Torna indietro

Paese mio è morto, ora è nato paese suo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 19 maggio 2009

Era inevitabile! Paese mio è stato divorato in un sol boccone da Barbetti. Inizialmente sembrava qualcosa di nuovo, il movimento era animato da persone che volevano tagliare con il vecchio sistema, stanchi dei soliti personaggi e delle solite logiche. Poi l’entusiasmo si è affievolito e tutto è svanito in un attimo. Le cause della scomparsa sono da ricercare nella difficoltà di concretizzare le idee con la formazione della lista che in seguito le avrebbe dovute realizzare, in tanti si erano candidati a sindaco, alla fine sembrava scontato che ne fosse a capo la signora che l’aveva promossa. Niente di tutto questo! In molti pensavano che prima o poi sarebbe arrivato il lupo che con un boccone lo avrebbe fatto suo, la previsione è stata centrata. Non si poteva fare altrimenti… è stata una scelta imposta dall’alto… Le signore che fino ad un attimo prima formavano una squadra non compaiono più nemmeno nella lista, forse giustamente per il timore di essere messe ai margini, vista l’esperienza della precedente tornata elettorale, così hanno preferito mandare avanti gli altri e con uno sforzo mostruoso si sono affidate ad un uomo, con un motto clamoroso: Uniti per cambiare. Certo cambiare, si deve tornare al vecchio sistema, quindi nessuna novità, si cambia tornando indietro in tutti i sensi. Tutto si può pensare, ma non che Barbetti sia l’uomo nuovo! Fa rabbrividire sentirsi dire proprio da lui che la politica è dei cittadini e va fatta con i cittadini, quando in quattordici anni ha fatto decisamente il contrario. Ora promuovere il dialogo, quando non ha mai dialogato con nessuno, ha considerato il prossimo meno di niente, ha dispensato favori per nascondere i suoi affari. Promuovere la vera legalità, detto da lui è una bugia che veramente fa girare le scatole. È chiaro a tutti che la carta dei valori scritta dal comitato elettorale mirava altrove, ad un altro candidato, perché quei valori sono l’esatto contrario del pensiero barbettiano. La lista Liberi sta già cambiando il vecchio sistema affaristico, per questo gli elettori devono darle fiducia con un altro mandato, saranno portati a termine tutti quei progetti legati soprattutto alle infrastrutture e ai numerosi piccoli servizi sociali che faranno grande Capoliveri. Ricordo all’amico Corrado la mia libertà, sono libero anche perché ho la fortuna di lavorare a scuola e non all’International, di insegnare ai bambini e non dipendere da Naregno, sono libero perché penso libero e chi pensa libero non vota Barbetti, né lo aiuta in alcun modo.


Luciano Geri

Luciano Geri