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Al Commissariato, il giorno dopo

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 27 agosto 2003

Il giorno dopo il diluvio, c’è un silenzio impressionante negli uffici del Commissariato di Polizia di Portoferraio. Un doppio silenzio, quello dei corridoi semivuoti e quello delle bocche degli agenti rimasti al loro posto di lavoro per assicurare il normale svolgimento dei servizi di pubblica sicurezza. Nessuna dichiarazione in merito alla tempesta giudiziaria che è rimbalzata sulle testate giornalistiche di mezza Italia, se non un laconico“la Magistratura farà il suo corso, solo dopo potremo dire con certezza come sono andate le cose”. Ma anche da queste poche parole traspare una amarezza infinita, un sasso pesantissimo che schiaccia chi ha sempre creduto nel proprio lavoro e in quello degli altri. “Ci vorrà molto tempo prima di risollevarci moralmente, prima che i cittadini possano riacquistare la fiducia in noi, perduta in un solo giorno.” Il Dirigente venuto provvisoriamente da Piombino è chiuso nella sua stanza, gli agenti hanno lasciato i loro telefonini in fondo al corridoio per non sentirli suonare ogni due minuti, per non dover ripetere all’infinito, ad amici o colleghi di altri commissariati, le stesse cose che fanno sempre più male. L'aria è pesante, anche perché nessuno può dire se ci saranno o no altri avvisi di garanzia. La situazione della Polizia di Stato dell’Elba era già precaria prima della bufera, in una manifestazione sindacale indetta davanti alla Vice Prefettura di Portoferraio poche settimane fa, si erano denunciate le difficoltà nelle quali si trovavano ad operare gli agenti, per la mancanza di personale aggregato durante l’estate, per l’insufficienza di mezzi e alloggi. Nella mattina di mercoledì 27 agosto, considerando il personale in ferie, e gli altri “assenti giustificati” gli agenti in servizio erano 4, “ma gli uffici sono tutti aperti” hanno tenuto a specificare, dignitosamente, con il senso del dovere.


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