La Carovana del Teatro itinerante arriva a Porto Azzurro e subito si metterà in cammino risalendo verso la Fortezza Spagnola che ospita la Casa di Reclusione, dove ci sono coloro che per il momento hanno dovuto interrompere il proprio viaggio scendendo ad una fermata obbligatoria. Sabato 23 novembre lo spettacolo Terre di Babele, testo e regia di Pietro Cennamo, voluto e sostenuto da vari Centri di Teatro Interculturale della Toscana, farà tappa a Porto Azzurro: al mattino con una rappresentazione dentro il Carcere e nel pomeriggio, alle 17:00, in piazza Matteotti, con una rappresentazione aperta a tutti. La mattina sarà un incontro che scandirà la prima tappa di uno scambio culturale tra gli attori delle Terre di Babele e la Compagnia Il Carro di Tespi composta dai detenuti, che porteranno il loro contributo rappresentando Artuà, il suggestivo lavoro autobiografico che debuttò l'anno scorso, per la prima volta fuori dalle mura del Carcere, al Teatro dei Vigilanti. In quell'occasione Artuà incantò e commosse il pubblico presente per l'efficacia rappresentativa della vita dei reclusi e per il dipanarsi nel racconto di una voce interiore, solitaria e corale, Artuà appunto, che raccontava i pensieri più profondi al di sotto delle maschere e dei pigiami a strisce che ognuno doveva inevitabilmente indossare ogni giorno per provare a resistere in una cella. Lo spettacolo venne ripetuto anche per gli studenti delle scuole superiori, e in quel caso gli attori ormai divenuti padroni delle loro parti e disinvolti sulla pedana di un teatro vero, riuscirono nella difficilissima impresa di conquistare un pubblico di adolescenti distratti, e di arrivargli dritti come treni a toccargli il cuore. Sabato sarà un altro passo verso l'esterno, nonostante questa volta non si riaprano le porte del Carcere, ma sarà lo stesso un momento di confronto con le altre voci di Terre di Babele. Terre di Babele è un luogo di eventi e di narrazioni della memoria, dell'immaginario individuale e della comunità, dei linguaggi, dei "luoghi e dei non-luoghi", della vita e dell'esperienza personale e collettiva. E' un luogo in cui si muovono "testimoni", non testimonianze, dove si incontrano donne e uomini, giovani e anziani, culture diverse. L'evento "teatrale" narra la storia di un viaggiatore che ha ed ha avuto come compito quello di raccogliere i racconti che nascono dalle memorie di tutti coloro che hanno avuto voglia di raccontarle, di coloro che hanno avuto l'acume di confrontarsi, di lasciare a lui i propri ricordi così che egli possa a sua volta narrarli e far sì che si materializzino là dove lui vuole. Dopo la rappresentazione che si svolgerà nel non-luogo del Carcere, Terre di Babele si ritroverà a parlare di sé davanti al mare della piazzetta di Porto Azzurro.