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Per non dimenticare; i pensieri di 22 studenti elbani nel giorno della Memoria

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 03 febbraio 2009

Quelli che seguono sono alcuni pensieri tratti dai temi dei miei allievi di quarta A Igea (ITC Cerboni) sulla ricorrenza della Giornata della Memoria e sull’incontro del giorno successivo con esponenti della Comunità ebraica di Livorno Maria Gisella Catuogno Il 27 gennaio, anniversario della liberazione del campo di Auschwitz,è una ricorrenza significativa per ogni cittadino italiano, o almeno dovrebbe esserlo. Questa giornata del ricordo non serve agli ebrei e a coloro che hanno subito le ingiustizie dei regimi totalitari, che non possono dimenticare; serve a noi e a tutte le persone che gli orrori della deportazione e delle sue conseguenze non hanno toccato direttamente, per ricordarci ciò che è stato e che non deve accadere (Veronica Giannini) Auschwitz, Birkenau, Monowitz, Mathausen sono solo alcuni delle decine di lager che hanno ospitato, sfruttato e massacrato milioni d’innocenti colpevoli soltanto di credere in un dio diverso, avere idee diverse. E’ proprio la diversità che il dominio nazista rifiutava e condannava. (Alice Arnone) Il 27 gennaio ha lo scopo di rompere il silenzio, perché è giusto che tutti sappiano dove è arrivata la crudeltà dell’uomo; la gente non deve rimanere nell’indifferenza, perché essa porta all’ignoranza e questa rende possibili gli orrori. Personalmente credo che il 27 gennaio sia un input per portare alla riflessione, alla memoria (Luca Alberti) Una pagina nera nella storia dell’umanità. Come fare a dimenticare? Certa gente vorrebbe, altra, per fortuna no! (Miguel Pantani) Tutto questo derivava dalla distorta visione del mondo nazista che considerava la storia come una lotta razziale (Matteo D’Ambra) Con le leggi razziali all’improvviso sparirono dalle scuole migliaia di studenti e quelli che erano amici non lo furono più. La cosa più triste è che nessuno disse nulla, ci fu un silenzio assoluto su tutto ciò che accadeva (Yuri Mokan) I ragazzi videro i loro insegnanti ebrei sparire da un giorno all’altro, e così i compagni ebrei (Riccardo Corsi) Quella ebraica è la popolazione che è stata perseguitata di più nel corso della storia dell’umanità (Lorenzo Noce) Tutto è potuto accadere per un uomo e grazie all’indifferenza degli stessi concittadini che fino a pochi mesi prima vivevano e lavoravano con le stesse persone che poi hanno condannato (Salvatore Annunziata) A volte mi chiedo, e mi spaventa molto, dove possa arrivare la cattiveria umana[…] E’ preoccupante sapere che nel 2009 il 12% degli italiani ha idee antisemite, che un altro 24% le ha ma non le ostenta. (Ilaria Cintoi) Questo tragico episodio della storia mondiale è preso molto a cuore da noi ragazzi che creiamo nel nostro istituto una specie di “piccolo museo” dove sono affisse foto ingrandite delle atrocità commesse (Alessio Anichini) L’anno scorso, insieme ad alcuni compagni di classe e professori, siamo andati a Livorno ad una cerimonia di ricordo insieme a ragazzi di tutte le scuole toscane. Eravamo in totale 10000 ragazzi. C’erano ebrei superstiti che hanno raccontato la propria storia, ognuna diversa ma tutte commoventi (Dayana Alexova) “Ormai sono passati tanti anni e piano piano le uniche fonti rimaste, i sopravvissuti a quella tragedia, stanno per mancare…” così ha detto la Presidente della Comunità ebraica di Livorno. Per quanto mi riguarda, faccio mie le parole di Primo Levi “ Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” (Andrea Amato) Un’altra cosa davvero terrificante è che ancora oggi ci siano gruppi di giovani che sostengono le idee di Hitler e che si accaniscono su ebrei e persone più deboli o con ideali politici diversi, effettuando atti vandalici e violenze nei loro confronti. (Di Staso Simone) Io ho uno zio di mio padre che è stato a Auschwitz e ancora oggi, se racconta di quel periodo della sua vita, piange perché rivive gli orrori nazisti. La prima impressione quando varcò il cancello fu che nemmeno il sole pareva risplendere per la nube di fumo e l’odore di morte che c’erano. Mi ha raccontato molti episodi, ma quello che mi ha colpito di più è stato quando una notte i militari tedeschi sono entrati nel dormitorio maschile e hanno fatto uscire tutti sotto la pioggia in un campo pieno di fango, perché il comandante voleva fare un discorso. Mentre un prigioniero che sapeva il tedesco traduceva agli altri, la sua espressione era piena di terrore…la mattina dopo sarebbe arrivato un treno carico di altre persone ma non c’era abbastanza posto: si doveva liberare parte del dormitorio. Si sarebbe tirato a sorte con una moneta: se usciva testa, le persone che avevano la numerazione che finiva col numero pari sarebbero state uccise; se usciva croce, la stessa sorte sarebbe toccata a quelle col numero dispari. E’ uscita la croce: mio zio come numero finale aveva il 4…Da Auschwitz miracolosamente riuscì a scappare : la fuga verso l’Italia fu lunghissima, di notte andava a rubare nei campi per cibarsi: mele pere carote lo sostenevano... Quando mi fece questo racconto per la prima volta avevo solo 9 anni… (Elena Mulfetti) La Presidente della comunità ebraica ha parlato dell’indifferenza della gente dinanzi a quello che accadeva e ha cercato di spiegarci i motivi per cui tutto questo succedeva (Serena Muti) Sono da ringraziare le persone che si adoperano per testimoniare e far conoscere la realtà accaduta in modo che questo dolore rimanga vivo dentro di noi e ci faccia pensare ogni giorno a che cosa si prova a essere discriminati, in modo da riflettere prima di fare certi atti che purtroppo avvengono quotidianamente come accanimento contro gli immigrati, gli omosessuali… (Gabriele Pisani) “Non possiamo rimanere indifferenti davanti a tutto questo, non dobbiamo essere indifferenti davanti alle ingiustizie!” queste le parole della signora ebrea, che racconta commossa alcuni episodi con la voce di chi ha vissuto sulla propria pelle quel momento, con il terrore di veder svanire tutto in pochi attimi; ma che, nonostante le lacrime, non vuole fermarsi, come a dimostrare che per troppo tempo si è voluto tacere (Francesco Lambardi) Il pensiero espresso dall’esponente della comunità ebraica si collega ad un problema attuale, l’integrazione di persone di etnie diverse dalla nostra. […] Dobbiamo essere persone libere, senza paure, in grado di non seguire la massa ma differenziarci secondo ciò che per noi è giusto (Valentina Somma) La Presidente ha parlato anche di un problema d’attualità, come quello dei rom, perché spesso i mass-media ci fanno credere che tutte queste persone commettano reati, tendendo a generalizzare e a proporre il concetto di razza, proprio come si fece per gli ebrei (Michael Posini) E’ importante ricordare la Shoà, ma forse non basta, bisogna impegnarsi a combattere i mali odierni: la disuguaglianza, la discriminazione religiosa e politica, l’emarginazione, altrimenti ricordare non serve a niente (Benedetta Berti) Io la guardavo [la Presidente] e provavo tenerezza; sì, è banale come sentimento, ma vedere l’emozione e la sofferenza a due metri da te, è tutt’altra cosa; ho visto film, immagini ma niente mi ha così colpito (Ylenia Rosoni)


giorno della memoria shoa sterminio

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