Sono una ragazza disabile di 22 anni (disabilità riconosciuta dallo Stato con dichiarazione di invalidità grave al 100%), mi chiamo Jessica Demelas, sono nata all’Isola d’Elba e vivo da sempre a Porto Azzurro. Sin dalla nascita ho un grave handicap motorio (posso muovermi, comunque con grande difficoltà, solo con le stampelle) è conseguenza di una grave malattia chiamata “Sindrome di Larsen” che non mi permette di svolgere le normali attività quotidiane come le persone cosiddette “abili”. Per pudore e riservatezza (è imbarazzante specificare dettagliatamente!) eviterò di evidenziare tutte quelle misure preliminari ma necessarie che quotidianamente mi consentono di vivere la mia vita, per capire esattamente la condizione di vita di chi è affetto da un handicap come il mio è sufficiente verificare alla voce SINDROME DI LARSEN e rendersi conto delle varie problematiche. Comunque, dopo 25 interventi chirurgici (molti dei quali all’Estero e con grandi sacrifici, anche economici, della mia famiglia) e con grande forza di volontà per cercare di vivere in maniera quasi normale e parzialmente autonoma sono riuscita a diplomarmi da geometra e anche a conseguire la patente di guida, così oggi guido una macchina (peugeot 107) per disabili con comandi sulla plancia anziché i normali pedali, visto che non ho il completo uso delle gambe, con la quale ho raggiunto una certa autonomia di spostamento senza dover ricorrere ogni volta all’ausilio di terze persone, famigliari o amici (spesso, se non sempre, impegnati nelle loro attività, tanto che dovrei ricorrere all’aiuto di volontari), per cui va sottolineato che questa macchina è l’unico modo che ho per spostarmi da un posto all’altro, altrimenti sarei confinata a casa. Vi starete chiedendo: -E allora cosa vuole questa?- Ecco il punto è che per poter esercitare la professione devo prendere il “Timbro di Stato” con un esame da effettuarsi a Livorno nel mese di Ottobre p.v. e per la preparazione all’esame, l’Ordine dei Geometri indice un corso sempre a Livorno (articolato in tre giornate settimanali: il martedì, giovedì e venerdì con orario 09,00/13,00 o 15,30/18,30, soggetto a variazioni). Orari normalissimi per coloro che stanno sulla terra ferma mentre per chi vive su un’isola diventa un vero tour de force, figuriamoci per chi come me ha un handicap grave. Proprio venerdì 29 maggio u.s., al rientro dal corso di preparazione da Livorno abbiamo trovato (insieme a me, nella mia auto, c’erano due miei coetanei anch’essi elbani) una bella sorpresa per accedere al porto di Piombino! Infatti giunti alla deviazione del porto abbiamo trovato una lunga fila, subito abbiamo pensato che fosse chiuso il passaggio al livello ma, dopo poco ci siamo resi conto che l’intoppo era più avanti. Infatti per arrivare ai caselli del porto c’è voluta mezz’ora così siamo arrivati alle ore 15:30, dove ci hanno detto che per entrare in porto era necessario il biglietto e non potevamo passare senza, e quindi bisognava andare al parcheggio della Guardia Costiera per poi andare alla biglietteria (ma per raggiungerla c’è una rampa di scale!), inoltre il parcheggio era tutto pieno quindi uno dei ragazzi è andato a fare i biglietti ed io che guidavo ho continuato a girare in attesa che qualcuno uscisse per parcheggiare la macchina. Dopo aver fatto una fila interminabile alle ore 16:05 alla “Moby” hanno comunicato che non c’era più posto per la macchina fino a domenica sera. Nel frattempo e una lunga attesa si è finalmente liberato un parcheggio, quindi parcheggiata l’auto mi sono recata anch’io, seppur con grande sforzo, alla biglietteria per metterci in lista d’attesa alla “Toremar” qui ci dicono di tornare dopo a sentire se c’era la possibilità di imbarcarsi intorno alle ore 17:15. Arrivati all’orario indicato hanno chiamato solo 3 macchine della lunga lista dei residenti per invitarli a “provare ad imbarcarsi” ossia fare i biglietti senza però la sicurezza di salire sulla nave e nel caso in cui non fossero imbarcati dovevano tornare alla biglietteria. Agli altri della lista d’attesa, compresi noi, hanno detto che dovevamo ritornare alle ore 18:30 per vedere se c’era posto per la nave delle ore 19:30. Ora il vero problema, per me, oltre a tutto il disagio, è che tornare a casa senza l’unico mezzo che mi consente di muovermi non è solo “disagevole” ma purtroppo per me costituisce un ulteriore grave impedimento allo svolgimento di ogni attività, anche perché per tornare a casa, ricordo che vivo a Porto Azzurro e non a Portoferraio, dovevo trovare qualcuno che venisse a prendermi per non rimanere bloccata al porto! A questo punto ho osato chiedere se c’era qualche priorità essendo residente e per di più invalida, ma la risposta è stata: - C’é una lista d’attesa e non possiamo fare preferenze, tutti devono rispettarla!- Ho pensato che probabilmente la signorina o non ha capito il mio vero problema oppure ha creduto che volevo fare la “furbetta”. Quindi stremata dal caldo ho deciso di lasciare l’auto a Piombino, ma si poneva il problema di trovare sul porto un posto per l’auto, dato che, ironia della sorte, quelli per disabili erano tutti occupati, e gli altri sono tutti a tempo! Esausta, insieme ai miei amici siamo andati a parlare con la Polizia che si trova sotto la biglietteria, i quali facendoci un “grandissimo favore in quanto si trattava di compagnie private”, hanno chiamato la Moby e la Toremar per sentire se residenti e/o invalidi avessero qualche precedenza, ma anche a loro hanno risposto che non è previsto niente, non ci è restato che ringraziare per il grande sforzo e andare avanti. Sconsolati ed amareggiati ci siamo recati nel parcheggio ed abbiamo atteso che si liberasse un posto per disabili, naturalmente l’unico dove sono autorizzata a lasciare l’auto senza incorrere in una sanzione pecuniaria e/o la rimozione del veicolo. Riusciti fortunatamente a trovare un parcheggio siamo partiti con la nave delle ore 19:10 della Moby lasciando lì in porto la vettura. Tutto questo perché il fatto si è verificato in un periodo dell’anno molto trafficato per l’Elba, quando c’è il pieno di turisti che occupano (a pieno diritto visto che pagano un biglietto, a dire il vero anche salato, e forse anche con prenotazione) quasi tutti i posti disponibili sulle navi, forse in inverno tutto questo non sarebbe successo, ma comunque è il principio sbagliato: non è che gli elbani devono vivere e svolgere le loro attività sulla terra ferma solo in inverno, altrimenti sembrerebbe una violazione dei diritti umani! Comunque mi sarei aspettata un po’ più di comprensione da parte di tutte le persone a cui mi sono rivolta, e pensare che si fa un gran parlare sui diritti e sulle limitazioni dei disabili, senza contare il fatto che ci sono persone, soprattutto in periodi elettorali, che si riempiono la bocca con promesse di difesa dei diritti per i portatori di handicap ma come sempre sono solo chiacchiere e in un paese cosiddetto civile alle soglie del 3000 è a dir poco vergognoso, ma così è. Questa esternazione non è fatta solo per rendere pubblica la mia indignazione, mi sento offesa e moralmente a terra, mi è stata tolta la libertà di movimento e mi è stato impedito di tornare liberamente a casa mia (dove dovrò rimanere rinchiusa se non avrò la disponibilità di qualcuno che mi accompagni), ma con questa lettera chiedo, e pretendo delle risposte: . Possibile che, in caso di problemi vari o durante il periodo estivo non vi è corsia preferenziale per i residenti e/o disabili, che devono fare rientro a casa, dove regolarmente vivono, e che non si recano all’Isola d’Elba per vacanza?; • E’ possibile che chi si reca sulla terra ferma per necessità come ad esempio fare accertamenti clinici, che generalmente sull’isola non si possono effettuare per i motivi più svariati, non ha la certezza né della partenza né tanto meno del rientro a casa?; • Possibile che, come nel mio caso, quando la macchina è non necessaria ma vitale, non la si possa imbarcare per motivi di mancanza di posti seppur trattasi di piccola vettura?; • Inoltre chiedo di sapere perché le navi non sono tutte dotate di ascensore in modo tale da permettere anche ai disabili di accedere regolarmente alle navi senza dover aspettare, a volte delle ore, per poter viaggiare senza dover fare rampe e rampe di scale in braccio a qualche “volontario”, anche perché gli addetti alle navi a loro dire (ma forse e vero!) non sono tenuti a farlo? • Tale disservizio è forse dovuto al fatto che le autorità competenti non sono a conoscenza del trattamento da “turista per caso” riservato dalle Compagnie di Trasporto, non solo ai residenti ma anche ai disabili oppure tale trattamento è logico e dovuto nel pieno rispetto delle leggi dello Stato Italiano? Mi chiedo se impedire ad un libero cittadino di fare rientro nella propria abitazione sia una violazione dei diritti umani e una violazione del diritto privato? Le mie sono solo domande dettate dalla mancata esatta conoscenza delle leggi che regolamentano tali accadimenti, atte non a provocare ma bensì a conoscere i propri diritti e i propri doveri, onde sapersi regolare per il futuro. In attesa di risposte, dovute ma anche meritate, mi dico che VERGOGNA!!! Dovrò subire questa umiliazione per tutta l’estate? Certa del senso civico che dovrebbe animare ogni persona e per il quale Vi mobiliterete (?) per dare risposte certe e indicazioni comportamentali corrette, ringrazio sin da ora per l’interessamento e per l’attenzione riservatami. Cordialmente. Jessica Demelas Non c'è molto da aggiungere ad una lettera che personalmente giudichiamo "profondamente civile, dignitosa ed agghiacciante" che è stata spedita da una cittadina davvero "diversamente abile" poiché è stata capacissima di un racconto che ha messo a nudo carenze e vergogne di un territorio che faceva un tempo della solidarietà praticata motivo di vanto. La lettera Jessica l'ha spedita ad una serie di autorità che in questo caso non potranno rispondere con l'arroganza del silenzio, pena l'assumersi morale responsabilità di questa disgustosa vicenda.
Porto di Piombino da nave