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Controcopertina: Scuole medie di Portoferraio, fine anno tra novità e timori

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 15 giugno 2008

Sono 10 i ragazzi della scuola media di Portoferraio non ammessi alla classe superiore, tra cui cinque stranieri. Rispetto ai venti bocciati dello scorso anno, caso che fece scalpore, nei consigli di classe sembra abbiano prevalso criteri di valutazione più completi, quelli che non considerano solo i risultati scolastici, ma anche la crescita personale dei ragazzi, la loro affettività, la curiosità di spalancare gli occhi sul mondo, tenendo ben presenti le peculiarità della scuola dell’obbligo. Per il bilancio finale occorre però aspettare l’esito degli esami. I ragazzi di terza in questi giorni stanno infatti affrontando una lunga sessione, i primi esami della loro vita, che si svolgono al termine del primo ciclo di studi. Quest’anno, oltre le canoniche quattro prove scritte, italiano, inglese, matematica, seconda lingua (francese o tedesco), c’è la novità della cosiddetta quinta prova ministeriale. Si tratta di un’ulteriore verifica di italiano e matematica, uguale per tutti gli studenti d’Italia. Una sorpresa per gli insegnanti, uno spauracchio per i ragazzi. Successivamente inizieranno gli orali, dove i candidati dovranno esporre le “tesine” su un argomento interdisciplinare, scelto tra quelli affrontati durante l’anno. Ospiti discreti sono gli studenti di Nomadelfia, la comunità cristiana fondata da Don Zeno alle porte di Grosseto. I ragazzi, una decina, si presentano alle medie di Portoferraio come privatisti, avendo studiato nella scuola autogestita dalla comunità. Accompagnati dai loro insegnanti, affrontano una doppia prova: gli esami ed il confronto con una società diversamente organizzata. Tra i bocciati, colpisce il fatto che la metà sia composta da ragazzi stranieri. Un segnale che indica la scarsa preparazione della scuola italiana ad affrontare questo capitolo. D’altronde, l’ulteriore giro di vite alla legge contro l’immigrazione clandestina non fa ben sperare per i prossimi anni. In un Paese in cui la priorità è impegnare mezzi e risorse per “escludere” i migranti, in cui gli scarsi investimenti per l’istruzione saranno ulteriormente ripartiti tra scuole pubbliche e cattoliche, difficile pensare che si possa sviluppare una particolare sensibilità su questo argomento. A meno che non si voglia affrontare il capitolo "sicurezza" con un approccio più culturale (di "mediazione culturale" più che di "integrazione", perchè quest'ultima suona anch'essa come una forzatura) invece che furiosamente repressivo.


studenti medie esami

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