Vestite di nero Di Neda Soltani conosciamo una cinquantina di secondi della sua breve esistenza terrena: gli ultimi; le immagini ce la mostrano agonizzante, ferita a morte, durante le manifestazioni avvenute sabato a Teheran. Un poliziotto gli ha sparato decidendo che per quella bella ragazza era arrivato il tempo di morire. In breve su internet le immagini della morte della giovane studentessa di filosofia hanno fatto il giro del mondo sdegnando milioni di persone che sono state costrette a riflettere e a discutere di quanto sta accadendo in Iran. Gli organi d’informazione di tutto il mondo hanno ritrasmesso le immagini della morte di Neda ed hanno anche pubblicato foto che ritraggono la ragazza vestita con l’abito nero che il regime impone di indossare alle donne iraniane. Altri giovani donne sono ritratte, in questi giorni, sui siti di alcuni organi d’informazione italiani; sono escorts, accompagnatrici e al momento degli scatti si trovavano a Palazzo Grazioli, a Roma, nella residenza romana del Presidente del Consiglio. Sono lì convocate dal Premier e fatte arrivare da un mediatore; sono state prelevate da auto dai vetri oscurati che sono giunte fin dentro al cortile privato interno del palazzo. Il loro cachet varia a seconda di quanto tempo trascorreranno in compagnia del Presidente; qualcuna guadagnerà un po’ di più e questo vorrà dire che sarà la prescelta per trascorrere l’intera notte con l’importante personaggio. Il privilegio forse permetterà di avanzare qualche richiesta in più, la possibilità di avvicinarsi al mondo dello spettacolo televisivo oppure un occhio di riguardo per avere, in poco tempo, le autorizzazioni necessarie a realizzare un residence al paese natio. Le ragazze forse poi potranno essere scelte per allietare le vacanze estive del Presidente e dei suoi potenti amici nella favolosa residenza sarda di Villa Certosa. Il Premier ha sempre una richiesta particolare da fare all’intermediario nonché procacciatore di giovani donne e cioè che queste siano truccate in maniera sobria, vestite in maniera elegante e di nero. Di tutte queste vicende, dei racconti delle ragazze, delle indagini in corso da parte della magistratura, delle telefonate intercorse fra le ragazze ed il Presidente del Consiglio e delle foto realizzate per ricordo nella casa romana del premier, di tutto questo (vogliamo chiamarlo inopportuno) affaire, la grande maggioranza della popolazione italiana ne sa poco o nulla, perché i direttori dei telegiornali dei maggiori canali pubblici e privati (nominati per un motivo o per l’altro, in maniera più o meno diretta, proprio dal Presidente del Consiglio) hanno steso il velo della censura.
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