La crisi dell’economia mondiale, improvvisa quanto dirompente, impone un ripensamento strategico ed una riflessione profonda su cause, rimedi, modalità per riprendere un percorso di crescita e di sviluppo. Essa (la crisi) colpisce in maniera indistinta, anche se con diversa intensità, tutti i Paesi. Tuttavia mentre nel breve periodo le attenzioni di tutti sono rivolte all’andamento schizofrenico dei principali mercati, è indubbio che, nella prospettiva più lunga, i Paesi emergenti e quelli del sottosviluppo ne avranno i danni maggiori. Mentre si fa fatica a chiamare i fenomeni in atto con i loro vero nome (recessione), si fa sempre più strada l’idea che la risposta stia in soluzioni di tipo autarchico, una sorta di ognuno fa per se salvifico e risolutivo. E’ una idea assolutamente da contrastare come dimostra anche l’esperienza italiana, malgrado le modalità non certo felici di ingresso nell’Euro e la mancata prevenzione di facilmente ipotizzabili fenomeni speculativi, una esperienza di stabilità nell’ambito di un mercato più vasto e passabilmente omogeneo. In questa direzione è necessario un rinnovato impegno di per solidificare ed implementare i rapporti di collaborazione tra le due sponde del Mediterraneo. Inutile dire che non siamo contenti di come vanno le cose. Non siamo contenti per le pericolose linee di sottovalutazione delle tematiche ambientali che stanno risorgendo a livello europeo e nazionale . Non siamo contenti delle palesi violazioni al Codice Ambientale, a sua volta manomesso soltanto qualche mese dopo la sua sofferta approvazione, con la scusa di emergenze malamente affrontate prima e dopo. Non siamo contenti del ruolo caudale ed ancillare assegnato ad interventi necessari per risolvere situazioni che condizionano il nostro presente e soprattutto il nostro futuro. Non siamo contenti perché ci si ostina a non capire che iniziative ambientalmente consapevoli possono essere anche economicamente produttive. Non siamo contenti perché vengono messi in campo interventi modesti per sostenere le energie alternative e rinnovabili, in una difesa neanche troppo dissimulata di interessi e situazioni precostituite. Non siamo contenti perché assistiamo – anche e soprattutto nell’ambito della presente crisi- a fenomeni di speculazione di dimensione planetaria, sulla spalle delle famiglie, della categorie e delle situazioni locali meno protette, e dei Paesi con economie strutturalmente deboli. Anche per questo, come sempre, Mareamico si mette a disposizione di tutti gli interlocutori per favorire le ragioni del dialogo, della collaborazione internazionale, della amicizia tra i Popoli. Tale disponibilità troverà concrete forme di esplicazione con iniziative che verranno assunte sul territorio a partire da un Convegno sul tema caldo della compatibilità tra sviluppo aree terrestri e marine protette che si terrà a Portoferraio il 21 dicembre p.v. Fautori, come siamo, della necessità di superare un ambientalismo di maniera o troppo caratterizzato dal punto di vista ideologico e politico, ci aspettiamo che in quella occasione il nostro messaggio venga percepito così: forte e chiaro.
Lucchesi Pino 1