Dalla fine di Luglio di quest’anno, l’Associazione per la Difesa dell’Isola di Pianosa ha messo a disposizione gratuita dei visitatori della mostra alcune cartoline, non affrancate, già indirizzate all’Ente Parco Arcipelago Toscano. Con queste cartoline i visitatori stessi avrebbero potuto liberamente esprimere un commento sulla visita a Pianosa. L’Associazione non è a conoscenza né della quantità di cartoline recapitate al Parco né del loro contenuto. Si può comunque supporre, a seguito di contatti informali con alcuni dirigenti dell’Ente, che non siano state poche e che il loro tono fosse critico, rivolto soprattutto allo stato di abbandono delle strutture, e forse non gratificante per chi le ha ricevute. La scelta di indirizzarle al Parco è dovuta alla convinzione dei soci dell’Associazione che, fra tutti gli Enti, che si dovrebbero occupare di Pianosa, l’Ente Parco svolge una funzione primaria e centrale. L’Associazione, ma anche molti cittadini “normali” riconoscono all’Ente Parco il ruolo di “primo attore” nella gestione e nella programmazione del futuro dell’isola. Le concessioni dei permessi, qualunque decisione o possibile attività sono tutte emanazioni dell’Ente Parco. Il Parco ha compiti direttivi, o almeno di coordinamento tra gli Enti interessati. L’ obiettivo dell’Associazione era quello di dare voce al pensiero e ai desideri delle tante persone che venivano a visitare Pianosa e la Mostra Fotografica. L’Associazione ha fatto si che questa voce si potesse sentire e che ad ascoltarla fosse chi è deputato a proteggere, salvaguardare e valorizzare l’isola. Il Parco è un Ente pubblico e, come tale, riteniamo debba tener conto dei giudizi, dei desideri e anche dei bisogni dei cittadini. Questi cittadini probabilmente vedono nell’avanzato degrado delle strutture dell’isola il riflesso del suo abbandono, lo spreco del denaro e delle risorse pubbliche impiegate nel passato, ma soprattutto la mancata valorizzazione di un patrimonio storico e culturale di straordinario valore. Per Pianosa, l’Associazione, e forse anche molti altri, interpretano l’ambiente e la sua tutela in un quadro più ampio, fatto non solo di natura, aria pura, acque turchesi e cristalline, ma anche di conservazione e valorizzazione di ciò che altri uomini hanno realizzato in passato; le Catacombe come le case, la Chiesa come la Torre dell’orologio, il porticciolo... sono tutte opere che non danneggiano l'ambiente né limitano alcuna tutela di esso, ma al contrario sono parti integranti e caratteristiche dell'ambiente stesso e testimonianze concrete della storia recente. Opere che per l' effetto del tempo e della scarsa progettualità dei vari soggetti ed Enti, stanno andando alla rovina. L’Associazione fa quello che può, il restauro delle Cappelle del Cimitero è stato finanziato completamente dall’Associazione e con i contributi volontari dei visitatori. Chiediamo al Parco di voler spendere la sua volontà anche per programmare un piano di recupero e fruizione dell’isola; l’Associazione offre in tal senso la più ampia collaborazione. L’Ente Parco, quindi, non riconosca in questa iniziativa un attacco alla sua immagine o alle sue attività, ma recepisca e valuti il pensiero e le aspettative delle tante persone che visitano il territorio di Pianosa. Se l’Ente parco riconosce nelle cartoline un valore positivo, se ritiene le eventuali lamentele e critiche fondate e se individua che diversi e numerosi sono i responsabili della situazione, allora l’Associazione chiede all’Ente Parco di condividere “il peso” di queste cartoline con chi ritiene colpevole di questo forte disagio. In pratica, se questa iniziativa ha evidenziato un problema, ora il Parco si rivolga agli altri Enti interessati rendendoli partecipi dei giudizi espressi.
pianosa catacombe