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Roberto Peria: nata l'Unione dei Comuni, primo vero passo verso il Comune Unico

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 10 gennaio 2009

Dopo il voto del Consiglio Comunale di ieri è nata l’Unione dei Comuni dell’Arcipelago. Manca ancora il voto del Consiglio Comunale di Capoliveri, atteso per il 12 gennaio, ma in ogni caso sussistono già le condizioni previste dalla legge (almeno la metà dei comuni rappresentativi della maggioranza della popolazione). Con Capoliveri questo quadro si rafforzerà. L’Elba e l’Arcipelago adesso hanno di nuovo un Ente di coordinamento e programmazione, che ci condurrà nei prossimi mesi ad un serio percorso di semplificazione dei servizi per i cittadini. Grazie all’Unione avremo unità nelle scelte strategiche, risorse per attuarle, maggiore peso politico all’esterno, una burocrazia più semplice, migliore capacità di attuare le priorità del territorio, più risorse a disposizione per realizzarle. Purtroppo l’Unione nasce senza i tre comuni elbani di centro destra e Capraia. Questi comuni si sono rinchiusi in una posizione municipalistica errata e perdente. In nome di un presunto obiettivo massimo –la Comunità d’Arcipelago- si è sacrificato l’obiettivo concretamente raggiungibile e cioè l’Unione dei Comuni. Lo si è fatto soprattutto per aprire, in vista della campagna elettorale, un fronte polemico con la Regione, definita matrigna, e con il centrosinistra. Le proposte di referendum per abrogare l’Unione appena nata vanno in questa direzione. Per una partita tutta politica ed elettorale si sono così sacrificati gli interessi dei cittadini. Nessuno infatti crede che la Comunità di Arcipelago abbia particolari pregi rispetto all’Unione dei Comuni. Non ci si crede per almeno tre motivi: - l’unica Comunità di Arcipelago esistente in Italia (Isole Pontine) non ha mai dato segni di vita e di protagonismo; - l’ormai prossimo Codice delle Autonomie del Governo Berlusconi non prende neanche in considerazione questa ipotesi, prefigurando come unico strumento della semplificazione istituzionale l’Unione dei Comuni; - l’Unione dei Comuni ha più risorse della Comunità di Arcipelago; Che lo stesso collega Bosi, principale regista dell’operazione politica, si sia accorto dell’errore è apparso chiaro quando ha fatto rinunciare al suo Consiglio Comunale alla Comunità di Arcipelago, in nome del Circondario modello Val di Cornia, per poi tornare repentinamente indietro una volta accortosi che il mutamento di posizione non aveva consenso. Nonostante questo quadro ritengo che i Comuni aderenti all’Unione debbano lasciare la porta sempre aperta a chi non aderito, perché la ricerca di un rapporto unitario deve essere superiore rispetto alle beghe della politica. Fatta l’Unione, adesso bisogna fare altre altre due cose: - chiedere con forza al Governo che nel Codice delle Autonomie vengano parificate a livello di incentivi e sostegni le Unioni insulari a quelle montane, perché questa parificazione ancora non c’è, ma è imprescindibile, visto che il disagio dei territori delle isole è assolutamente assimilabile a quello dei territori montani; - far sì che l’Unione sia il primo passo verso il Comune Unico. Di quest’ultimo si è molto parlato negli ultimi anni e lo si è inserito in molti programmi elettorali. Il problema è che ora, partendo dall’Unione, bisogna fare atti concreti, giuridicamente rilevanti. Il Consiglio Comunale di Portoferraio ha indicato la strada: la legge di iniziativa popolare ed il referendum conseguente in conformità all’art.74 dello statuto toscano ed alla legge regionale n° 62/2007. La riteniamo un’indicazione che può davvero cambiare il destino del nostro territorio, dopo tante chiacchiere e troppa politica.


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