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La tutela del patrimonio archeologico sommerso, una conferenza ai Lions

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 02 giugno 2009

E’ a partire dagli albori della civiltà, per giungere sino agli avvenimenti dell’ultimo conflitto mondiale, che spazia l’ampio arco di tempo nel quale si può collocare la vasta gamma di reperti archeologici sottomarini che rendono i nostri mari fra i più ricchi al mondo di questi tesori. E’ questo il punto focale della conferenza dibattito tenutasi sabato 30 Maggio nei locali dell’Hotel Airone di Portoferraio, su organizzazione del Lions Club Isola d’Elba, dall’ Ammiraglio Ispettore Capo Raimondo Pollastrini Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, accompagnato per l’occasione dal Comandante del Porto di Portoferraio C.F. Nerio Busdraghi e dal Comandante in 2^ C.F. Armando Ruffini. L’alto Ufficiale, per poter giungere al cuore dell’argomento e meglio far comprendere il ruolo e le responsabilità del Corpo delle Capitanerie sulla tutela del nostro patrimonio sottomarino, ha fatto un breve excursus storico di questo organo dalla sua istituzione, avvenuta nel 1865, alla successiva militarizzazione nel 1923, alla denominazione di Guardia Costiera nel 1989, illustrandone i vari uffici che ne costituiscono l’organizzazione, la consistenza dell’organico composto da circa undicimila uomini (assai ridotta se si pensa, come ha fatto notare l’Ammiraglio, che è uguale a quella del Corpo della Polizia Municipale della sola città di Roma), ai mezzi navali, terrestri ed aerei in dotazione, alle numerose dipendenze da vari ministeri, incluso quello dell’agricoltura cui fa capo il settore della pesca. Fra le diverse missioni elencate da Pollastrini, nelle quali è impegnata la Guardia Costiera, che comprendono fra l’altro: ricerca e salvataggio, sicurezza della navigazione anche riguardo al terrorismo internazionale, vigilanza pesca la cui filiera si estende anche a terra verso supermercati, mense ospedaliere e scolastiche, si inserisce la tutela dell’ambiente marino. Va detto, come ha ricordato l’Ufficiale di Marina, che l’attenzione all’habitat pelagico nel nostro paese, alla cui grande estensione geografica verso il mare, che ne costituisce una fondamentale componente economica, non corrisponde una proporzionale coscienza marinara, è assai recente. Solo a partire dagli anni 90 sono sorte le aree marine protette e la zona di protezione ecologica nel cui ambito rientra anche il reparto archeologico. In questo settore il Corpo delle Capitanerie di Porto, come il Comandante Generale ha spiegato, oltre ad occuparsi della tutela dei numerosi reperti già noti e localizzati, ha istituito lungo le coste quattro nuclei subacquei composti da personale specializzato, addestrato e certificato che hanno già effettuato importanti ritrovamenti, per alcuni dei quali il pubblico presente alla conferenza ha potuto seguire in contemporanea la proiezione in sala di suggestive immagini fotografiche scattate dagli stessi operatori nel corso delle loro immersioni. Gli oggetti dei ritrovamenti sui fondali, che spesso avvengono su indicazioni di dilettanti, vengono passati, come previsto, alla gestione della competente Sovrintendenza per la successiva classificazione, eventuale recupero, restauro e collocazione in mostre accessibili al pubblico. Al termine della relazione sono seguite numerose domande dalla platea che sono andate ben oltre l’argomento del meeting e che hanno impegnato l’Amm. Pollastrini in risposte su diverse materie quali: il congestionamento per l’incolonnamento dei veicoli in attesa d’imbarco per l’Elba nel porto di Piombino, le attività di pesca nel Mediterraneo, la imminente realizzazione della terza edizione della fiction Gente di Mare che verrà girata all’Elba, i rapporti fra autorità Marittima ed Autorità Portuale. A conclusione dell’importante convegno il presidente del lions club Mauro Antonini ha fatto omaggio agli Ufficiali di Marina del guidoncino del sodalizio, ricevendo a sua volta a ricordo dell’incontro il crest della Guardia Costiera Italiana.


dolia punta del nasuto anfore

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