Il 7 agosto pianoforte protagonista con Gregorio Nardi Capraia Isola (LI), 5 agosto – Ospite del concerto in programma venerdì 7 agosto (Chiesa di San Nicola, ore 22.00) nell’ambito della 4. edizione di Capraia Musica è l’erede di una grande dinastia di artisti e scrittori, il pianista fiorentino Gregorio Nardi. Classe 1964, fino al 1987 i suoi insegnanti sono stati Rio Nardi e Gregoria Gobbi, celebre duo pianistico formatosi, tra gli altri, con Ferruccio Busoni. Nardi, vincitore di prestigiosi concorsi internazionali, è da sempre interessato a collaborazioni trasversali al mondo della musica e il suo nome è stato spesso affiancato a quello di cantanti e voci recitanti, musicologi, danzatori, violisti e violinisti. Critico per il mensile ‘Musica’, è saggista e curioso della pratica degli strumenti originali, oltre ad essere stato il primo interprete di importanti inediti di Schumann, Brahms e Busoni. Al pubblico di Capraia presenta un programma imponente e lirico di autori coevi: Haydn, Schumann, Chopin e Beethoven. Apre il concerto l’Andante con Variazioni (Sonata in fa minore Hob. XVII/6) di Haydn composto di getto a Vienna nel 1793 quando l’autore, poco più che sessantenne, aveva appreso della morte improvvisa dell’amica Maria Anna von Genzinger, cui il lavoro è dedicato. Altre Variations, ma quelle Pathétiques di Robert Schumann, sono il secondo dei lavori in programma, un’opera più volte rimaneggiata dall’autore che interpreta l’idea della variazione su un tema non originale in maniera particolare sia da un punto di vista tecnico che espressivo. La prima rivisitazione che Schumann fece delle sue variazioni nel 1837 determinò dei cambiamenti sostanziali - elimina otto studi su dieci e ne inserisce altri dieci composti ex novo. Nel 1852 Schumann ritorna sull’opera di nuovo per cancellare (due studi) e riscrivere (il finale). La versione che oggi generalmente viene eseguita prevede il reinserimento dei due studi esclusi nel 1852 e il mantenimento dell’ultimo tra i finali composti. Sono del romantico Chopin la Ballata in sol minore op. 23 e il Preludio in do diesis minore op. 45 con cui prosegue il recital. Dedicata, la prima, al Barone von Stockhausen, ambasciatore di Hannover a Parigi, l’impressione è quella di un uso del tutto personale del genere da parte di Chopin. Il compositore conosceva e amava le ballate del poeta polacco Adam Mickiewicz che, nel 1831 gli aveva scritto sperando di convincerlo a comporre un’opera lirica. Chopin ‘risponde’ otto anni più tardi, a modo suo, miscelando in una struttura complessa la dimensione fantastica a quella lirica, mentre il Preludio è invece spesso indicato tra le opere principali, anche se postuma, del compositore polacco. Il concerto si conclude con una composizione nella forma tipica del classicismo musicale: la sonata, quella in do minore op. 111 di Beethoven, l’ultima composta dal musicista all’inizio degli anni Venti dell’Ottocento e tecnicamente molto impegnativa. A quest’opera, molto celebre e molto eseguita, anche lo scrittore tedesco Thomas Mann ha dedicato numerose pagine nel suo Doktor Faustus del 1947. Sabato 8 agosto parole e musica con ‘Enoch Arden’ Capraia Isola (LI), 6 agosto – L’appuntamento che sabato 8 agosto (Chiesa di San Nicola, ore 22.00) Maria Grazia Amoruso ha inserito nel calendario di Capraia Musica 2009 è un omaggio alla capacità fiabesca della musica, che è sempre autosufficiente, anche quando si accompagna alle parole in quel curioso genere chiamato melologo. Qui la voce – in questo caso quella straordinaria di Pietro Bartolini, diploma alla Bottega di Gassman nei primi anni Ottanta e un’intensa attività nelle principali compagnie di giro al fianco dei grandi del teatro italiano, da Lavia alla Melato - non canta ma recita accanto, sopra o sullo sfondo della musica. E’ l’autosufficienza della musica a rendere preziose le parole, i versi che non servono a supportare i suoni. La storia di ‘Enoch Arden’, che Tennyson ha raccontato nel suo poema a fine Ottocento, è una tragica e tenera storia d’amore. La musica di Richard Strauss, che fa largo uso di Leitmotiven – di temi che chiaramente alludono a personaggi, situazioni e stati d’animo – è ispirata e ricca di colori, per quanto in Enoch Arden prevalga la parola, tanto che il pianoforte – l’esecuzione è della stessa Amoruso - tace per lunghi momenti. La scrittura pianistica, però, è felicissima e realizzata con assoluta maestria. “Mi sembrava interessante inserire nel programma questa forma musicale” dice Maria Grazia Amoruso della propria scelta. “Guardavo a questo “classico” del melologo da concerto come a un brano troppo frequentato, però infallibile e caldo di emozione. Mi sono convinta: Enoch Arden è una di quelle storie per musica che potremmo ascoltare e riascoltare per sempre. La versione in lingua originale è, a tratti, un po’ troppo lunga e invasiva. La riduzione e traduzione, operata da Bruno Cagli, accorda invece al brano un brillante equilibrio tra parte pianistica e parte vocale».
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