Caro Direttore, mi rendo conto che la dialettica con lei e Mazzantini sta prendendo una piega poco costruttiva e mi sento parimenti colpevole. Mi dispiace , mi rendo conto di aver esagerato, ho persino chiamato in causa Hitler ; forse non avevo ancora digerito bene la mia similitudine con il “Che”, ma non ho niente di personale contro nessuno. In effetti alcuni grossi meriti di Mazzantini e di Legambiente non si discutono. La verità è che è venuto il momento di mettere da parte le polemiche e cominciare a costruire un futuro condiviso in quanto, mentre litighiamo tra noi su come tutelare la nostra isola , le paranze di Livorno e Civitavecchia distruggono quotidianamente i nostri fondali. Legambiente fa il suo giusto lavoro, ma a mio avviso adesso è necessario uscire dai vincoli della legge 394, che è una legge vecchia e all’Elba non può funzionare. Tutto l’Arcipelago Toscano merita di essere Parco, ma forse con regole nuove e non imposte dall’alto. Le forze politiche, le associazioni di categoria, gli ambientalisti, i cacciatori, i pescatori, gli agricoltori e tutti gli operatori economici, dovranno essere coinvolti in un confronto che ci dovrà portare a un nuovo progetto di difesa e valorizzazione del territorio. E’ chiaro che io e il Sig. Mazzantini abbiamo una diversa interpretazione della tutela ambientale ma io, nonostante sia cacciatore e animalista (non è un controsenso), ritengo fondamentale il contributo di un'associazione importante come Legambiente. Per quanto mi riguarda ritengo superate le polemiche infelici dei giorni scorsi e siccome non ho mai incontrato né lei né Mazzantini spero di conoscervi presto, per farci quattro risate e parlare insieme di un futuro migliore; sono certo che possiamo farlo ed un dialogo costruttivo tra Hitler e Che Guevara potrebbe essere molto divertente. Alla fine, anche se in modi diversi, a questo scoglio gli vogliamo tutti bene e questo è un valore che deve farci sentire uniti, sempre. Un cordiale saluto. Marco Mantovani La ringrazio e apprezzo l'intenzione di spostare il "confronto" dalla polemica ad una dialettica costruttiva, che sia anche occasione per i cittadini di trarne elementi di conoscenza di una articolata materia non sempre semplificabile. Meglio ancora se la discussione sarà di stimolo alla Comunità del Parco (che è lo strumento partecipativo più importante che la 394 affida agli al territorio) ad assumere finalmente il ruolo tecnico e politico che le compete, così che la comunità locale intesa come cittadini ed istituzioni, produca sensate proposte per il governo del Parco, in luogo di generici negazionisti ribellismi, buoni per lucrare qualche voto, ma che lasciano sempre il tempo che trovano.
Marco Mantovani