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Provincia dell’Arcipelago? Si schierano i contrari

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 27 novembre 2002

Com’era facilmente prevedibile dopo qualche giorno di “digestione” cominciano a giungere le reazioni della sinistra sull’annunciata iniziativa dei cinque sindaci del centrodestra isolano in ordine alla richiesta di istituzione della “Provincia Autonoma dell’Arcipelago Toscano”. Le pagine livornesi del Tirreno del 27 Novembre riportano la secca reazione del Presidente della Provincia di Livorno Claudio Frontera, a cui ha fatto eco una difesa quasi d’ufficio della proposta dei cinque sindaci della Casa delle Libertà, un intervento di cui è stato autore il consigliere di A.N. Maurizio Poli (in fondo dall’Elba sono emigrati tanti servizi) Ma ad aprire ancora più decisamente il fuoco nella stessa giornata del 27 Novembre è uno dei padri nobili della sinistra elbana: Danilo Alessi che punta realmente ad alzo zero sull’idea maturata all’interno del centrodestra dell’Isola d’Elba. Autonomismo formale che nasconde logiche di accentramento Durante un incontro tra gli amministratori elbani del centrodestra e il sen. Salvatore Lauro (F.I.), svoltosi a Portoferraio nel luglio scorso, il sindaco Ageno fece propria la proposta per la costituzione di una “Provincia autonoma delle isole minori” (in Italia ce ne sono ben 56!), che avrebbe avuto il pregio di “gestire una fonte di finanziamenti valutabile intorno ai 4 mila miliardi di vecchie lire, oltre all’autonomia sui vincoli territoriali, quali ad esempio quelli urbanistici, che oggi rappresentano un notevole condizionamento sia da parte della Provincia che dalla Regione”. Lo spunto per questa proposta sarebbe derivato dai contenuti di un disegno di legge presentato dal sen. Lauro nella precedente legislatura e riproposto senza alcuna modifica, nel luglio del 2001, cioè un anno e mezzo fa, senza che ancora si ravvisi alcun risultato degno di nota. Nel disegno di legge Lauro non c’è alcun riferimento alla Provincia. In esso si fa invece riferimento alla costituzione di un ”Comitato paritetico istituzionale delle isole minori italiane”, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e da un nugolo di alti funzionari dello Stato, dove i sindaci contano meno di un fico secco. In coerenza con questa visione accentratrice e così palesemente lesiva dell’autonomia locale, il sen. Lauro, così come tutti i gruppi parlamentari del centrodestra, non ha avuto alcuna esitazione a votare l’art. 25 della Finanziaria 2001 che assegna al Ministero dell’Interno la gestione, l’accesso e la ripartizione delle risorse del “Fondo per la tutela e lo sviluppo economico-sociale delle isole minori”. In altre parole il sen. Lauro e il governo Berlusconi non solo non hanno ancora compiuto alcun atto a favore dell’autonomia delle isole minori, ma al contrario hanno fatto e si apprestano a fare leggi sempre più accentratrici e vessatorie, compresa quella contenuta nell’attuale finanziaria che toglie le facilitazioni concesse dal governo di centrosinistra per il consumo del gasolio e del GPL. Sono trascorsi quattro mesi dall’incontro estivo ed oggi non si parla più della istituzione della “Provincia autonoma delle isole minori”, bensì di una Provincia a formato più ridotto, composta, cioè, dalle isole dell’Arcipelago Toscano. E ne parlano sindaci come Ageno che nel febbraio scorso ebbe a dire che “quella del Comune unico la considero la sola prospettiva possibile”, e come Barbetti che, al contrario, disse testualmente “ve lo immaginate, poi, un portoferraiese sindaco di tutta l’isola?”. Ne parlano, cioè, personaggi che appaiono tutt’altro che campioni di coerenza e comunque con idee opposte sul governo unitario dell’Elba. Quella della Provincia autonoma dell’Arcipelago Toscano appare quindi più una boutade che una cosa seria, così come poco seriamente è stata formulata e presentata. Ma come, si propone una Provincia di tutto l’Arcipelago Toscano e si ignora il parere dei sindaci di tre comuni elbani, di Capraia e del Giglio? Non solo, ma senza discutere con nessuno, senza uno straccio di studio o documento valutato nelle sedi istituzionali proprie (che non sono le sedi del Polo, ma i consigli comunali e le associazioni più rappresentative), senza nulla di nulla, si dice, addirittura, che la richiesta (si badi bene di una nuova Provincia che interferisce sul territorio di altre due Province!) è stata inoltrata per vie istituzionali (quali?) al governo centrale (a chi?). Siamo all’assurdo, se non al ridicolo. E ciò nonostante io non credo che questa iniziativa vada sottovalutata ne’ liquidata con uno sberleffo o una alzata di spalle. Perché in essa si intravede ancora una volta il ricorso a slogan che, pur astratti e vuoti di contenuto, potrebbero apparire suggestivi e distrarre l’attenzione dai problemi veri che impediscono un governo unitario e più efficiente delle Isole. Parlare di “autonomia” e di “liberazione dai vincoli” (una versione meno rozza ma simile dello slogan “l’Elba agli elbani”), significa anche coprire le difficoltà e le contraddizioni che in questa fase attraversano le amministrazioni del centrodestra e la loro incapacità a dare risposte ai problemi della gente. Per questo io credo che occorre togliere l’iniziativa al centrodestra e rilanciare una visione unitaria e partecipata del governo locale. Contro un governo che commissaria il Parco, non da’ una lira per i danni dell’alluvione e che taglia risorse per la scuola, la sanità e i servizi essenziali dei comuni. L’Elba e le Isole dell’Arcipelago Toscano hanno bisogno di una autonomia vera, con istituzioni efficienti e risorse adeguate. Parlare di fantomatiche province è parlare d’altro. Aria fritta o poco più. Danilo Alessi Ed alle analisi del Presidente della Provincia di Livorno e del navigato uomo politico fa eco anche una breve nota, che inizia in tono quasi irridente ed è stesa da uno dei “giovani leoni” dei Democratici di Sinistra dell’Elba: Gian Luca Sanna, il Segretario della radicata associazione di categoria degli artigiani. Il funzionario della C.N.A. sembra giudicare la proposta della Provincia Autonoma alla stregua di una esternazione di dilettanti allo sbaraglio, ma approfitta per porre elementi di riflessione su quello che a suo avviso dovrebbe essere l’approccio più corretto per la soluzione dei problemi del comprensorio insulare, basato innanzitutto sulla capacità di far funzionare le istituzioni che già esistono e sull’integrazione operativa con le realtà continentali Vento della devolution che ha scaruffato i pensieri A leggere le cronache locali dell’Elba verrebbe da pensare che il vento della devolution abbia scaruffato i pensieri anche di qualche amministratore isolano. Si vuol fare una Provincia dell’Arcipelago, si dice, per avere più autonomia. Ma da chi e da cosa, e soprattutto per fare cosa, è ancora poco chiaro. Non si vuole avere a che fare né con Livorno né con Firenze per gestire, invece, un rapporto diretto e privilegiato con il Governo di Centro Destra, nella speranza, magari, di avere più risorse? Scelta miope e di respiro corto che elude i nodi veri dello sviluppo e della qualità del governo locale. Oppure si vive con fastidio l’attenzione che Regione e Provincia hanno riservato all’Elba in questi giorni per la tutela e gestione del territorio? Niente di più sbagliato, ed anzi un’occasione persa di dimostrare di essere in grado di dare risposte progettuali all’altezza delle esigenze. Le fughe in avanti fatte per eludere la complessità del quadro sociale, economico ed istituzionale non portano a niente. Si provi, invece, a ragionare seriamente sul futuro dello sviluppo dell’Arcipelago, indicando scelte e priorità, sui rapporti necessari con la Val di Cornia, con la costa toscana, con il territorio regionale, maturando la consapevolezza di essere uno dei nodi della “toscana delle Toscane” e di essere esposti maggiormente, se soli, alle alterne fortune dei mercati globalizzati. Si costruiscano solidi rapporti istituzionali conseguenti e soprattutto si facciano funzionare all’Elba le istituzioni che già ci sono, magari incominciando a valutare l’inopportunità di mantenere otto Comuni. Discutiamo di queste cose; tutto il resto sembra proprio improvvisazione da non assecondare. Gian Luca Sanna In sintesi il sasso lanciato dai cinque sindaci nello stagnante stagno della politica isolana sta provocando onde che volgono verso una maretta che non crediamo sia destinata a placarsi molto presto.


sanna

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danilo alessi fabio mussi

danilo alessi fabio mussi