Mi rendo conto della difficoltà che si incontrano nel campo dell’emergenza idrica, tuttavia non mi è piaciuta affatto la dichiarazione di Asa, che tenta di mettere sul banco degli imputati i sindaci dell’Elba, “rei” di aver consentito chissà quale pressione urbanistica. L’Elba, come ho sempre sostenuto, deve vivere e deve potersi sviluppare, e l’acquedotto sottomarino è stato costruito e finanziato per l’isola. Se oggi questo approvvigionamento è ridotto rispetto al dovuto non lo si può certo imputare a chi di questa situazione è vittima. Ci sarebbe da chiedersi, poi, come mai queste lamentele per l’eccessivo sviluppo non siano state avanzate per la Val di Cornia, che ha avuto - quella sì - un boom edilizio notevole, o ancora come mai non si facciano investimenti all’Elba per ridurre le perdite che sembrano essere intorno al 45%, o perché non si incentivi né si premi chi - come il Comune di Rio Marina - a propria cura e spese, ha sostituito parti importanti della rete idrica e fognaria, compito questo che spettava ad Asa. Il gestore riscuote la quota tariffaria per la depurazione, che in molti luoghi dell’Elba non viene fatta. Inoltre non fa manutenzioni, se non come tamponamento di emergenze, devastando peraltro le strade. Il problema è che Asa sta scontando debiti pregressi assunti a Livorno, tanto che non paga neanche il modesto canone delle reti dovuto ai Comuni. Da tempo chiedo senza risposta quanto l’Asa incassa all’Elba e quanto per l’Elba spende. Non vorrei che l’isola fosse considerata solo una voce d’entrata. In ogni caso non si può far pagare all’Elba lo sviluppo della Val di Cornia. Per tutte queste ragioni Asa non è in condizioni di fare polemiche o di dare lezioni. Non è comunque il caso che un’azienda di servizi, peraltro monopolista, assuma posizioni accusatorie verso le istituzioni, impegnandosi in valutazioni che non le competono. Comunque, io non cerco la rissa, cerco un confronto serio, che finora da parte dell’azienda non c’è stato.
bosi fascia