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Comune Unico: interventi di Martinenghi, Camici, Mantovani

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 09 novembre 2008

Stefano Martinenghi: Il Comune Unico arrecherebbe solo vantaggi a Livorno Quando si discute di nuovi assetti istituzionali per l’Elba – si tratti di Comune unico o nuova Provincia – è bene avere ben chiara la normativa (l’ormai nota legge 267/2000 che disciplina gli enti locali, scaricabile da internet) e la percezione di chi siamo, da dove si viene e dove si vuole andare nell’attuale quadro politico italiano. Ho già esposto, norme alla mano, le ragioni per cui il Comune unico arrecherebbe vantaggi politici e fiscali alla sola Livorno a danno dell’Elba, all’opposto della nuova Provincia; qui mi limito ad alcune considerazioni di semplice buonsenso. In passato l’Elba è stata frazionata in 8 comuni per consentirne la buona amministrazione, altrimenti impossibile. Perché si tratta della terza isola italiana per grandezza, che in auto dal Cavo a Chiessi si attraversa in un tempo prossimo a quello per andare da Piombino a Firenze. Chi decise di frazionare l’isola in 8 Comuni non era sprovveduto, ma buon amministratore, attento alle esigenze delle comunità locali, che necessitano di un “loro” Sindaco per i loro problemi. Oggi che il “centralismo” in Italia è fallito e lo Stato è costretto ad una riforma federalista “bipartisan” fiscale, per evitare la bancarotta, c’è chi vorrebbe “centralizzare” l’Elba con un Comune unico. Sosteneva l’ex Presidente Spadolini che la Storia è grande maestra, ma priva di allievi. Ci vorrebbe un Comune unico – si sostiene per superficialità o altro - per ovviare all’anarchia amministrativa derivante dai troppi Comuni. Sarebbe questa una“medicina”sbagliata, che aggraverebbe il male. L’Elba necessita sì di una riduzione dei Comuni – non di una loro estinzione – ma anche di un Ente sovra comunale, dotato di poteri e risorse reali, capace di affiancarsi con fermezza ai Comuni, rispettandone però l’autonomia. Questo Ente la normativa attuale prevede possa essere solo una nuova Provincia, che per questo è elettiva. L’Elba è oggi ingovernabile per l’assenza di tale Ente autonomo e per la contestuale cattiva amministrazione dei Comuni, tutti con i bilanci in rosso, anche per i “tagli” in Finanziaria dei governi Prodi e Berlusconi: per necessità di bilancio, uno dei più indebitati del mondo, eredità del centralismo. Ogni Comune elbano ha meno fondi di quanti occorrerebbero e tutti litigano per tenersi i propri: è la ragione del recente fallimento della “Unione di Comuni”, sprovvista istituzionalmente di ogni risorsa. La fusione di più Comuni indebitati originerebbe un maxi-Comune con maxi-bilancio in rosso. Sarebbe un danno per tutti, fuorchè Livorno: è evidente che non è questa la soluzione per l’Elba. L’ex Sindaco di Portoferraio Fratini, che conosce la normativa, ha spiegato la via istituzionale per giungere al Comune unico: è squisitamente partitica, perché viene decisa dalla Regione a Firenze e poi calata ai Sindaci elbani. La via istituzionale per ottenere una nuova Provincia dell’Elba Arcipelago è invece squisitamente popolare, perché nasce dalla volontà dei cittadini, che eleggono 5 Sindaci d’accordo per chiederla ed ottenerla dal Parlamento Italiano, non dalla Regione. Infine è bene sapere che sono le Municipalità – con consiglieri provvisti dal Sindaco di alcune deleghe minori, retribuiti come consiglieri ed assessori comunali – lo strumento previsto dalla L. 267/2000 per minimizzare gli inconvenienti della fusione di più Comuni in realtà complesse come quella elbana. E così saremmo da capo e l’anarchia amministrativa aumenterebbe invece di calare, al pari dei problemi…… Stefano Martinenghi Marcello Camici - Se si vuole un sindaco unico perché può essere meglio “controllato”da regione o provincia lo si dica chiaramente E’ legittimo discutere sul comune unico/unione dei comuni ma è bene sapere che non è una priorità poiché altre sono le questioni da risolvere su cui sarebbe più utile e necessario confrontarsi, concentrarsi. Ne cito solo una: calo del flusso turistico. Su questo e su altri problemi mi piacerebbe scrivere ma penso che non mancherà l’occasione. Chi sostiene la nascita del comune unico/unione dei comuni afferma che è proprio la frammentazione istituzionale che ha contribuito a produrre la crisi in cui si trova l’arcipelago ed è perciò necessario partire da qui: un solo sindaco elbano. Rispetto chi la pensa in questo modo: non credo di offendere nessuno se li chiamo “comunucisti”. Certo mi sbaglio ma il sindaco unico mi ricorda un po’ il podestà: realtà che personalmente non ho vissuta ma che è rimpianta da molti che invece l’hanno vissuta. Il primo vantaggio che ne deriverebbe è che avremmo più ascolto da regione e provincia insomma una maggior peso politico.Non credo che questo peso politico dipenda dal numero degli interlocutori sindaci o assessori con regione e provincia ma dalla disponibilità di queste istituzioni all’ascolto e alla volontà d’intervento,disponibilità che assai spesso è latente e volontà d‘intervento frequentemente legata al colore politico: su questo sarebbe necessario mobilitarci. Un solo sindaco riduce il costo della politica,la spesa pubblica:meno poltrone da ricoprire. E’ questa un’altra tesi sostenuta dai “comunucisti” ma è certamente un problema reale in Italia e non solo all’Elba. Senza aspettare la nascita del comune unico,lo scopo può essere raggiunto subito. A livello nazionale con l’abolizione delle province da parte del governo che darebbe seguito al programma elettorale della coalizione che ha vinto le elezioni politiche.A livello locale il sindaco riduce le deleghe pagate di assessorato al minimo indispensabile,accorpando. Il “comunicista”insieme alla proposta del comune unico dovrebbe sostenere quella della chiusura della comunità montana o dell’arcipelago o come altro si chiama: che senso avrebbe la persistenza di un organo comprensoriale di raccordo quando esiste un comune unico? Se col comune unico s’intende chiusura degli altri comuni che vengono sostituiti con assessori ad hoc, questa soluzione mi trova molto critico. Il comune non è un potere istituzionale come la regione o la provincia lontano dai cittadini ma a loro vicino e perciò è garanzia di democraticità,partecipazione ai problemi,ai bisogni locali reali. Il sindaco non è un doppione istituzionale come ad esempio camera dei deputati e camera dei senatori. La crisi turistica troverebbe nel sindaco unico una risposta necessaria ed utile per il suo superamento:tesi ulteriore sostenuta dai “comunucisti”. Penso che continuare ad autoflagellarci non sia utile,penso che un po’ di entusiasmo,di motivazioni che furono alla base dell’agire di coloro che la memoria storica ci ricorda come promotori del turismo all’Elba possa essere molto utile in questi tempi di sfiducia globale,penso che il turismo elbano è in difficoltà non per il numero troppo alto dei sindaci o degli assessori. Il prodotto Elba,immagine Elba. Il “comunucista” che usa questo argomento forse non sa quello che dice. La costa etrusca,la maremma ,la Versilia –dove il turismo non è in calo- sono prodotti turistici e non sono comune unico. La promozione turistica spetta non tanto ai comuni, le cui competenze in materia sono molto ridotte. C’è un’agenzia per il turismo pagata dalla fiscalità generale che ha questo còmpito: se non funziona a dovere,facciamola funzionare. Referendum per il comune unico. Il “comunucista” che propone un referendum ha ragione perché è la volontà popolare che deve decidere essendo la modalità di governo del territorio ad essere interessata e quindi ogni singolo cittadino. Ma non si capisce perché per lo stesso territorio e sua modalità di amministrazione il “comunucista” chiede il referendum quando si tratta della nascita del comune unico e non chiede referendum sul parco nazionale che pur esso rappresenta una modalità di amministrazione dello stesso territorio su cui dovrà amministrare il comune unico. E’ consapevole il “comunucista” che il territorio del comune unico elbano sarebbe il doppio di quello di Firenze,il doppio di quello di Pisa e Livorno,quattro-cinque volte superiore a quello di Massa e Carrara. In un territorio elbano di tal natura con un solo sindaco ci sarebbe subito una contesa sulle risorse spese a Lacona piuttosto che a Carpani,a S.Piero invece che a Cavo e via dicendo. Se siamo litigiosi,cerchiamo d’andare d’accordo. Forse gli altri sindaci dei comuni in “continente” sono più concordi? Sciocchezze. Se si vuole un sindaco unico perché può essere meglio “controllato”da regione o provincia lo si dica chiaramente. Conclusione: vorrei che le forze politiche,i partiti spostassero la loro attenzione sui problemi reali, sulle vere priorità nell’agenda dei bisogni e delle necessità dei cittadini elbani durante la campagna elettorale per le comunali. Oltre al governo dei partiti c’è bisogno di un governo del popolo e per il popolo. Marcello Camici Marco Mantovani: i politici locali spesso si scordano gli interessi della loro isola, accettano i dictat dei loro superiori e continuano a fare polemiche a puro scopo elettorale. Ho letto le risposte di Camici e Martinenghi al mio intervento sul Comune Unico e preferisco sottolineare solo i punti su cui concordo, è più facile perchè sono pochi. Martinenghi dice che la Provincia è meglio del Comune Unico e ha ragione. La Provincia è uno strumento più adatto per gestire i nostri problemi, ma se non ci venisse concesso ( in fondo siamo solo 30.000 anime) io mi accontenterei di un solo Comune, magari con una legge speciale che ci dia più autonomia , competenza e risorse. Anche Camici dice una cosa su cui concordo pienamente: non ha senso fare un Referendum sul Comune Unico se non si fa anche sul Parco Nazionale , che oggi mal-governa la maggior parte del territorio. L'imposizione del Parco contro la volontà dei cittadini residenti infatti, è stata, e continua ad essere, la più chiara dimostrazione di come rimanendo divisi veniamo comandati dall'esterno. Questo purtroppo succede in tutti i settori cruciali per la nostra economia, e non è colpa del Governo, della Regione, della Provincia o della Moby (!!!?), la colpa è nostra che siamo divisi e litigiosi. Il difetto più grosso dei nostri politici locali è che quando hanno in tasca una tessera di Partito spesso si scordano gli interessi della loro isola , accettano i dictat dei loro superiori e continuano a fare polemiche a puro scopo elettorale. PD, PDL, UDC, ecc ecc invece per me sono sigle amorfe, l'unico partito in cui credo è quello dell' E.L.B.A.( Entità Libera Bella Autonoma ). Come ha già detto un certo "Epicuro", di cui ho molta stima, per me Comune, Provincia, Repubblica Indipendente o Impero dell'Elba, vanno tutti bene, ma uno di questi fatelo per favore! Marco Mantovani


Elba mappa storica

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