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Uscire dal tunnel dell'emarginazione con la scrittura, parola di Lee Stringer

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 26 maggio 2009

PORTOFERRAIO. In archivio anche il secondo incontro alla Gran Guardia del "Caffè letterario", con un altro libro finalista del "Brignetti" e Icilio Disparati intento a fare gli onori di casa, come presidente del Comitato promotore del concorso letterario nato nel 1962, giunto alla XXXVII edizione. Di nuovo il giornalista e scrittore Giuseppe Neri è stato impegnato dopo l'appuntamento con Mario Fortunato, per analizzare, insieme ai convenuti, un romanzo che si batte per la vittoria finale, quello dell'americano Lee Stringer, autore di "Inverno alla Grand Central"(nottetempo). Neri, dopo l'introduzione del direttore dell'Apt Disperati, ha sottolineato il valore di un'opera-documento, scritta da un uomo che ha vissuto nel mondo dell'emarginazione, compiendo una discesa agli inferi con la tossicodipendenza, nel degrado estremo: un senzatetto. Un'autobiografia che colpisce, come pure lo stile schietto e immediato della sua scrittura che arriva di certo al cuore del lettore, il quale può scoprire come è visto il mondo da chi vive al livello più basso della società. Neri ha insistito sul fatto, straordinario, che Stringer si è salvato, un giorno, grazie alla scoperta della scrittura, iniziando un cammino di resurrezione, tale da portarlo ad abbandonare i cunicoli sotterranei di New York, per diventare uno scrittore affermato. "Dal ritrovamento casuale di una matita- ha detto Neri, membro della giuria letteraria del Premio Elba - e dal provare ad usarla, per dire di tutto quello che gli accadeva, è esploso in lui il gusto della vita e alla droga chimica che lo stava uccidendo ha sostituito uno stupefacente chiamato scrittura. Da allora per l'ex barbone è iniziata una nuova vita".


lee stringer

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