rione del Fosso che ha scelto come periodo da rappresentare il 1516, ossia il Medio Evo (anche se convenzionalmente il M.E. si fa terminare nel 1492). Il Fosso ha trionfato grazie ad un’attenta cura dei particolari e ad una grande partecipazione collettiva facendo piazza pulita di tutti i premi: non solo il tradizionale Bacco, ma anche il premio continuità e quello Slow Food sono stati attribuiti al rione. Più di 150 persone hanno dedicato l’ultimo mese all’organizzazione dell’evento, così come racconta Leonello Balestrini, architetto portoferraiese e art director dell’azienda Youritaly, che per il rione è stato portavoce e scenografo. “Da quest’anno – ha raccontato- il Fosso ha un nuovo Capo Rione, Giulio Paoli, che ha portato una ventata di novità che ha contagiato tutti. Collaboro con questo rione da 3 anni e mai avevo visto tanta partecipazione, soprattutto da parte dei giovanissimi. E’ stato un impegno importante per tutti noi, ma che ci ha dato grande soddisfazione: tutti gli abiti sono stati cuciti a mano con stoffe naturali, perché nel Medio Evo non esistevano le fibre sintetiche e le macchine da cucire. Inoltre tutto il rione è stato illuminato solo da candele. Abbiamo anche puntato sugli odori bruciando spezie per tutti i 3 giorni della festa. Qualcuno ci ha accusati di aver lavorato troppo di fantasia- ha continuato Balestrini- ma in realtà abbiamo fortemente rispettato la documentazione storica.” La vicenda narrata dal Fosso prende infatti spunto da una legge che imponeva che la vendemmia si svolgesse dopo l’8 settembre, giorno dedicato alla Madonna. Nell’invenzione del fosso c’è la vicenda di una donna che va contro la legge e vendemmia in anticipo. Una grandinata distrugge le altre vigne e la donna viene accusata di stregoneria e processata nella pubblica piazza. Ma la storia ha un lieto fine e la presunta strega viene solo obbligata a dividere il suo raccolto con il resto del paese. “Chi può dire che una storia simile o uguale non sia accaduta in quei tempi? – si chiede Balestrini- L’importante era raccontare una storia legata alla vendemmia e ricostruire il Medio Evo per le vie del rione, questo è ciò che abbiamo fatto e ciò che probabilmente la giuria ha apprezzato.” Una menzione importante va dedicata al piatto che ha vinto il premio Slow Food, un piccione selvatico avvolto nell’alloro con olive passite, servito con pane nero cotto nel forno a legna. “La ricetta è tipica del periodo- ha continuato Balestrini- lo abbiamo posto in un piatto di coccio e i giurati hanno dovuto mangiarlo con le mani, come si usava all’epoca. Ci hanno fatto tantissimi complimenti!” Balestrini è visibilmente soddisfatto di com’è andata la festa per il suo rione, ma non tralascia di parlare anche di Capoliveri: “ Solo in questo paese- ha concluso- si può fare una festa così bella, perché Capoliveri è legata alla sua storia e alle sue tradizioni, ma allo stesso tempo è aperta agli altri, agli stranieri, alle novità. In tutto il paese ho potuto respirare un’atmosfera davvero unica.”


festa uva fosso

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