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Martinenghi: Il Federalismo Fiscale consente la Provincia dell'Elba Arcipelago

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 05 maggio 2009

L’approvazione bipartizan in Senato – con l’astensione del PD - della legge sul federalismo fiscale mercoledi 29 aprile, chiude ogni questione sull’esistenza delle Province per amministrare il territorio. Perché questo federalismo fiscale - un indubbio successo del Governo Berlusconi, ma grazie a Bossi - conferma l’impianto federalista voluto dal Governo D’Alema nel 2001, con la riforma del titolo V della Costituzione e la Legge 267/2001 che disciplina gli Enti Locali. Trova così conferma la normativa sempre citata, per dimostrare come sia legalmente possibile e necessario ottenere la nuova Provincia dell’Elba Arcipelago. Questo federalismo fiscale in buona sostanza ribadisce che il territorio italiano è amministrato autonomamente su tre livelli, da Comuni, Province e Regioni con i soldi delle tasse riscosse direttamente dai cittadini, non più ricevuti dallo Stato centrale. E’ quanto già previsto dall’art.3 della Legge 267/01. Ribadisce inoltre che i maggiori capoluoghi di Provincia – Roma, Milano, Firenze, Torino, Venezia, Genova, Napoli, etc. - possano divenire città metropolitane con abolizione della sovrastante provincia, a seguito di referendum comunale confermativo; come disciplinato dall’art.23 Legge 267/01. Nulla di nuovo, dunque, se non la certificazione di una importantissima intesa bipartisan senza la quale sarebbe stato impossibile realizzare un federalismo fiscale già istituito, ma incompleto e non applicato. Nel ribadirlo nelle sue linee-guida, questa legge ha invece previsto un termine di sette anni per realizzarlo compiutamente, con regolamenti attuativi e meccanismi finanziari di compensazione che evitino l’aggravio del bilancio dello Stato e l’aumento delle tasse a carico dei cittadini. Torna dunque di attualità la questione dell’opportunità o meno di organizzarsi per ottenere la istituzione della Provincia dell’Elba Arcipelago per risolvere i sempre più gravi problemi che attanagliano il nostro Arcipelago. Tornerò in seguito sulla questione, qui basti una semplice constatazione a proposito dell’ipotizzato Comune unico elbano. Tutti gli otto Comuni hanno bilanci indebitati - chi più, chi meno gravemente – ed è noto che la somma di otto debiti dà un debito ancor più grosso, non un guadagno. Né tantomeno un risparmio, perché ai comuni si sostituirebbero obbligatoriamente le Municipalità, dai medesimi costi. Inoltre oggi all’Elba – che è noto possiede tutte le infrastrutture previste dalla normativa per divenire Provincia - mancano i depuratori ( e con essi le bandiere blu delle acque pulite), un vero aeroporto (e con esso una stagione di nove mesi l’anno), porti turistici (previsti invece sulla costa) linee di navigazione competitive (causa della perdita del turismo del fine settimana), strade mantenute – non solo sotto elezioni; oltre naturalmente ad una pianificazione dello sviluppo turistico ed agricolo reale. Sono competenze di una Provincia autonoma che sola ha i soldi per realizzarli, non certo di comuni squattrinati oggi, che lo saranno ancor più domani con la piena attuazione di questo federalismo fiscale.


Arcipelago toscano mappa

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