Da otto anni Portoferraio - secondo il Vice-Presidente della Commissione Regionale Ambiente Andrea Agresti - vive seduta su una bomba ecologica a orologeria: sono i 6 mila metri cubi di calcestruzzo contaminato con il peggio della chimica che giacciono dal 1999 nell'area del cantiere navale Esaom. Lo sanno tutti ma non fa nulla nessuno. Lo afferma, in una nota rilanciata da un'agenzia - il consigliere regionale di An-Pdl annunciando in merito un'interrogazione. Agresti chiede alla Regione "spiegazioni per la mancanza di documentazione richiesta fin dal 2005 e mai arrivata" e "un intervento urgente per bonificare l'area e tutelare così la salute dei cittadini, residenti e turisti, che si trovano ad affrontare rischi di inquinamento di aria, acqua e terreni soprattutto dopo che, nel luglio scorso, parte dei cubi sono stati mossi". Il consigliere ricorda come "tra i risultati della movimentazione c'è stato anche lo sgretolamento dei cubi, che ha sprigionato pericolosamente le sostanze tossiche contaminanti. Una situazione intollerabile, oggetto secondo Agresti di un immobilismo incredibile da parte, oltre che delle istituzioni, anche delle autorità giudiziarie". Fin qui la nota, alla quale c'è da aggiungere una serie di informazioni, la prima delle quali riguarda il fatto che quel materiale compattato in cubi e "legato" con il cemento proveniva oltre che dalla demolizione della vecchia cementeria, dal dragaggio delle aree del golfo portoferraiese più o meno contigue allo scalo marittimo ed alle antiche attività industriali. Si deve ricordare che c'è anche tutta una "collinetta" di fanghi e materiali di resulta accumulata sull'altro lato del piazzale, coperta ormai da vegetazione spontanea e le cui non proprio tranquillizzanti viscere dovrebbero essere "digerite" ed inertizzate da batteri anaerobi, una tecnica sperimentale che però occorrerà valutare se darà gli attesi risultati. E c'è pure da sottolineare che di depositi dei blocchi ce n'è pure un'altro, probabilmente più pericoloso ancora, perchè situato ad una quota maggiore e quindi in grado di spargere le polveri derivanti dal degrado dei blocchi su un'area più vasta della città. Ci riferiamo (come viene documentato dalla foto n. 2 qui a destra) ai cubi posti nel piazzale antistante l'antica centrale elettrica già usato come parcheggio ed ora detenuto da privati ed inaccessibile. In pratica una terrazza domina la popolosa zona di via Buozzi, Piazza Dante, Viale Elba. Peraltro nessuno ci ha saputo spiegare con quale autorizzazione quei blocchi siano stati spostati dal Piazzale Esaom e collocati là. Ma tornando a Concia di Terra ci risulta una certa irritazione in Biscotteria, perché la giunta Peria non è riuscita ancora a vedere risolta dall'ESAOM una spinosa questione che aveva "ereditato" dal centrodestra. A quanto abbiamo appreso, dopo un sopralluogo condotto a fine luglio, il comune aveva prescritto all'ESAOM di procedere oltre apposizione dei teli sulla recinzione (che è stata eseguita, foto n. 3) anche al ripristino della strumentazione per il monitoraggio delle sostanze chimiche presenti ed alla copertura dei blocchi con materiale idoneo ad evitare lo spolvero dei materiali erosi, operazioni le ultime due che a distanza di 60 giorni non si sarebbero ancora sostanziate. E' probabile che la Giunta portoferraiese riprenda nei prossimi giorni l'iniziativa, probabilmente correlandosi con la Provincia di Livorno alla quale spetta il compito di verificare gli interventi di bonifica e monitorarli avvalendosi dell'ARPAT.
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