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Macchie oleose, avaria traghetto, polemiche elicottero e cartelli ancora sbagliati

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 25 agosto 2003

Macchia oleosa sulla costa nord-orientale dell'Elba I primi a segnalare la chiazza di sostanze oleose che stava scendendo lungo la costa cavese sono stati alcuni cittadini che hanno chiamato alle ore 9.00 di Domenica 24 Agosto direttamente la Sala Operativa della Capitaneria ed altri che si erano rivolti al Numero Blu 1530, avendo già visto spiaggiare ai "Topinetti" una parte del materiale in galleggiamento. La sostanza in galleggiamento formava una striscia molto lunga e composta di materiale ora addensatosi in catrame ora in forma di pellicola iridescente. La Capitaneria spediva subito sullo specchio di mare interessato il rimorchiatore anti-inquinamento Marea, a cui presto si aggiungeva l'Acquarius un altro mezzo attrezzato dalla società Castalia. Poco dopo era il Sindaco di Rio nell'Elba Catalina Schezzini a contattare la Capitaneria, nel timore che analogo potesse verificarsi anche sulla costa opposta, ma le macchie di minori dimensioni, effettivamente staccatesi dalla "chiazza madre" e sfilate ad ovest di Capo Vita, erano aggredite ed eliminate quando ancora stavano al largo. Più intenso il lavoro dal lato del canale di Piombino che impegnava la Capitaneria ed i mezzi antinquinamento per l'intera giornata, sul fronte terra era invece il comune di Rio Marina a provvedere con una squadra dei suoi operai all'eliminazione del materiale spiaggiato. Al tramonto l'operazione era positivamente conclusa e le imbarcazioni della Castalia potevano fare ritorno ai loro attracchi. Avaria al Marmorica: 45 minuti di ritardo in partenza Nella precedente serata di Sabato i Marinai della Capitaneria di Portoferraio, erano dovuti intervenire per un'avaria occorsa al traghetto Marmorica che mentre navigava da Piombino a Portoferraio aveva raccolto uno spezzone cavo che aveva bloccato l'elica di prua, quella che viene usata per governare meglio la nave in manovra. Il ritardo in arrivo a Portoferraio non era rilevante. Sensibile invece quello accumulato dal traghetto alla successiva partenza, che si è dovuta ritardare di 45 minuti, mentre un sub autorizzato liberava l'elica dalla cima che la bloccava, e mentre c'era anche del nervosismo in banchina, soprattutto da parte di turisti che lasciavano l'Elba e che attendevano che la "loro" fosse pronta a riportarli in continente. La Capitaneria dopo aver mandato il suo personale al Molo Massimo, dove si trovava il Marmorica per tranquillizzare i più preoccupati ed impazienti, avendo constatato la soluzione del problema con il compimento del lavoro del "sub", autorizzava la nuova partenza della nave. DS: su elicotteri pianosini ed esternazioni portoferraiesi Non ci meraviglia affatto la notizia di quattro amici in gita a Pianosa in elicottero a fare non si sa che cosa. Il contingentamento, le regole, i divieti valgono per i comuni mortali ma per gli amici degli amici si può sempre fare una eccezione. Non ci stupisce neanche il fatto che il regolare permesso non lo avessero con se ed abbiano la possibilità di produrlo, se c’è, a posteriori. Vorremmo però, come dovrebbe avvenire nelle Istituzioni serie, che il Commissario del Parco ci spiegasse se il permesso c’è, per quali motivi è stato concesso, e quali sono i motivi di urgenza che hanno richiesto l’uso straordinario di un elicottero per recarsi sull’Isola. Con tutta la buona volontà non riusciamo ad immaginarci alcuna ragione valida per giustificare un simile atteggiamento. Tuttavia è successo e possiamo immaginare che da qui in avanti chiunque abbia voglia e possibilità economica per recarsi sull’isola quando vuole in elicottero e scattare foto nonostante il divieto di sorvolo possa farlo. A noi comuni mortali restano i divieti, le regole, che intendiamo rispettare. Non è neanche il primo caso, pare che gli stessi Vigili del Fuoco abbiano dovuto dare spiegazione ad un altro consulente del Parco sulle loro esercitazioni a Pianosa. Siamo di fronte a situazioni al tempo stesso drammatiche e ridicole. Situazioni che tuttavia testimoniano che le gestioni podestarili degli enti non sono sinonimo di efficienza al contrario sono sinonimo di arroganza, di discriminazione, di spreco. La stessa Legambiente responsabilmente afferma: “Ci sembra comunque strana ed inconsistente la motivazione, che sarebbe stata addotta dal Consulente del Parco, di un viaggio “istituzionale” in elicottero dall’Elba a Pianosa per incontrarsi con un non meglio identificato “collaboratore particolare del Ministero dell’Ambiente”. Ed ancora: “In questi giorni ci sono giunte segnalazioni di accosti di imbarcazioni “Vip” a Montecristo, di sbarchi a Pianosa di turisti carichi di bagagli per un soggiorno evidentemente più lungo delle poche ore permesse ai normali visitatori, di tentativi di balneazione ed ancoraggio in tratti di mare protetti da vincoli di riserva integrale”; Sono del resto segnalazioni ed osservazioni che vengono dalla gran parte dell’opinione pubblica ormai del tutto insofferente a questi comportamenti. Con un Presidente ed un consiglio direttivo regolarmente insediati questo non sarebbe successo, come non è successo nel passato. Non avremmo assistito ad un mare di chiacchiere senza nessun atto formale che dimostri un governo serio del Parco Nazionale, chiacchiere sul piano del Parco boicottato dal Commissario, chiacchiere sulle aree marine protette, provvedimenti contradditori per la questione dei diving a Capraia, promesse non mantenute al mondo venatorio, ostilità nei confronti dello sviluppo delle attività agricole, la nomina di otto consulenti che non sanno l’uno dell’altro, la liquidazione del Consiglio direttivo che con le sue competenze specifiche avrebbe potuto, ed avrebbe fatto sicuramente di più e meglio quello che compete ad un Parco Nazionale e che sembra il commissario ignori. Questioni sulle quali il Presidente della Comunità del Parco dovrebbe interessarsi convocando l’assemblea per richiedere con urgenza che venga superato il commissariamento, che venga discusso ed approvato il Piano del Parco, perché vi sia una proposta complessiva per le aree marine protette, venga approvato il piano economico e sociale di competenza della Comunità del Parco. Ma il Sindaco Ageno è impegnato cercare il consenso per le prossime amministrative e quindi occupa il suo tempo in disquisizioni general generiche sui problemi dell’Elba proponendo una elencazione per altro incompleta, di buoni propositi e di cose che non vanno. Una dichiarazione del genere è accettabile da un cittadino che non ha responsabilità di Governo, ma Lei Sindaco non è uno che passa dall’Elba per caso, è presidente della conferenza dei Sindaci, Presidente della Comunità del Parco, Presidente dell’ANCIM (associazione nazionale comuni isole minori) Sindaco del Comune più rappresentativo dell’Arcipelago Toscano. Trasformi i suoi appelli in atti concreti a partire da quelli che ha elencato lei e quelli che abbiamo indicato noi agendo sulle cose concrete si fa, come Lei ha detto: “in modo che le persone per bene avvertano l'impegno temporaneo per il bene pubblico. Partiamo pure dalla politica, ma abbassando i toni, ripulendola da personalismi, vigliaccherie, tornaconti, e dal considerare una società fatta di "noi" e di "loro"”. Giusti principi Sindaco! a parte quel temporaneo che sarebbe meglio trasformare in continuo. Noi vorremmo che la società fosse di “Tutti” ma fin tanto che ci sarà chi va a Pianosa in Elicottero e chi non ci può andare per niente noi ci sentiamo di stare con quelli che non ci possono andare DS ELBA Fotovignetta: Pianosa vista sotto una nuova (aerea) prospettiva Alex Benforti Quel cartello sbagliato sulla pesca alle Ghiaie resta là Mi scuso per l'"assillo", ma nonostante gli articoli stampa, gli annunci televisivi, le segnalazioni ai vigili urbani, le lettere ufficiali con tanto di protocollo inviate al Comune di Portoferraio, ad oggi permane ancora un cartello in bella vista sulla parte destra della spiaggia di Le Ghiaie, con la dicitura che la pesca subacquea è vietata entro i 200 metri dalla spiaggia, quando invece l'intera area rientra all'interno della zona di tutela biologica istituita nel 1971. Tale perimetro a forma di rettangolo si estende da Punta Capo Bianco a Punta Falcone, allargandosi fino oltre lo Scoglietto, quindi anche nelle Spiagge delle Viste e della Padulella non è possibile praticare nè la pesca subacquea, nè qualsiasi altro tipo di pesca di superficie, se non da riva e fuori dall'orario di balneazione. Il cartello sulle NORME A TUTELA DEL MARE E DELLA SPIAGGIA indica inoltre che la pesca subacquea è vietata entro i 200 metri (area riservata alla balneazione), ma anche qui c'è un errore, in quanto la Legge fissa il divieto a 500 metri. Abbiamo notato che dopo le nostre prime segnalazioni, il cartello posto alla Padulella è stato "rattoppato" con un nastro adesivo bianco, mentre quello posto sul palo situato nei pressi del Bar la Bussola (lato sinistro di Le Ghiaie) è stato parzialmente verniciato di nero, ma inspiegabilmente quello sul lato destro è rimasto come in origine. Quindi per facilitare il compito a chi dovrebbe provvedere a ripristinare tale situazione, invio la foto della spiaggia con l'indicazione esatta di dove si trova il cartello. Oltre a questo, apprezzando lo sforzo per la tutela dell'ambiente fatto dal Comune di Portoferraio, lo invito ad inserire una serie di cartelli che segnalino in maniera inequivocabile i confini della zona di tutela biologica (D.M. del 10 agosto 1971) e i relativi divieti, come quelli che il Club Subacqueo Isola d'Elba aveva posto a proprie spese diversi anni indietro, che sono stati poi purtroppo eliminati dopo i lavori sulla passeggiata di Le Ghiaie. Stefano Mazzei (V.Coordinatore Nucleo Guardie Ambientali Volontarie WWF Livorno


Marmorica toremar navi

Marmorica toremar navi

marea capitaneria

marea capitaneria

portoferraio da volterraio gentini

portoferraio da volterraio gentini

Pianosa pulizia Margherite

Pianosa pulizia Margherite

Pianosa Paese

Pianosa Paese

Cartello Ghiaie

Cartello Ghiaie

Nuove Prospettive Pianosine

Nuove Prospettive Pianosine