Torna indietro

Controcopertina - Franchini: "più chiarezza sulle aree marine protette"

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 21 agosto 2003

La riunione della Comunità del Parco è stata richiesta dalla Provincia di Livorno in accordo con la Regione Toscana e la Provincia di Grosseto proprio per discutere del piano del Parco e del lavoro svolto dall’Agriconsulting che è fermo da circa un anno negli uffici del Parco e che il commissario ha definito nel corso della riunione della Comunità del parco incompleto privo di qualsiasi fondamento e sostanzialmente da rivedere, salvo definirlo il giorno successivo in un comunicato stampa del pnat “un lavoro prezioso”. Purtroppo il commissario appositamente invitato a quella riunione, non è stato in grado di illustrare alla Comunità del Parco il lavoro che è stato fatto e presentato né le puntuali osservazioni e proposte di legambiente e neanche in quella sede è stato svelato “il vero pensiero Barbetti sul lavoro svolto dall’agriconsulting che più che “politicamente intrigante” mi sembra istituzionalmente molto scorretto. Non capisco questa polemica di Legambiente nei confronti degli enti locali proprio quando chiedono al commissario di fargli sapere che cosa intende fare del Piano del Parco Così come continua a non convincermi il percorso intrapreso per la istituzione di un area marina protetta che per la complessità che riveste in un area quale quella dell’Arcipelago Toscano richiede il pieno coinvolgimento delle popolazioni locali. Infatti l’iter indicato dal ministero dell’ambiente è giustamente il contrario di quello iniziato in questo ultimo periodo con una fretta ingiustificata dall’attuale Commissario del parco. L’Iter è il seguente: Iter per l'istituzione di un'area marina protetta Nell'ambito dell'elenco di aree di reperimento stabilito dalle leggi, per l'effettiva istituzione di un'area marina protetta occorre innanzitutto disporre di un aggiornato quadro di conoscenze sull'ambiente naturale d'interesse, oltre ai dati necessari sulle attività socio-economiche che si svolgono nell'area. Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Difesa del Mare, per l'acquisizione di tali conoscenze e dati può anche avvalersi di istituti scientifici, laboratori ed enti di ricerca. Gli studi sono generalmente distinti in due fasi: nella prima viene esaminata la letteratura già esistente sull'area; nella seconda fase vengono effettuati gli approfondimenti necessari per un quadro conoscitivo concreto ed esaustivo. Successivamente gli Esperti della Segreteria tecnica per le Aree Marine Protette (art.2,co.14 L. n. 426 del 1998) possono avviare l'istruttoria istitutiva. Al fine di delineare una proposta della futura area marina protetta che ne rispetti le caratteristiche naturali e socio-economiche, gli Esperti della Segreteria tecnica arricchiscono l'indagine conoscitiva fornita dagli studi con sopralluoghi mirati e con confronti con gli Enti e le comunità locali. La definizione di perimetrazione dell'area (i confini esterni), la zonazione al suo interno (le diverse zone A, B e C), e la tutela operata attraverso i diversi gradi di vincoli nelle tre zone, sono parte dello schema di decreto istitutivo redatto alla fine dell'istruttoria. Sullo schema di decreto vengono sentiti la Regione e gli enti locali interessati dall'istituenda area marina protetta, per l'ottenimento di un concreto ed armonico consenso locale. Infine, come stabilito dal Decreto Legislativo n. 112/98 art.77, occorre acquisire il parere della Conferenza Unificata su tale schema di DM. A questo punto, il Ministro dell'ambiente, d'intesa con il Ministro del tesoro, procede all'effettiva istituzione dell'area marina protetta, autorizzando anche il finanziamento per far fronte alle prime spese relative all'istituzione (L. n. 394/91 art.18 e L. n. 93/01 art.8) Il Decreto Ministeriale, se non diversamente specificato, entra in vigore il giorno successivo dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. che non è una mia invenzione è la procedura scaricata dal sito del ministero dell’ambiente che a mio giudizio è anche quella più corretta e che mette nelle condizioni i comuni di sceglier secondo conoscenza e non solo secondo convenienza. La richiesta quindi è molto semplice si invii ai comuni la sintesi del quadro aggiornato degli studi, che Il prof Innamorati, il Prof. Cinelli, lo stesso Prof Zecchini, che ha puntualmente sollecitato per la salvaguardia del patrimonio archeologico, l’istituzione dell’area marina protetta, le università Toscane, lo studio dell’Agriconsulting, il lavoro della Regione Toscana lo stesso Piano territoriale di Coordinamento, quanto è stato prodotto, al di là delle chiacchiere, dai vari enti preposti alla tutela del mare e della costa. Si aggiornino questi lavori e questi studi se ne faccia una sintesi e una proposta dalla quale emerga chiaramente cosa si può e cosa non si può fare, su queste basi si apra il confronto vero con le popolazioni locali, si spieghino i motivi, e ce ne sono molti, che evidenziano la necessità di istituire l’area marina protetta, quale ulteriore elemento di salvaguardia e di sviluppo del nostro ambiente e della nostra economia. I Comuni in assenza di queste conoscenze non saranno in grado di avanzare responsabilmente alcuna proposta. Purtroppo anche dalla riunione del 20 agosto di Marciana Marina è emersa l’inadeguatezza della gestione commissariale rispetto ad un problema così rilevante aggravata da un atteggiamento del commissario più somigliante ad un podestà che ad un moderno amministratore pubblico. Questi erano e sono i motivi della mia insoddisfazione rispetto alle risposte che mi sono state date fino ad oggi sulla istituzione delle aree marine protette. Mi spiace di non aver potuto dar conto alla gentile dott.ssa in rappresentanza del ministero dell’ambiente, che ha rilevato questa mia insoddisfazione nel corso della riunione, dei motivi della stessa, colgo l’occasione per dirle che condivido molte delle considerazioni che la dott.ssa ha fatto nel corso della riunione circa la complessità dell’iter che esplicitamente prevede una partecipazione, una conoscenza, ed una condivisione del progetto, complessità che mal si concilia con l’arroganza, la supponenza e la vacuità delle risposte date dal commissario. Sarei facile profeta se affermassi che procedendo in questo modo nella migliore delle ipotesi e secondo la consolidata tradizione Berlusconiana dopo tanto dire non si farà niente, nella ipotesi peggiore si soddisferà qualche clientela che niente ha a che vedere con le aree marine protette.


assessore provinciale all'agricoltura franco franchini

assessore provinciale all'agricoltura franco franchini

punta pina panorama

punta pina panorama