Ho trovato molto singolare l'A Sciambere di del 20 agosto. In quell'editoriale il direttore del quotidiano on-line Elbareport si lascia andare ad alcune considerazioni sul fenomeno del proliferare dei blog nella nostra Isola. Il direttore esordisce così: "La rete che ha velocizzato la circolazione delle notizie ha dato pure "voce" a chi non l'aveva, ma gliel'ha data senza andare molto per il sottile, senza badare a chi veniva consegnata la "licenza di parlare", lo ha fatto in maniera fredda e acritica." Insomma il buon direttore se la prende con quella che forse è la più grande rivoluzione democratica dei nostri tempi, quella che ha dato a ciascuno di noi la possibilità di trovare uno spazio dove esprimere le proprie idee. In tempi in cui si denuncia da sempre più parti l'omologazione e l'appiattimento dell'opinione pubblica questo passaggio va senza dubbio contro corrente. E poi chi decide chi ha diritto di parola? Lei direttore? Comunque riesco a capire che una tale ubriacatura democratica possa creare non pochi problemi a chi in passato non ha avuto remore nell'applaudire l'invasione sovietica in Cecoslovacchia. Ma andiamo avanti. Il direttore poi continua dicendo come la proposta del fu ministro Mastella di parificare i blog agli organi di informazione sarebbe squalificante per quest'ultimi. Beh caro direttore di quali organi stiamo parlando? Del suo? Di quelli nazionali che danno faziosamente notizie false e non si preoccupano delle smentite? Di quegli organi che vivono delle sostanziose elemosine dei partiti? Quell'informazione italiana, per dirla alla Travaglio, "cane da guardia del potere"? Penso che più squalificata di così... Il direttore poi, en passant, lancia li un paio di parole che a qualcuno pussono non dire niente ma ma in realtà sono un manifesto di intenti: "un comunicatore non autorizzato". Cosa vuol dire autorizzato? Semplice gli unici che hanno diritto di fare informazione, e opinione, sono i giornalisti regolarmente iscritti all'ordine. Perché di questo si tratta. Difesa dei diritti e dei privilegi della casta dei giornalisti. Personalmente continuo ad assere favorevole alla cancellazione degli ordini professionali. E lei direttore? In conclusione il direttore liquida i blog e invoca il momento in cui essi saranno luoghi più calmi dove si potrà giungere a un proficuo scambio di idee. Conclusioni errate dettate da un punto di partenza errato, non si può dare per buona l'equazione "blog=guestbook", sono due cose completamente differenti. Caro direttore, la invito a farsi un giro per la blogosfera, si accorgerà come la sua descrizione dei blog possa essere giusta solo per uno o due dei guestbook presenti sull'Isola, in tutto il mondo i blog sono già quello che lei pensa che possano diventare e per quelle che lei chiama "reati che vi si compiono", beh per quelli ci pensano le leggi italiane.... Dario Ballini Caro signor Ballini le restituirò il "Lei" di cui mi gratifica e per iniziare le domando: Come si permette Signor Ballini di affermare che io avrei plaudito l'invasione della allora Cecoslovacchia da parte dell'Unione Sovietica? Chi le ha raccontato questa gigantesca puttanata? La informo che all'epoca avevo 20 anni tondi tondi e come molti comunisti della mia generazione avevo guardato con grande simpatia alla "rivoluzione" di Dubceck e Svoboda, alla "primavera di Praga". Personalmente vissi come un dramma quei giorni d’agosto, ricordo di aver plaudito alla notizia (che mi fu data da Lamberto Lungonelli che potrebbe confermarle) con un bel moccolone, ricordo quasi ogni minuto delle prime ore di quel golpe antidemocratico (e controrivoluzionario), e di aver giudicato la presa di distanza del PCI di Luigi Longo troppo tenera, così come ricordo il disgusto che mi provocò appena qualche anno dopo il toccare con mano l’assenza di libertà di un popolo oppresso da un regime poliziesco, visitandola, la Cecoslovacchia. Poi in ordine sparso: io non ho fatto equazioni tra blog e guest-book ma esattamente il contrario, ho detto che ci sono dei guest-book che vengono definiti erroneamente “blog” (come ad esempio “Camminando”) perché tecnicamente non lo sono, ma era con tutta evidenza soprattutto al popolo dei frequentatori di questi guest-book (che tutti chiamano blog) a cui si riferivano le mie personali opinabili annotazioni. Il diritto di parola ce l’hanno tutti Ballini e dopo avermi fatto passare per filosovietico, spero non mi appioppi anche la caratteristica di conculcatore delle libertà in rete le cui potenzialità “democratiche” se mi consente avevo scoperto, come molti altri, qualche anno prima delle sue un poco pretenziose lezioncine. Creda che nelle mie intenzioni non c'era quella di denigrare né il suo blog né altri. Cosa è un organo di informazione e cosa non lo è, chi lo decide? Tagliando corto io penso che lo decidano caratteristiche e “mercato” o meglio utenza, se permette rovescio la questione e le dico che per me si è in presenza di un organo di informazione laddove il prodotto sia intelligibile (leggasi confezionato con un minimo di professionalità, linguisticamente corretto, graficamente leggibile), sia affidabile (leggasi rispettoso di una sua periodicità), sia fruibile e fruito (se lo legge chi lo scrive, suo cugino e tre amici non basta). Confermo: obbligare guest-book e blog alla firma di un giornalista responsabile sarebbe sbagliato sia perché rappresenterebbe una intollerabile limitazione della libertà di comunicare (e qui immagino che sia costretto a darmi ragione) sia perché si vestirebbe da organi di informazione delle cose che non rispondono ai criteri di cui al precedente ragionamento, ergo sarebbe dequalificante per chi fa veramente informazione. Sul punto “chi fa veramente informazione”, la mia visione è un po’ meno apocalittica (e se mi consente pure un po’ meno qualunquista) della sua, vero che in Italia ci sono dei giornalisti velinari, degli asserviti al potere economico e politico, e che l’editoria (cartacea, radiotelevisiva, on-line) propone anche delle autentiche schifezze, ma esistono ancora giornalisti onesti e professionalmente preparati dei più diversi orientamenti politici che continuano a fare il loro dovere (comunque citare Travaglio non so se le conviene tanto, visto quello che dice del suo partito, il PD, e del rapporto che ha con l’informazione) . Sugli ordini professionali il mio punto di vista non è del tutto definito ma diverso dal suo e (talvolta mi capita) diverso da quello della sinistra, lo sintetizzo: non me ne frega niente se si mantiene o si cassa l’ordine dei giornalisti, mi basterebbe che i criteri con cui si selezioneranno i futuri pubblici informatori fossero più seri delle scuole-barzelletta (ce ne sono accanto a quelle serie) che hanno sfornato tanti “polli di batteria” e dei finti tirocini sulle testate di comodo, non ho la ricetta ma vorrei un accesso alla professione rigidamente meritocratico. Il modestissimo giornale che dirigo è annoverabile tra gli organi di informazione degno della sua considerazione? non lo so giudichi lei. Guardi Ballini visto che lei si presenta come profondo conoscitore della rete, non le darò il numero delle migliaia di lettori giornalieri, ma gli “hits” del mese di Luglio, che come lei mi insegna è un dato di traffico ancor più significativo: sommano 2.011.834 media giornaliera 64.897, per un totale di 47.833.056 Kbytes movimentati. Un po’ di gente quindi lo legge, qualche buona firma (gratuitamente) di tanto in tanto ci appare (Bartoloni, Drusiani, Gasparri, Giannì, Lucchesi, Moschini, Tanelli, Totano, Tozzi ed altri), non mi pare che ci sia partito, loggia, comitato d’affari o cordata imprenditoriale che vantino proprietà o pilotino linea e contenuti, quasi tutto quello che arriva in redazione viene pubblicato … per me ha tutta l’aria di un giornale libero. Non ho difficoltà ad accettare il suo suggerimento finale, pure perché blog e guest-book che ci interessano più da vicino li leggo spesso (per quel che posso, ho pure da lavorare) , ma non commetterò l’errore di scambiare, come qualcuno scriveva qualche giorno fa, l’opinione del popolo dei blog e dei guest-book per l’opinione pubblica. Probabilmente ci troverò quello che ci si trova: la manifestazione di qualche idea interessante, qualche spunto di riflessione, qualche banalità, qualche favata, qualche richiamo disperato alla particella di sodio della pubblicità “C’è nessuno?”, alcune rivisitazioni cartesiane: “Digito ergo sum”. Spero di aver ottemperato ai suoi preziosi suggerimenti e risposto ai suoi molti interrogativi, la lascio con una preghiera: se può, scenda un poco dal pero, che è meglio.
Blog stretto