In questo periodo i giornali e notiziari televisivi si somigliano tutti in maniera spaventosa, come se un gigantesco rullo compressore informativo fosse passato sul paese schiacciando tutto e producendo una indistinta marmellata. Canali televisivi e carta stampata suppliscono alla carenza di notizie con gli stessi artifici tra i quali il riassunto per frame o immagini dell’anno appena trascorso è il più classico, ed introduce a quello conseguente dei buoni propositi per l’anno che verrà, questa stanca paccottiglia viene poi confezionata con qualche “bizzarria” come l’oroscopo (e ci domandiamo come sia possibile nel ventunesimo secolo pagare, pure con soldi pubblici, dei ciarlatani quali tutti gli oroscopanti sono senza distinzione alcuna), aggiungiamo qualche vaneggiamento di chi ha amministrativamente già le pezze al culo, ma stratosferiche cose promette (cfr un antico canto goliardico ferajese: e progettò la metropolitana / Bucine-Ponte del Brogi-La Valdana) ed è cotto il riso. Abbiamo deciso di staccarci un po’ dal coro rappresentando questo orrido 2008 con una storia anzi due minime storie parallele. Ma procediamo con ordine. Quando eravamo un poco più ottimisti sulla capacità di reagire della comunità elbana e sulla possibilità che sorgesse una nuova classe dirigente in cui i “giovani” fossero almeno under 40, abbiamo ripetuto fino alla nausea un concetto: non esiste democrazia senza partecipazione e l’informazione è il primo gradino della scala della partecipazione ergo della democrazia. Un concetto ampiamente presente in tutte le norme che hanno riformato (ad unanime giudizio positivamente) gli Enti Locali, che vengono sollecitati a fare nei confronti dei cittadini amministrati corretta informazione. Fino a dicembre due persone, due donne (manco a dirlo con rapporto di lavoro precario) avevano svolto, con estrema solerzia, il compito di raccordare l’informazione prodotta dagli enti locali con i mezzi che sono naturalmente deputati a distribuire le notizie ai cittadini, una assunta dalla C.M. (e “girata” al comune di Portoferraio) che senza mezzi termini è già a casa, benché si occupasse anche dell’ufficio relazioni col pubblico, inutile per qualche dirigente (non ci pare per la legge, ma questo evidentemente è trascurabile), una dal comune di Capoliveri che ancora non sa come terminerà la sua parabola. Comprendiamo che, in un momento in cui si parla di centinaia di migliaia di persone il cui lavoro traballa e si eclissa, impazzante Brunetta, parlare del mancato rinnovo degli incarichi pubblici, a due persone possa apparire minimale, e comprendiamo anche che non sia questo un periodo facile per chi amministra, ma prendiamo atto di un fatto secco e duro, oltre le storie ed i problemi personali di queste due lavoratrici: portoferraiesi e capoliveresi nel 2009 avranno meno informazione dagli enti, ed un canale di dialogo con essi in meno rispetto al passato. Lo consideriamo un pessimo segno.
comune ingresso portoferraio biscotteria