Avere una coscienza civile e sociale è un valore fondamentale per ogni cittadino di un Paese democratico. A maggior ragione oggi in una società che tali valori smorza e sostituisce con “derivati” sociali “tossici”, tanto per fare un facile paragone con gli attuali responsabili della crisi economica. In un’Italia in cui di giorno in giorno assistiamo al progressivo depauperamento di questo patrimonio di valori che i nostri genitori ci hanno consegnato, è di conseguenza molto difficile, a nostra volta, tramandarlo ai nostri figli. Se poi scendiamo di livello e ci poniamo sulla scala della nostra isola ci accorgiamo che la strada è ancora più in salita in quanto tutto viene polverizzato nei meandri dell’irresponsabile frazionamento istituzionale che governa la cosa pubblica. Per chi, come me, viene all’Elba “da fuori” con cadenza quasi settimanale è forse più facile avere un osservatorio distaccato della situazione generale. Provo a sintetizzarla per dare il mio piccolo, disinteressato e spero non di parte contributo in un momento in cui ritengo sia fondamentale che tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’isola si stringano in un patto generazionale che, se a livello nazionale qualche politico ragionevole invoca sul Welfare, a casa nostra rimane a mio avviso una delle pochissime armi possibili per combattere un decadimento progressivo di ogni settore. La fotografia è la seguente: siamo in piena campagna elettorale, 5 Comuni su 8 rinnovano i propri Amministratori; da parte delle due coalizioni si assiste ad una “kermesse” incredibile di incontri, di riunioni, di proclami; si parla di programmi già definiti, di programmi in fase di definizione, di programmi da definire. Si innesca un flusso bilaterale di candidati o presunti tali che vanno in continente per trovare lo sponsor politico o di capi gruppo politici di riferimento che vengono dal continente per dare la loro benedizione alle candidature locali. C’è qualche nome nuovo e ci sono tanti nomi “vecchi”, fioriscono le liste sia da una parte che dall’altra; si perdono giornate e preziose risorse per coniare nomi fantasiosi per la nuova lista che deve dare il senso del programma che sottende; si scopre poi che era meglio forse impegnarsi di più per il programma, per i contenuti. Moltiplicazioni e Divisioni non sono più operatori aritmetici antitetici; la politica elbana li fa diventare complementari perché moltiplica le divisioni. E con le divisioni i problemi si amplificano perché non si riesce più a definirne i confini. In sintesi un grande movimento,un grande sforzo tutto indirizzato a conquistare una poltrona. Ma come si pensa di risolvere i grandi problemi che affliggono oggi l’Elba? Senza sottovalutare Trasporti, Sanità, Ambiente ed Istruzione ma per citare il nostro maggior fattore critico di successo: siamo o no consapevoli che esperti di Turismo ci hanno appena detto che per il 2009 si stima un decremento di presenze a livello nazionale tra il 30% e il 40% rispetto al 2008 e che in Toscana ad oggi si stima che il decremento maggiore interesserà l’Elba? Chi ha il coraggio di proporre un vero, serio programma innovativo da affidare a gente capace, giovane, motivata in quanto direttamente legata alla reale implementazione di ciò che viene proposto? Ha ragione Gragnoli quando dice “Bisogna capire che è necessario un ricambio radicale del personale dirigente a tutti i livelli, della politica e dell’impresa, della scuola e delle professioni. Bisogna trovare persone in grado di pensare in grande e di guardare lontano “ Giusto! Ma per fare questo c’è una sola opzione: l’UNITARIETA’ di INTENTI . Bisogna che ogni coalizione si renda conto della gravità del momento e sia disposta a mettere come primo punto del proprio programma elettorale la volontà di Condividere con gli avversari politici un Piano di Azione di emergenza che veda tutti impegnati almeno sui temi trasversali; quelli che non possono avere un colore perché interessano tutti in egual misura. Nella lista di nomi bisogna avere il coraggio di inserire persone giovani motivate al cambiamento, poco legate al passato, con la mente sgombra e senza “cambiali” da pagare; chi sostiene che tali persone scarseggiano forse non ha approfondito il tema o non vuole cercarle: vi sono giovani imprenditori e/o professionisti che con coraggio e competenza stanno facendo crescere la loro attività guardando al mercato esterno all’isola e utilizzando le nuove tecnologie. Al di là dei proclami ci si unisca intorno alla politica REALE e ai problemi di tutti i giorni. Coloro che si presentano come candidati Sindaco spieghino ai loro elettori come faranno a tappare le buche delle strade se non si ingaggia una soluzione condivisa, forte, unita per risolvere subito il problema della Toremar e dei trasporti in generale e quindi non si permette al Turismo di riprendere quota e agli operatori economici di aumentare il loro reddito; si ricordino che non hanno più il gettito dell’ICI e che lo Stato Centrale ad oggi non ha garantito ancora la stessa cifra e chi sa se lo farà domani con l’arrivo del federalismo fiscale. La parola “UNIONE” sembra sparita dal vocabolario politico elbano: non è più valida neppure all’interno della stessa coalizione. Si cerchi una volta tanto di pensare al bene comune; in un microcosmo come il nostro fare qualcosa per gli altri significa automaticamente fare qualcosa anche per se stessi. Gli elettori tengano conto di tutto questo e, se lo condividono, tengano conto di tutto questo perché se è vero che questa legge elettorale non permette di dare le preferenze,almeno privilegino quelle liste che hanno tali peculiarità. Per l’Elba è fondamentale dare un messaggio di inversione di tendenza: la stagione turistica è alle porte e non presenta grandi presupposti di successo. Uno scatto di orgoglio, basato su un passo indietro da parte di tutti per allinearsi su posizioni condivise, può essere il segnale del cambiamento che tutti i nostri interlocutori pubblici e privati potrebbero ammirare perché inaspettato. Nell’anno in cui si celebra il centenario della nascita del FUTURISMO, ritroviamo un senso comune, stabiliamo un unico comune denominatore almeno su temi così importanti e non permettiamo che all’Elba si parli di “FU”- Turismo.
Epoca scalinate campesi anni 60