I “revisionisti della 394” del PD elbano sono serviti: come volevasi dimostrare sono andati a sbattere violentemente il muso contro il secco “la 394 non si tocca” di Ermete Realacci (comunicato per solidarietà pure direttamente a Mario Tozzi) e con la fermezza sul punto di Claudio Martini, così, dopo i disastri diplomatici iniziali pasticciati sul posto, per ricucire tra Parco e PD entrano in campo i livelli più alti. Si potrebbe iniziare, per raccontare questo nuovo corso, dagli impegni assunti al termine dell’incontro tenutosi a Portoferraio tra Tozzi ed il P.D.: quelli di continuare un costruttivo confronto su temi e punti concreti quali: Piano del Parco, A.M.P., Piano di Sviluppo Socio-Economico, Regolamento delle Zone a Protezione Speciale, Turismo sostenibile e la partita degli ungulati, ma comprendendo bene i diversificati ruoli di una (sia pure importante) forza politica e l’istituzione Parco. Si era partiti dalle rappresentazioni delle necessità “sviluppistiche” gli esponenti locali del PD Mazzei e Peria (accompagnati dal segretario della federazione Tortolini) e con la necessità di realizzare nuove infrastrutture (quali ad esempio i porti turistici) e la replica di Tozzi: “Potete fare benissimo quello che ritenete opportuno fuori dai confini del Parco, e quindi dalle nostre competenze, quello che non ci potete impedire è di avere una visione diversa “ecologica” ed un giudizio negativo delle strutture a forte impatto ambientale ed alla politica di consumo del territorio”. Diverso il tenore dell’intervento di Tommaso Franci (ex assessore regionale all’ambiente ora responsabile delle politiche ambientali del PD) preoccupato non solo di superare le contrapposizioni locali, ma anche, a suo dire, della responsabilità del PD di rappresentare la cultura ecologista e conservazionistica, oltre a quella “politica” di una vasta area di cittadini che per le vicissitudini elettorali non hanno trovato rappresentanza in parlamento. Una cosa a nostro avviso è palese: il PD elbano dovrebbe elaborare una sua autentica politica ambientale di cui attualmente è sprovvisto, essendosi limitato fino ad oggi a rincorrere la destra sul terreno della più gretta demagogia e del liberismo edificatorio (i disastri campesi e riesi stanno là a dimostrarlo). Di più, il PD elbano ha scavalcato la destra, che strizza l’occhio in loco agli antiparco, ma a livello nazionale compie rigide scelte conservazionistiche, nell’attacco a testa bassa alla 394. Se il PD non lo farà se non approfitterà anche delle occasioni di confronto per darsi delle linee che valgano da Punta Nera a Capo Vite, dovrà preoccuparsi parecchio, anche in vista delle prossime consultazioni elettorali, che già non promettono bene, ed in vista delle quali se, come ha già fatto a Portoferraio, rompe con l’ambientalismo e con la “sinistra sostanziale”, fa hara-kiri. (nella foto Tommaso Franci)
tommaso franci