Ho letto con interesse su Elbareport una mail inviata da un turista non residente che auspicava una riduzione del costo dei traghetti consentendo così a molti di frequentare più assiduamente l’isola con un sensibile aiuto all’asfittica economia elbana. Sul giornale la Nazione il Presidente della Associazione Albergatori Elbani, Mauro Antonimi, si lamenta della crisi turistica ed individua una serie di ragioni, che condivido pienamente, che penalizzano il turismo in genere, soprattutto quello insulare, quali il costo esagerato dei traghetti, le tasse elevate per Tarsu, l’assenza di raccolta differenziata, i costi per l’acqua potabile, inclusa la tassa sulla depurazione che quasi nessuno, in barba alle Leggi vigenti pratica, le tasse ICI, i costi infine del contributo di bonifica per la pulizia dei fossi . Io sono un turista che ha comprato casa all’Elba, come seconda casa , e sono effettivamente tartassato dal coacervo di tasse summenzionate di cui, la più iniqua e è rappresentata dalla Tarsu. Pago di Tarsu una somma enorme, sproporzionata con la composizione della mia famiglia (due persone) e per il tempo che trascorro all’Elba (35-40 giorni su 365) con la rabbia di sapere che non viene fatta la raccolta differenziata, sempre in barba alle Leggi vigenti, che vengono bruciate le sfalci e le potature (con tanto di autorizzazione comunale per gli “abbruciamenti“ che producono CO2 e che invece potrebbero diventare concime), insomma con dei comportamenti non più tollerabili visto tra l’altro che dovrebbe essere obbligatorio il passaggio da TARSU a TIA. Io quando vengo all’Elba faccio la spesa, mangio fuori nei ristoranti, compro sempre qualcosa nei giri per i vari paesini, insomma spendo ma potrei venire più spesso, spendendo ancora di più se il traghetto fosse meno caro (cerco il passaggio ad 1 € ma il costo totale tra tasse portuali, aggravio combustibile ed altre voci strane, il costo totale è sempre salato). Spenderei poi più volentieri se non mi sentissi derubato da ICI, TARSU e contributi vari per bonifiche che dovrebbero già essere patrimonio di Comuni e Province e invece affidati a Consorzi, da bollette per l’acqua potabile, che spesso manca e viene erogata come nel Biafra a mezzo autobotti e da oneri di trattamento reflui quando tutti sappiamo che (in molti comuni almeno) i liquami sono solo dispersi in mare, dove poi i turisti fanno il bagno, convinti di essere nel “parco naturale dell’arcipelago toscano“ e quindi di nuotare in un mare pulito e difeso. Insomma per farla breve gli albergatori si lamentano e hanno ragione; se esiste un po’ di ordine e pulizia, di rispetto per l’ambiente e per le persone, il merito è solo degli albergatori che lo fanno certo per interesse ma, credo, che alla fine abbiano imparato a amare l’Elba e l’ambiente più di molti politici locali e di molti residenti, magari aiutati dalla presenza e dagli stimoli degli stranieri del nord Europa. Volevo infine far notare che oltre agli albergatori, il territorio è curato con amore dai turisti che possiedono casa all’Elba, da quei turisti che piantano fiori, che curano le case ed i giardini, protestano però quando vedono gli accumuli di sporcizia, le montagne di detriti edili e altri residui di lavorazione (tegole rotte, lastre i laterizi, pallets in legno…) lasciati in giro in bella vista senza che nessuno faccia nulla, eppure il Prefetto di Livorno ha recentemente promosso azioni e sensibilizzazioni in tal senso., evidentemente inascoltato. Mi piacerebbe che i molti proprietari come me, non residenti, promovessero una sorta di “class action” verso le istituzioni per sensibilizzarle e far capire loro che non siamo solo “limoni da spremere”. Cordiali saluti e grazie per l’ospitalità
pullman giraglia sbarco