Uscito il volume dello storico Ivano Tognarini, presidente dell’Istituto storico della Resistenza Toscana, libro relativo in particolare agli antifascisti e perseguitati elbani, (Consiglio regionale della Toscana edizioni dell’Assemblea) che inquadra lo studio nel più ampio esame di quanto il Fascismo operò contro chi non si assoggettava totalmente al suo volere, creando anche il Tribunale Speciale. Il Tribunale fu soppresso con la caduta del Fascismo nel “43, poi ripristinato dalla Repubblica sociale fascista sino alla fine della guerra, infine soppresso definitivamente Dicevo libro prezioso in senso anche generale, perché informa oggi di quanto può accadere in un regime dove l’opposizione non può alternarsi al governo e la tirannia addirittura non lascia vivere i cittadini che non servano. Aggiungiamo che al volume del Tognarini è allegata un’ “Appendice II” a cura di Stefano Bramanti (Circolo culturale Sandro Pertini all’Elba) appendice che si riferisce dettagliatamente agli antifascisti e perseguitati elbani esaminando le Fonti per lo studio della repressione fascista; l’appendice è altrettanto preziosa perché storicamente ci informa di quel che accadde nella isola, oggi così turisticamente attraente, nel periodo della guerra, soprattutto nel periodo finale col bombardamento tedesco del 15 settembre 1943 dopo che il Comando Piazza Italiano aveva coraggiosamente respinto la richiesta tedesca di resa . E viene riportato l’elenco completo nominativo delle varie decine di vittime, quelli potuti identificare , “poiché molti corpi umani centrati furono polverizzati”. A questo proposito è interessante il racconto di Mario Castells, un anziano del 1917, che negli anni Quaranta conobbe anche Giuseppe Massimo, l’eroico comandante del porto di Portoferraio. Il capitano Massimo fu deportato e poi fucilato dai nazisti, “Non a caso è stato dedicato alla sua memoria il molo principale del nuovo porto, quello dell’attracco principale, il pontile Massimo”. Il Fascismo si era insediato all’Elba, a Portoferraio, sin dal 1920, e poi fino alle isole di Capraia e Pianosa. “L’antifascismo degli elbani portò a perseguitati e oppositori di tutto rilievo con ben 231 schedati su una popolazione che nel ventennio oscillò tra i 25 e 30.000 abitanti.”. Così scrive il Tognarini nel libro . Il Tribunale Speciale era stato istituito con legge dal Fascismo dopo il nuovo attentato contro il Duce compiuto a Bologna il 31 ottobre 1926, dal giovanissimo Anteo Zaniboni subito linciato dai fascisti. A quel punto furono sciolti tutti gli altri partiti, ogni associazione, sospese le pubblicazioni, revocati i passaporti e stabilite pene che andavano fino all’ergastolo e alla pena di morte, oltre la perdita della cittadinanza e la confisca dei beni. In diciassette anni il Tribunale Speciale anni di attività emise 42 condanne a morte, di cui 31 eseguite. L’Appendice di Bramanti riporta vari altri documenti e foto dell’epoca tra i quali quello relativo all’amato ex Presidente della Repubblica, Sandro Pertini carcerato a Pianosa e a Portoferraio, “un calvario durato oltre 17 anni tra espatrio, galere fasciste e confino”. A Sandro Pertini, il comune di Campo nell’Elba ha dedicato un monumento. Bramanti riporta anche altri documenti: quello narrato da Raul Daniello (con foto), “Ottanta elbani deportati in Corsica , salvati da un frate”. Il frate era padre Pietro Rossetti. C’è anche il documento che elenca nominativamente le vittime del bombardamento tedesco a Portoferraio, nonché quello relativo alla Resistenza all’occupazione tedesca, tratta da “Il Popolo Elbano” del 19 dicembre 1945 . (*) Rodolfo Doni è giornalista, scrittore e fondatore del Premio letterario internazionale isola d'Elba.
Duce Piccola