Nelle polemiche su Pianosa ed il 41 bis mi sembra stiano dimenticando- a meno di alcuni che da sempre hanno non solo idee chiare, ma in grado di esprimerle senza pregiudizi ideologici, e solo dopo una attenta ed onesta analisi di tutti i fatti- i gravissimi danni causati dal Parco Nazionale alla natura e alla economia dell’ Arcipelago Toscano e di Pianosa in particolare. Un Parco voluto dal fanatismo ambientalista e da chiare ideologie filosovietiche. Eppure sarebbe facilissimo capovolgere la situazione, specialmente in questo momento di congiuntura finanziaria con capitali facili, russi o arabi, che sono alla ricerca di investimenti in un mercato libero senza orpelli e condizionamenti sociali. Inoltre possiamo approfittare del riscaldamento climatico, che sta innalzando il livello del mare, e come ho letto nei giornali, in poco tempo sommergerà le Maldive. Ci saranno così migliaia di turisti di tutto il modo che possono essere dirottati verso l’ Arcipelago Toscano. Non è da trascurare inoltre, nel caso della nuova apertura del supercarcere, le interessanti frequentazioni finanziarie che animeranno il tessuto economico elbano, favorendo nuovi investimenti e nuove imprese in grado di ripulire un mercato asfittico , con l’ immissione di nuovi capitali che nell’ isola e in particolare nel suo mare azzurro potranno essere adeguatamente puliti. Per il rilancio di Pianosa è necessario un accurato piano industriale e finanziario, la cui impostazione di massima è semplicissima, imperniata su di una filosofia economica che da sempre è in grado di governare i mercati, e tanto più oggi che internet ci permette di globalizzare i guadagni in pochi poli di eccellenza e spalmare le perdite a livello individuale. Con questa impostazione tenuto conto che la popolazione mondiale è di circa 6,5 miliardi e che mediamente( lasciando da parte i distinguo fra : paesi sviluppati, paesi emergenti, paesi sotto sviluppati,…) possiamo spalmare un euro di perdite per abitante, siamo in grado di sviluppare un piano di rilancio, con un budget dotato, da subito, di circa 6,5 miliardi di euro di plus valenze. A Pianosa potrà essere allestito un aeroporto intercontinentale e un campo da golf a 72 buche, unico al mondo, in grado di rispondere alla grande domanda di migliaia di russi, finalmente liberati dal giogo socialista, milioni di giapponesi, e a quella prossima di miliardi di cinesi, loro sempre sotto il giogo socialista , ma un po’ rivisto. Le case del paese e del carcere, finalmente restaurate possono essere trasformate in strutture alberghiere a sei o cinque stelle. Nei campi, oggi lasciati alle zecche, e lungo le scogliere possiamo prevedere, facendo una piccola variante al piano regolatore di Campo, alcune splendide ville di non più di 500 metri quadri ciascuna, in modo che possano usufruire delle agevolazione Peep. Le rovine del sanatorio di punta Marchese possono ospitare al primo piano una casinò, collegato con quello già richiesto dalle lungimiranti autorità di Porto Azzurro, e al secondo piano un meraviglioso nigth club dotato di tutti i confort di riservatezza e di incontri ravvicinati. Il sottostante Porto Romano può essere attrezzato per l’ attracco dei panfili di personaggi del grande mondo in cerca di tranquillità . Le ricadute benefiche sulla economia e sugli indigeni elbani sono evidenti a tutti: posti di camerieri, inservienti vari, donne delle pulizie, facchini, e …tanto altro. A meno naturalmente di quegli indigeni che con capitali propri vogliono lanciarsi in questa fantastica avventura che arricchirà il futuro dei loro figli. Per Capraia e le altre isole minori è possibile prevedere un espansione simile , collegate in un sistema che porterà ricchezza a tutto l’ Arcipelago. Anche se , è bene essere chiari e trasparenti, il fatto che a Gorgona ci sia il carcere e che Giannutri sia una proprietà privata , pone qualche difficoltà in più. Che comunque possiamo superare in un quadro di finanza creativa e di sviluppo, finalmente realmente sostenibile. Potranno anche essere organizzate emozionanti battute di pesca d’ altura di balenotteri, delfini capodogli e quanto altro, visto che siamo nel Santuario dei cetacei; nonché per chi ama stare a terra,vibranti cacciate alle capre di Montecristo , alle pernici di Pianosa, ai conigli di Capraia, ai cinghiali e mufloni dell’ Elba e del Giglio.Per Giannutri e Gorgona, una volta liberate, possiamo pensare di immettere animali esotici come koala e canguri. Certamente non a scopo venatorio , ma per creare due splendidi zoo, per educare i giovani alla salvaguardia della biodiversià. Un valore che difendiamo con i fatti e non solo a parole come fanno quelli del Parco,dalle loro comode e ben pagate poltrone. Per quanto riguarda la presenza del supercarcere, essa non è minimamente in contrasto con il piano di sviluppo precedentemente illustrato. Anzi, al contrario la presenza di mafiosi rinchiusi entro le capaci mura dell' Agrippa, può essere una ulteriore attrazione turistica. Non dimentichiamoci ad esempio che nell' Ottocento, nell' Italia dove fiorivano i briganti era di moda nel bel mondo europeo organizzare viaggi nelle calabrie , nelle terre da lavoro, nei paduli dell' agro romano e delle maremme, per avere la grande emozione di un incontro ravviciato con un barbuto brigante armato di trombone. Questo deve essere il futuro delle isole quando, libero mercato e democrazia , forti del riconoscimento del popolo, guideranno finalmente il nostro paese. Allora potremo vedere le nazionalità, le etnie, le tribù e le famiglie dell’ Arcipelago sedere a Strasburgo. Baluardo di civiltà verso l’ oriente, l’ occidente, il mezzogiorno, la tramontana, il grecale, lo scirocco, il libeccio, il ponente , fino al provenzale, detto anche , maestrale. Venti che da sempre,-a meno di napoleone, e di pochi altri che ci hanno governato e ci governano con amore paterno che noi ricambiamo come figli devoti- hanno portato solo disgrazie e sfruttamento. Potremmo anche pensare ad una Repubblica dell’ Arcipelago ex-Toscano, libera, democratica e popolare, ponte naturale di cultura e di economia fra il continente europeo e la Corsica. Potremmo così collegarci, attraverso i Parchi della Corsica ( i quali comunque necessitano di essere riorganizzati sul modello “ nuova Pianosa”) a Bonifacio e da lì all’ Asinara ( altra isola Parco da riorganizzare in chiave “ nuova Pianosa”), e finalmente giungere alla Costa Smeralda, il modello da imitare. Da qui preso l’ aereo ad Olbia, possiamo volare nuovamente su Pianosa. Credo che tutti si rendano conto come una gita Pianosa-Corsica-Costa Smeralda –Pianosa, sia un po’ diversa da quella miseria di gita Campo – Pianosa, organizzate dal Parco. L’ unico che si arricchisce , trattando noi elbani, come indigeni da colonizzare, ma dimenticando che non abbiamo più la sveglia al collo.
pianosa il faro