Torna indietro

Zecche: istruzioni per il loro non uso

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 10 giugno 2008

Attenzione ma non allarmismo! Divieto di passaggio ?!…… La Borrelia può essere trasmessa all’uomo provocando la malattia di Lyme. Questa patologia è stata accertata per la prima volta nel 1975 negli Stati Uniti. PREMESSO CHE LE ZECCHE INFETTATE SONO MOLTO MENO DELLE ZECCHE PRESENTI, se si viene punti RARAMENTE SI CONTRAE L’INFEZIONE. NON BISOGNA ASSOLUTAMENTE ALLARMARSI POICHE’ L’ATTEGGIAMENTO CORRETTO E CONVENIENTE E’ QUELLO DI STARE ALL’ERTA E VERIFICARE SE SI PRESENTANO I SINTOMI DELLA MALATTIA. In ogni caso, una volta che la zecca è stata tolta, l’importante è osservare cosa succede nell’area colpita. Se sulla cute si manifesta (compare entro 3- 30 giorni) un alone rosso di circa 15 cm di diametro (Eritema cronico migrante) è possibile che si tratti della malattia di Lyme. Se si avvertono altri sintomi di malessere a carico di vari organi è opportuno consultare un medico. L’infezione può presentare diversi aspetti clinici come artralgie, dolori tendinei, congiuntiviti, ecc. Rivolgendosi ai presidi sanitari viene valutata la terapia idonea a base di antibiotici secondo la sensibilità del paziente e secondo il grado di infezione contratto. I nostri consigli per vivere la natura all’aria aperta Al di là della questione zecche, le escursioni sulle isole dell’Arcipelago Toscano permettono di visitare ambienti naturali ancora molto ben conservati. In tutti gli ambienti vivono animali selvatici che occupano territori più o meno grandi. Spesso non è facile osservarli da vicino perché rifuggono il contatto con l’uomo. Per potere osservare la fauna e la flora bisogna accostarsi al mondo naturale con un po’ di discrezione, utilizzando un binocolo o una piccola lente per ingrandire le forme minuscole. In natura ci sono molti meno pericoli che in città. E’ pertanto fondamentale ridurre i timori che condizionano il visitatore che non ha molta dimestichezza con l’ambiente naturale. Alcuni comportamenti, come l’immediata apprensione nei confronti del volo delle vespe, o la forte diffidenza nei confronti di tutti i serpenti o dei ragni si possono modificare con una migliore conoscenza ed educazione ecologica. La cautela è necessaria, ma la repulsione o la paura infondata giocano un ruolo negativo nella percezione di ciò che è pericoloso o quello che più semplicemente non è gradevole da vedere o da avvicinare. L’esplorazione degli ambienti naturali peraltro può essere un valido antidoto di rigenerazione al nostro modo di affrontare il quotidiano e, soprattutto nei luoghi belli e protetti, può diventare un’ esperienza stimolante. Vi sono guide bravissime che possono accompagnare i visitatori in escursioni affascinanti aiutando tutti a scoprire i segreti della natura. Consigli e informazioni possono essere richiesti al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e-mail: info@islepark.it – www.islepark.it A PROPOSITO DI ZECCHE… Impariamo a conoscerle meglio Le zecche non sono insetti ma organismi affini ai ragni, come i pidocchi, le pulci e gli invisibili acari della polvere. Sono presenti in tutto il mondo. Ogni femmina depone migliaia di uova che originano larve piccolissime che devono fare un primo pasto di sangue per diventare ninfe “adolescenti”! Per questo sono dotate dell’organo di Haller che è in grado di captare i segnali chimici prodotti dal corpo di un animale che si muove nelle vicinanze. Il primo ospite è di solito un piccolo roditore. Quando sono sazie le zecche si staccano e rimangono quiescenti, poi dalla primavera del secondo anno di vita sono pronte per cercare un nuovo ospite di maggiori dimensioni per alimentarsi e proseguire così lo sviluppo. Si spostano sugli steli d’erba e attendono l’avvicinarsi di un passante che permetterà loro di compiere l’ultimo stadio e diventare adulte. Di solito questa fase corrisponde alla forma più cospicua di infestazione. Gli animali possono rimanere inattivi anche a lungo ma devono necessariamente fare una nuova scorpacciata di sangue per riprodursi. Sul corpo dell’ultimo ospite avverrà anche l’accoppiamento: le femmine mature si lasceranno cadere a terra concludendo la loro vita con l’emissione delle uova per dare origine alla nuova generazione. Identikit delle zecche Come proteggersi Tra noi e loro non corre buon sangue! Il riconoscimento di questi animali è facile a prima vista anche se sono piccoli: si distinguono zecche dure e a corpo molle. Gli esemplari cambiano aspetto durante le diverse fasi di crescita. Le larve, pressoché invisibili, hanno 6 zampe ma gli stadi giovanili e adulti hanno 8 zampe. Il corpo è sempre rotondeggiante e la testa termina con un rostro. Sono animali a sessi distinti e spesso le femmine sono più grandi dei maschi. Risulta invece piuttosto difficile determinare correttamente le diverse specie perché i caratteri distintivi non sono di immediata percezione. Le indagini effettuate nei nostri ambienti naturali hanno permesso ora di individuare esemplari di alcune specie del genere Ixodes e del genere Hyalomma. Nelle aree in cui è segnalata la presenza di zecche conviene indossare indumenti leggeri e morbidi, infilando i pantaloni nei calzini, proteggendo le braccia e raccogliendo i capelli lunghi. Gli abiti chiari favoriscono il controllo visivo per la scoperta immediata di esemplari in movimento che percorrono il tessuto per raggiungere la pelle. Tornando a casa, l’esame visivo deve quindi proseguire anche sulla superficie corporea. Si devono controllare in particolare i punti con reticolo venoso superficiale come ascelle, inguine e cuoio capelluto perché l’infissione non avviene prima di 12 – 18 ore. E’ opportuno infine effettuare un lavaggio accurato (doccia) per allontanare eventuali esemplari sfuggiti all’ispezione immediata. Cosa fare se una zecca si e’ fissata Se una zecca ci ha punto, bisogna asportarla il più rapidamente possibile poiché meno l’animale rimane attaccato alla cute, minore è la probabilità che possa inoculare un agente patogeno. Se il punto colpito non è facilmente osservabile, bisogna verificare con attenzione come è posizionato il parassita. Il modo migliore è afferrare la zecca con una pinzetta il più possibile vicino alla cute e tirarla, senza strappi, con una delicata rotazione per evitare la rottura della porzione del rostro inserita nella pelle. L’uso di irritanti, quali etere o petrolio, o la goccia d’olio sulla zecca non hanno particolare efficacia. Le pratiche e i rimedi popolari spesso cambiano da luogo a luogo, ma è conveniente affrontare la questione in termini sanitari corretti. Le zecche possono essere vettori di batteri patogeni che si annidano all’interno del loro corpo Per questo motivo quando gli esemplari si attaccano per alimentarsi di sangue possono infettare l’ospite. La zecca riesce ad attaccarsi grazie ad un rostro che funziona come un piccolo trapano; l’animale emette sostanze anestetizzanti per fissarsi e può quindi iniziare a succhiare sangue senza dare troppo fastidio all’ospite. Per questo motivo è opportuno ispezionare il corpo poiché ci si può accorgere della presenza del piccolo parassita solo dopo qualche tempo. Per immagazzinare molto alimento, la zecca filtra il sangue e rigetta la parte acquosa nel circolo sanguigno del mammifero colpito. In tal modo si può trasmettere l’infezione. Se l’animale viene strappato o schiacciato è più facile che rigurgiti e quindi va estratto con attenzione. Anche laddove le zecche sono numerose non è detto che i livelli di contaminazione siano elevati. Per evitare inutili allarmismi si segnala inoltre che anche gli esemplari risultati positivi alla presenza di un batterio, chiamato Borrelia,non sono automaticamente sorgenti di infezione. Ripetiamo ancora che l’annidamento nella cute non avviene tempestivamente ed è per questo che vale la pena pena prendere le precauzioni già ricordate. Se tuttavia si rinviene un animale attaccato non bisogna lasciarsi prendere dalla paura e fare cose insensate poiché, vi rassicuriamo che il rischio di contrarre malattie è molto limitato.


Zecche insetti

Zecche insetti