Sono queste le ultime ore per visitare la mostra di Luciano Regoli alla Torre del Martello (o di Passannante) alla Linguella di Portoferraio si chiude stasera (domenica). Come al solito Regoli che ha spinto costantemente la sua ricerca verso un passato in cui la pittura era l'unica possibile forma di rappresentazione delle immagini, ci ha fornito una prova d'auore: bellissimi scorci (e con la maturità Luciano diventa sempre più grande nel piccolo nel dettaglio, nell'oggetto) tra i quali in controtendenza emerge la potenza di un Tevere prossimo a rompere gli argini per il quale l'unica possibile definizione è quella dell'ossimoro del partecipato distacco. Partecipato perché è cronaca di giorni recenti ritratta proprio sotto la casa romana dell'artista, distaccata perchè la tecnica raffinata di pittura dell'immagine la fa apparire come velata dal tempo e proveniente da secoli in cui Roma e il suo fiume non erano entità distaccate; chi lo vede a Roma oggi il Tevere, chi vede l'umanità non-romana che ne colonizza le rive? La citta scorre ignara molti metri sopra, ci vuole il pennello e la sensibilità di un artista ed un evento come un'alluvione per far tornare il Tevere romano. Una mostra che comunque vale l'allontanarsi per un po' dall'affollamento serale (purtroppo solo agostano) del centro storico portoferraiese per vedere espressioni di pittura "colta", scevra dai coloroni massivamente ammannitici da una realta sempre più cromaticamente volgare. Un'occasione anche per chiacchierare su esperienze che si vanno consolidando come "scuola" che Luciano ha (un po' in sordina lontano dai riflettori) aperto all'Elba e che sta formando un gruppo di nuovi artisti capaci di risultati straordinari, o di nuove iniziative, come quella (emersa in una discussione tra amici) di proporre nel 2011, in occasione del centenario della nascita, una mostra delle opere e non solo dedicata all'incredibile vita di Iginio Gonni (così il fascismo aveva forzatamente ribattezzato Goni Gonich) un intellettuale mitteleuropeo poliglotta e "multicurale" giunto all'Elba alla fine degli anni '40 e che all'Elba da allora spendeva una grande parte del suo tempo, uno "scapestrato" di cui quasi tutti gli isolani conoscevano le pittoresche bizzarie, ma non una grande valenza artistica di pittore purtroppo raramente concretizzata. Ma della scuola e del centenario di "Gonni" ci sarà il tempo di parlare.
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