Caro Sergio, ti sei appena dovuto occupare della numericamente complicata situazione politica della sinistra marinese che ti scoppia pure un caso "destra campese". La polemica è rovente. Volano parole grosse da destra rivolete alla destra e un po', questa diatriba, riguarda anche la sinistra. Riassumendo la lettera pubblicata ieri da Elbareport: si denunciava un inciucio campese tra opposti partiti, quei partiti che già cambiando nome ogni anno non ti fanno capire più nulla, poi continuano a moltiplicarsi, ma non dovevano ridursi? Rimpiango la vecchia Prima Repubblica... il vecchio PCI, la grande balena bianca della DC, il PSI e persino il PSIUP il partito di cui l'acronimo ne determinò la fine: Partito Sparito In Un Pomeriggio. C'erano le segreterie e le sezioni fisicamente visibili... ora è tutto più moderno: partiti "usa e getta" che si frantumano e si coalizzano poi si sciolgono seconde alchimie davvero strabilianti. Poi ci sono le Liste Civiche a livello locale con fantasiosi nomi a rappresentare i partiti che continuano a mutare sigle e simboli e a Campo persino le facce dei loro rappresentanti. Ma si era mai visto nella Prima Repubblica uno del PCI che metteva un cartello "torno subito" sulla tessera per fare un salto nella DC e poi fare retromarcia? Oppure une dell'MSI che si metteva in aspettativa con il suo partito per dare una mano alla sinistra? Oggi a Campo è tutto possibile e per le prossime elezioni non ci saranno programmi e partiti dietro le liste civiche. Queste si formeranno spontaneamente unendo i candidati per analogie deonomastiche, di professioni, di specie vegetale o animale o genere. Lupi, Palombi e Galli potrebbero concorrere per la Lista WWF; Muti e Graziani per la Sony Records; Eletti, Dini, Spinetti e Segnini nella Lista Rime Baciate; Graziani potrebbe giocare all'attacco e Galli in porta nella Lista Spagna '92 e tu, con il tuo cognome così nordico, potresti militare nella Lega o scegliere di giocare con Graziani per ricostituire la coppia dei gemelli del goal dei Mondiali di Spagna. saluti Paolo Franceschetti Caro Paolo Non sai che soddisfazione si prova nel ricevere un A Sciambere perfetto e confezionato che "basta spingere" e scivola in pagina. Devo aggiungere solo una chiosa autobiografica relativa al nome e cognome che mi ritrovo insieme ad almeno 638 solo in italia (fonte Pagine Bianche) ed alle seccature derivanti dalla folla di omonimi. Atteso che in lista a Campo (o altrove) non ho intenzione alcuna di andarci, devo qui specificare che non mi scoccia tanto di condividere nome e cognome con un giornalista che si pone talvolta leggermente a destra di Goebbels, né con un noto scarparo (ops stilista, come i sarti e i parrucchieri, che ora si chiamano così), con l'ex-Presidente del Torino calcio, con il regista (bravo ma non fortunatissimo) romano che conobbe la mia signora prima di me, con l'attore-doppiatore della RAI etc., tutto ciò con laica rassegnazione ho accettato Ma in due occasioni entrambe recenti, mi sono profondamente rammaricato di chiamarmi Sergio Rossi, la prima è stata quando scorrendo le paginate e paginate di Sergio Rossi accreditati su Face-Book, tra chi ha inserito la propria faccia tra le immagini e chi non lo ha fatto mettendo un paesaggio, una foto indefinita o semplicemente nulla, ho trovato, si scusi il bisticcio, un anonimo omonimo che si è effigiato con una sorta di sineddoche corporale, scegliendo una oblunga e turgida parte del sé per rappresentare il tutto. A cascata ho poi scoperto, su altri versanti del WEB, che non solo come me si chiama un parlamentare in carica (di questi tempi non è davvero il massimo), ma che è pure Legaiolo. Eh lo so che tu a questo punto ti aspetteresti che terminassi con un "comunque sempre di fave trattiamo". Ma è solo perché sei un malpensante.
Fave piante