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Pescatori di frodo a Pianosa?

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 09 marzo 2005

Quelle che alleghiamo sono le prove di una clamorosa e preoccupante violazione delle regole e dei divieti del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e dei vincoli del teoricamente superprotetto mare di Pianosa. Le foto sono state fatte pervenire a LEGAMBIENTE Arcipelago Toscano solo pochi giorni fa - l’Associazione Ambientalista ne ha immediatamente consegnato una copia al Commissario del Parco Nazionale che dovrebbe tutelare Pianosa e il suo mare – ma, dall’abbigliamento dei pescatori di frodo, potrebbero anche essere state scattate nell’autunno/inverno del 2004. In una delle foto si vede chiaramente il caratteristico paesaggio della costa dell’Isola di Pianosa, con in primo piano i ginepri che contornano con una fascia verde l’Isola piatta, su una piccola punta di rocce calcaree ci sono tre individui, uno dei quali sta chiaramente pescando utilizzando una canna da pesca rossa, gli altri sembrano osservare e controllare. Chi sono questi pescatori di frodo? Come è possibile che questa violazione del Decreto Ministeriale, che affida al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano il mare di Pianosa e vieta in maniera assoluta qualsiasi tipo di pesca, avvenga tranquillamente in un’isola che, dopo le visite turistiche contingentate della stagione estiva, ospita solo distaccamenti di varie Forze dell’Ordine, personale del Parco Nazionale addetto al controllo ed alla sorveglianza, una cooperativa che gestisce detenuti a bassa pericolosità per lavori di recupero ambientale e di gestione dei servizi? E’ possibile che questi Signori che stanno tranquillamente commettendo un reato in pieno giorno appartengano ad uno degli Enti che dovrebbero sorvegliare che non si compiano reati? Perché non risulta che questi pescatori di frodo siano stati fermati e denunciati, possibile che nessuno, tranne l’anonimo fotografo, si sia accorto di questa grave violazione? Come è possibile introdurre una vistosa canna da pesca a Pianosa e trasportarla in giro per l’Isola e poi pescare senza che nessuno se ne accorga? Nell’altra foto inviataci, si vedono palamiti e nasse, pensiamo – e soprattutto speriamo - possa trattarsi di materiale utilizzato per la pesca di frodo e sequestrato a Pianosa diversi mesi fa e probabilmente tenuto ancora sotto sequestro. Quel che meraviglia è che quel materiale sia, evidentemente, accessibile a tutti e quindi anche utilizzabile da uno dei pescatori di frodo pianosini alla ricerca di un facile bottino per una cena a base di pesce. Ci pare rappresenti una tentazione troppo forte per i bracconieri, forse sarebbe bene portar via quell’attrezzatura da Pianosa o renderla davvero inaccessibile. E’ evidente che a Pianosa, e soprattutto per il suo mare, esiste da sempre un problema di sorveglianza e controllo continuo che il Parco non è in grado di garantire, lasciando spazio non solo alla pesca di frodo con reti, palamiti e subacquea – di notte, di solito con autorespiratori ma anche in apnea- esercitata da bracconieri provenienti dall’Elba e dal Continente, ma anche ad abusi commessi direttamente dalle coste di Pianosa. LEGAMBIENTE ha chiesto da tempo al Commissario Barbetti un incontro per discutere delle iniziative del Parco Nazionale per Pianosa, crediamo che queste foto, che rappresentano la punta dell’iceberg di una situazione preoccupante sotto diversi punti di vista, rendano l’incontro e il chiarimento sul futuro e il presente di Pianosa ancora più urgente.


pesca pianosa frodo

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pesca pianosa fodo palamiti nasse

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