Sono trascorsi quattro interminabili anni da quel giorno del 2004 in cui delle persone innocenti furono brutalmente incarcerate e ferite nella loro dignità; complice, soprattutto, la reazione della prima ora del mondo politico, ingigantita in modo spropositato dal clima infuocato della campagna elettorale. Oggi, finalmente è stata resa giustizia; è una grande vittoria, anche se arrivata troppo tardi. E’ una vittoria per chi ha subito direttamente e per tutti coloro che sono sempre stati solidali e che mai hanno messo in discussione l’integrità morale delle persone coinvolte. Per questi non c’era bisogno di una sentenza: i rapporti interpersonali sono sempre stati caratterizzati dalla stessa fiducia e stima di sempre; ma è stata necessaria per tutti coloro che dal primo momento hanno tenuto atteggiamenti di scherno e derisione ed hanno assunto atteggiamenti di giustizia sommaria; per tutti coloro che, non badando ai risvolti umani della vicenda, hanno teso a condizionare fortemente la vita amministrativa della nostra città. Nei primi due anni della nuova amministrazione abbiamo subìto pubblicamente il martellamento continuo di esaltazione di una nuova era caratterizzata da un’azione amministrativa legittima volta alla riaffermazione della “LEGALITA’”. Fermo restando che non è un vanto muoversi nella legalità, ma un dovere; oggi scopriamo che non c’era nessuna legalità da riaffermare, una legalità mai venuta meno. Il nostro obbiettivo, l’obbiettivo della politica, non deve essere quello di cavalcare la tigre, di strumentalizzare le vicende personali perché qualcuno ci reputi migliori, infierendo nei confronto di chi attraversa momenti di difficoltà, tanto più quando sono nostri concittadini. Nessuno deve permettere che il sentimento umano che ci caratterizza venga ad essere offuscato dalle differenti ideologie politiche. Il nostro dovere di concittadini, oggi, è quello di restituire dignità a tutti coloro cui fu ingiustamente sottratta, e per chi non è più con noi, è nostro dovere farlo attraverso il il ricordo e la testimonianza. Certo la verità non riporta alla vita i morti, ma libera dal silenzio e , sicuramente, è il giusto tributo a chi ha patito violazioni e ingiustizie . Un pensiero affettuoso a tutte le persone coinvolte ed un abbraccio particolare alla famiglia del Dott. Ageno irrimediabilmente colpita da questa triste vicenda.
Marini Roberto testina