Non conosco Giovanni Gay ma pare evidente il suo impegno aperto in favore di chi è in difficoltà. Certamente il problema affrontato in questi giorni, sul tentativo di dare casa a chi non ce l'ha è enorme, e l'amministrazione Peria sta facendo il massimo. E chissà quanti residenti hanno difficoltà simili, i poveri ce li abbiamo anche noi e quanti giovani non riescono a farsi la casa, o a trovare lavoro e via dicendo. Riprendo il concetto espresso altre volte. L'intervento il Comune lo ha dovuto fare da solo, con coraggio, assumendosi responsabilità, per non accettare abusi o precarietà sul proprio territorio. Certo compete all'Ente Locale, ma chi l'ha detto che solo un Ente deve gestire il sociale, infatti altri "uffici" sono implicati, ma si può dire che tutti noi siamo implicati. E se non si devono, giustamente, creare mini bidonville, come sappiamo esistenti nelle periferie di molte città, cosa fare degli esseri umani che non riescono a vivere in modo "normale"? Problema di nuovo enorme. L'umanità ancora non ha trovato risposte a questo. Triste. Noi all'Elba non abbiamo una mensa, un dormitorio per chi non ce la fa. Anni addietro a scuola con i ragazzi affrontavo tali aspetti. Una ragazzina della 1E alle medie disse: "Facciamole queste cose, noi possiamo aiutare chi non ha casa. sprechiamo tanto". Semplice. "Quando si è mangiato a sufficienza, ogni altro boccone può far male" dice il mio amico Francesco Gesualdi, ex ragazzo di Barbiana, " è tempo di garantire dignità a tutti, invece che a una parte della gente, mentre pochi navigano nell'oro". I bambini lo capiscono, ma noi adulti no. Non ce la facciamo a cambiare le cose. E ritorniamo alla proposta di Gay. Il movimento che lui vorrebbe avviare si può dire ci sia già, seppure piccolo, embrionale. Lo dicevo in altro intervento. E' fatto dall'apparato comunale e dal Circolo Pertini per seguire pochi casi difficili. Una sorta di sperimentazione. Cosetta Pellegrini tempo addietro convocò altre forze per tentare una sorta di Comitato di solidarietà cittadino. Poi le cose non si sono sviluppate. Potrebbe essere il caso di provarci di nuovo, di rivedere quel Comitato mai nato. Le forze come quelle di Gay , di altri singoli cittadini, associazioni, enti, partiti, forze dell'ordine, che ci vogliono stare, dovrebbero farsi avanti e rendere strutturato, e molto bene, un gruppo di volontari dedito al sociale. Si potrebbe ancorare all'assessorato al sociale, se tale organismo vuole, oppure alla Consulta del sociale che esiste. La cosa può essere studiata e attuata. Ma può anche il Gay andare avanti e fare lui un movimento in tal senso, non ci sono problemi, non si tratta di avere un primato, ma di vedere le forze della città scendere in campo unite. Potrebbe essere che noi umani, colpevoli di aver creato la povertà di 2/3 del pianeta, ce la facciamo ad iniziare un processo diverso. Come si dice non è mai troppo tardi. Certamente ogni ente, il Comune, non vanno visti come controparti. C'è da dire no al tutti contro tutti in corso, fomentato dai big della politica nazionale e internazionale. Poi c'è da dire che esiste la Caritas, l'Asl, con le assisterti sociali, l'Arci, Exodus e altri enti dediti alle problematiche sociali, compresa la Prefettura. Tutti questi enti potrebbero riunirsi ed esprimere, se lo vogliono, la volontà di agire insieme, per i medesimi obiettivi. Spesso invece i vari attori ci tengono ad agire per conto proprio. Io credo nel crescente bisogno di unità tra tutte le componenti della società, anche se, come dicevo, il teatrino della politica ad ogni livello va nella direzione opposta. Ecco una sorta di rivoluzione che potrebbe nascere dal basso. Per dar corpo a tali propositi potrebbe essere lo stesso Gay a farsi promotore e coordinatore.
povero clochard mendicante