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Cacciatore sorpreso dalla Forestale mentre danneggiava un chiusino dei cinghiali

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 25 maggio 2008

Un cinquantenne riese, cacciatore e "cinghialatore" è stato sorpreso a Nisporto mentre manometteva una gabbia del Parco Nazionale per la cattura dei cinghiali. Denunciato dalla Forestale. Il personale del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Corpo Forestale dello Stato di Portoferraio ha individuato e denunciato un uomo che è stato sorpreso mentre, nei giorni scorsi, stava manomettendo una gabbia per la cattura dei cinghiali installata in una località vicina al centro abitato di Nisporto nel comune di Rio nell’Elba. Il posizionamento della gabbia faceva parte di un programma, messo in atto dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, finalizzato al controllo del numero degli ungulati presenti all’Isola d’Elba. La presenza di un numero eccessivo di animali sta infatti provocando, in molte zone dell’isola, una notevole serie di danni all’agricoltura ed alle infrastrutture, e costituisce una notevole fonte di pericolo nei confronti della circolazione stradale. Nel corso delle ultime settimane si erano verificati, in varie località dell’isola, diversi episodi di danneggiamento da parte di ignoti che avevano interessato numerose attrezzature di cattura che erano state rese inutilizzabili. Per questo motivo il Corpo Forestale dello Stato aveva messo in atto una serie di servizi mirati, nel corso dei quali è avvenuta l’individuazione della persona indagata sorpresa mentre stava cercando di rendere inefficace una delle gabbie messe in opera. L’episodio è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria e l’uomo è stato denunciato per i reati di danneggiamento e di interruzione di pubblico servizio. Corpo Forestale dello Stato Fin qui il comunicato del Corpo Forestale al quale c'è da aggiungere che il cittadino sorpreso in flagrante è un cinquantenne residente nel versante orientale, cacciatore ed usuale partecipante alle battute al cinghiale. Da segnalare che la vicenda ha dato modo a Legambiente di emettere un lungo comunicato, nel quale gli ambientalisti fanno il punto sulla vicenda dei danneggiamenti. Due su due: un altro cacciatore è stato beccato all'Elba dal Cta del Corpo Forestale dello Stato mentre cercava di sabotare una delle trappole che il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano ha messo in circa 40 siti per catturare i cinghiali che sono diventati un vero e proprio flagello per la biodiversità, l'agricoltura e i giardini dell'isola. Lo slogan "l'Elba agli elbani" si è presto trasformato in "i cinghiali sono nostri e nessuno li tocchi". Il sabotatore, che farebbe parte di una delle più note squadre di caccia al cinghiale dell'Elba, e noto per essere stato uno dei più accesi esponenti di quello che fu il movimento antiparco, è stato preso mentre nel cuore della notte danneggiava per l'ennesima volta la trappola situata nelle vicinanze di Nisporto, una località balneare nel Comune di Rio nell'Elba. «E' la conferma – dicono a Legambiente Arcipelago Toscano - che una frangia di cacciatori sta sabotando le trappole dei cinghiali del Parco, è infatti la seconda volta che uno di loro viene fermato mentre danneggia i "chiusini", causando un danno anche economico a tutta la collettività elbana. I danneggiamenti sono ripresi con forza quest'anno, sia per impedire la messa in opera di nuove trappole che come reazione al record di catture del 2007: oltre 750 cinghiali catturati nell'Area protetta. Evidentemente gli amici dei cinghiali ne vogliono mantenere tanti e disponibili per la caccia e il bracconaggio estivo. Dell'agricoltura e della difesa del territorio e dell'ambiente a questi attempati teppisti non interessa nulla». I sabotaggi si svolgono con modalità fantasiose: distruzione dei "chiusini", sabotaggi dei meccanismi di scatto per la cattura, liberazione dei cinghiali, spargimento di sostanze repellenti, fino ad arrivare a defecare all'interno della gabbia. Dopo la loro introduzione all'Elba negli anni '60 a scopo venatorio, i cinghiali (di origine centroeuropea e incrociati anche con i maiali domestici) hanno raggiunto il numero di 3 mila capi e si sono rivelati un vero e proprio flagello per l'agricoltura e stanno letteralmente mangiandosi la ricca e delicata biodiversità faunistica e vegetale dell'Elba, in particolare bulbacee, piccoli mammiferi, rettili, anfibi e l'avifauna nidificante sul terreno o nei cespugli. Legambiente si complimenta con il Corpo Forestale dello Stato e con il Parco per un'operazione che dimostra che le chiacchiere sugli "animalisti" filo-cinghiali o le ditte escluse dalla gestione delle trappole non c'entrano niente con i sabotaggi reiterati e continui, attuati per impedire che le catture di cinghiali abbiano successo, per poi magari andare in giro a dire che se ci sono troppi cinghiali è colpa del Parco Nazionale. «Noi crediamo che queste attività di incivile teppismo riguardino solo una frangia di cacciatori che usa questi sabotaggi vandalici e l'intimidazione per affermare un possesso tribale del territorio – dice il portavoce di Legambiente Arcipelago Toscano, Umberto Mazzantini – Ci appelliamo quindi ai cacciatori coscienziosi e rispettosi della legge e della civile convivenza, alle associazioni venatorie, perché isolino e denuncino questi vandali e li espellano sia dalle squadre di caccia al cinghiale che dalle associazioni di cui fanno parte. Chiediamo anche alle associazioni venatorie di costituirsi parte civile insieme a Legambiente negli eventuali procedimenti penali che riguarderanno questi sabotatori delinquenti. Solo con prese di distanza chiare e pubbliche, che purtroppo fino ad oggi non ci sono state, si potrà discutere serenamente di una efficace gestione venatoria fuori dal parco e di un'attività di cattura e di selezione all'interno dell'Area protetta, per affrontare davvero l'emergenza cinghiali che dura all'Elba da ben prima che fosse istituito il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano».


Chiusino ridotto cinghiali bagnaia

Chiusino ridotto cinghiali bagnaia

cinghiale più stretto

cinghiale più stretto

Umberto Mazzantini n.

Umberto Mazzantini n.