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A Sciambere dello Zar

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 02 aprile 2009

Si dice comunemente "47 morto che parla" ma è un errore, nella classica smorfia napoletana 47 è "morto resuscitato" mentre il "morto che parla", segnatamente in sogno, fa 48. Ed proprio il 48 è uscito su una particolarissima ruota, quella di Mosca, dove, nel caso in specie, 48 fa "morto che non scrive più" Già, perche il 48 moscovita segnala il quarantottesimo giornalista morto ammazzato solo per aver scritto cose scomode sotto il tallone di ferro dell'ex-spione del KGB Putin. Ci sono venute in mente le smargiassate sarde di Re Supercafone delle Bandane I°, la sua gaffe dell'immaginario mitra puntato verso una giornalista russa, le passeggiate nel parco di una delle sette ville addobbata per ricevere quell'altra autocratica mezza-sega del nuovo Zar di tutte le Russie tenuto per le spalle, le vanterie di intima amicizia con il padrone di uno sterminato impero dove si possono anche ammazzare 48 giornalisti, senza che gli anticomunisti-professionisti di un tempo dicano "sbao", senza che papa Benedetto Fru Fru Sedicesimo fiati, senza note indignate della destra. Come faceva il nostro reuccio, lo sciaboletta non savoiardo del nostro tempo, durante quelle passeggiate, lui che ci dicono così schifiltoso, a non avvertire almeno un fondo di nauseabondo odore di sangue? Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. E' proprio vero, i proverbi sono talvolta luoghi comuni, ma comunque fonti di saggezza.


berlusconi putin

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