Il Sindaco di Rio Marina, risponde alla lettera dell'Assessore della Regione Toscana Agostino Fragai: "In riferimento alla nota di pari oggetto del 28/11 u.s., con la quale si informa che la Giunta Regionale ha approvato una proposta di legge di modifica della L. R. n.37/08, pur non conoscendone il testo, ritengo opportuno osservare che la menzionata lettera dei Sindaci, alla quale non ho aderito, non parla di Unione dei Comuni, bensì, più genericamente, di una forma istituzionale di gestione unitaria delle politiche dei comuni dell’Arcipelago. Infatti, in dichiarazioni pubbliche, i Sindaci di altri comuni hanno specificato che, con la sottoscrizione di quella lettera, non intendevano riferirsi all’Unione dei Comuni. A tal proposito, in breve, desidero confermare che le Unioni di Comuni, così come definite dalla vigente normativa, si adattano a realtà facilmente integrabili, tanto per distanza, quanto per sistema di collegamenti e ciò è l’esatto contrario delle condizioni che caratterizzano l’Elba e l’Arcipelago Toscano. Il riordino delle Comunità Montane effettuato dalla Regione, ha inspiegabilmente escluso la Comunità dell’Arcipelago, mentre ha salvaguardato ben 14 Comunità Montane. La ratio di questa scelta, che non è mai stata spiegata, penalizza i Comuni dell’Arcipelago privandoli delriconoscimento esplicito di area debole contrassegnata da forti disagi sociali ed economici conseguenti la condizione di insularità, spesso più pesante delle condizioni montane. Del resto questo fu lo spirito che animò il legislatore quando, integrando il TUEL, vi inserì, all’art. 29, le Comunità delle Isole, affidando ad esse la stessa disciplina delle Comunità Montane per garantirne una speciale tutela istituzionale e finanziaria. Il fatto che la Regione abbia da un lato mantenuto in vita le Comunità Montane e dall’altro disciolto la Comunità delle Isole, ha di per sé un significato politico che non può sfuggire e che sembra introdurre una disparità di giudizio in ordine al disagio che queste aree patiscono ed alla conseguente tutela a cui hanno diritto. Se è vero che agli Enti subentranti le disciolte C.M. vengono, al momento, attribuite analoghe risorse finanziarie, ciò non appare sufficiente a ripristinare le potenziali condizioni di remunerazione che spettano alle aree deboli come quelle appunto dei comuni montani ed insulari. Mi auguro che la Regione, nel processo di revisione della legge in oggetto, anche per adeguarsi al Decreto Fiscaledell’agosto 2008, che fissa un nuovo tetto di altitudine per le C.M., riconsideri la propria scelta reintroducendo la Comunità dell’Arcipelago. Cordiali saluti.
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