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Legambiente: Risposta a Rampini e proposta di riaprire il discorso sull’elettrodotto

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 28 luglio 2009

Caro Direttore, se permetti rispondo nuovamente alle civilissime argomentazioni del signor Michele Rampini che sembrano una boccata d’aria fresca nel mezzo dell’urlio del gorillaio antiparco nuovamente scatenato e insultante (con mio grande divertimento), pregandolo però di tener conto di un paio di cose che ci stanno a cuore: 1) Se si vuole intrattenere rapporti ufficiali con Legambiente basta invitarci, quando gli altri Comitati sugli elettrodotti lo hanno fatto siamo andati e, quando il TG3 si interessò dell’elettrodotto e contattò Legambiente, fui io stesso a portare la troupe televisiva ad incontrarsi con alcuni membri dei comitati e ad indicare altri protagonisti di quella iniziativa, ne venne fuori un servizio televisivo che suscitò molta attenzione e contribuì a mettere l’Enel all’angolo; 2) Legambiente non partecipa a riunioni alle quali sono invitate false associazioni ambientaliste antiparco e chi vuole cancellare il parco, né Legambiente è disposta a parlare con speculatori edilizi. Ci siamo comportati sempre in questa maniera e continueremo a farlo anche in questa occasione. Il Signor Rampini non deve pensare che queste siano fissazioni integraliste, sono invece cose essenziali, perché se si vuole evitare che si realizzi un elettrodotto dicendo che devasta l’ambiente, poi non ci si può accompagnare con chi chiede ad ogni piè sospinto l’abolizione di ogni forma di protezione ambientale. Comunque, Legambiente sull’elettrodotto non ha mancato di interloquire in questi giorni direttamente con l’Amministrazione Comunale di Portoferraio, cosa abbastanza facile, visto che l’Assessore Carlo Rizzoli non ha mai fatto mistero di essere un nostro socio. Legambiente non ha nessuna preclusione verso i Comitati e pensa che giustamente abbiano un ruolo diverso da Associazioni nazionali come la nostra, ma il Comitato ha il dovere di chiarire se condivide le (impossibili) proposte di abolizione del Parco nazionale e delle Zone di protezione speciale fatte da partiti politici e associazioni con i quali collabora, perché questo è un aspetto dirimente anche per l’elettrodotto e per un suo eventuale interramento. Infatti una delle soluzioni ha il nome di un vincolo ambientale che stranamente nessuno ha fino ad ora richiamato (se non nelle osservazioni del vituperato Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano): Important Bird Areas (IBA). La questione delle IBA Legambiente la sollevò già nelle osservazioni al regolamento urbanistico adottato dal Consiglio Comunale di Portoferraio nel settembre 2005, evidenziando la scarsa attenzione data nel quadro conoscitivo agli Habitat prioritari dell’Unione europea ed al Parco Nazionale. Scrivevamo: «Il R.U. ed il suo Rapporto Ambientale sembrano ignorare la presenza di una I.B.A. (important Bird Areas) su tutto il territorio Comunale». L’inventario della IBA è stato aggiornato e perfezionato da BirdLife International e dalla Direzione Conservazione della Natura del Ministero dell'Ambiente che hanno identificato in Italia 172 IBA, una di queste comprende l’intero territorio dell’Elba e dell’Arcipelago Toscano, e se è vero che all’Elba ci sono due Zps (Monte Capanne-Enfola, precedente alle osservazioni del 2005, e Elba Orientale, successiva) è anche pur vero che, come scrivevamo, «Alle aree IBA non designate dagli Stati come ZPS sono comunque applicate le misure di tutela previste dalla Direttiva "Uccelli"», come stabilisce una sentenza della Corte di Giustizia Europea. Allora chiedevamo: «che il R.U. ed il Rapporto Ambientale comprendano ed esplicitino meglio tali forme di protezione e valorizzazione del territorio e ne assumano le norme per i territori interessati». L’IBA elbana è stata ignorata da tutti i comuni. Eppure proprio grazie a quel vincolo l’elettrodotto avrebbe probabilmente dovuto essere sottoposto ad una più attenta valutazione ambientale anche per il percorso modificato. Infatti, l’area centrale dell’Elba interessata dal nuovo tracciato dell'elettrodotto non solo è compresa in un’IBA ma rappresenta anche l’unico corridoio ecologico disponibile per l’avifauna stanziale e migratrice tra le due Zps di Monte Capanne-Promontorio dell’Enfola ed Elba Orientale e tra le due zone umide residue dell’Elba (insieme alle bistrattate saline di San Giovanni) che formano un unico Sito di importanza regionale (SIR9), quello di Mola e le Prade-Schiopparello. Per le Prade esiste addirittura dimenticato impegno della Provincia ad istituire un’Oasi Naturale. Quindi l’elettrodotto verrebbe a trovarsi proprio nel bel mezzo di un’area nevralgica per l’avifauna protetta da un’IBA, cosa che non crediamo sia venuta in mente a nessuno. L’Enel può accettare di interrare l’elettrodotto solo di fronte a precisi vincoli ambientali, le IBA sono uno di questi e tutta l’Elba è compresa in un’IBA importantissima come quella dell’Arcipelago Toscano, quindi è pericoloso accompagnarsi a chi quei vincoli (che ogni volta si dimostrano le uniche tutele vere delle quali dispongono i cittadini), dice di volerli abolire tutti, facendo così il gioco dell’Enel che avrebbe fatto volentieri a meno di interrare l’elettrodotto nell’unico posto dove è stato possibile imporlo: nel Parco Nazionale-Zps. Noi siamo disponibili a dare una mano a percorrere questa ipotesi (nuova legge ammazza-valutazioni ambientali del governo permettendo) che crediamo metterebbe in difficoltà l’Enel e potrebbe riaprire la discussione sull’accordo sottoscritto dai due ministeri ed invitiamo il Comune ed il Comitato ad utilizzarla immediatamente. Ma non si può giocare su due tavoli: la carta della difesa dell’ambiente non può essere utilizzata finché serve e poi andare a giocare un’altra partita con chi vuole stracciarla. E’ un gioco al quale Legambiente non parteciperà mai.


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