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I Verdi: Per lo sviluppo del Parco serve unità

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 08 luglio 2003

I toni e le modalità delle recenti critiche dei DS elbani a Legambiente, in merito all’ istituzione delle Aree Marine Protette, rappresentano un elemento di rottura incomprensibile ed autolesionista. Si può pensarla anche diversamente a sinistra, ma occorre sempre cercare di far prevalere la ricerca dell’ unità sui personalismi, né si può pensare che il ruolo di un movimento associativo possa essere piegato a stringenti logiche di schieramento (ammesso che ciò abbia ancora senso per i partiti, se si prescinde dai contenuti...) E’ quindi sulla proposta politica - se si è in grado di farla - che si possono e devono incalzare alleati e avversari politici, soprattutto in una situazione nella quale ambientalismo ed ecologismo sono - per fortuna - diventati abbastanza trasversali. Con sterili polemiche all’interno del centrosinistra, si corre quindi il rischio paradossale di far passare la bandiera “ verde&blu” dalle mani che hanno piantato le magnolie a quelle che le hanno segate: cosa dovranno infatti pensare i cittadini (ormai dimentichi dell’ombra in calata) se vedranno solo Comuni di centrodestra chiedere l’istituzione delle aree marine protette? Che è più ambientalista la sinistra perché dice “sì ma non ora perché ci vuole la concertazione..”? La Comunità del Parco, ad esempio, non è commissariata ma era ed è in catalessi, ed è un organo di concertazione : siamo forse stati capaci (noi tutti di centrosinistra, i componenti e partiti) di incalzare con proposte, di sviscerare il Piano di Sviluppo Economico e Sociale? Di coinvolgere in ciò i cittadini? Sul Parco Nazionale, stiamo ancora fermi all’ antibarbettismo, aspettando le calende greche del (giusto) ricorso al Tar della Regione, delle prossime elezioni amministrative o di quelle del 2006? Oppure c’è lo spazio per una iniziativa politica unitaria del centrosinistra, locale e regionale, che metta subito al primo posto la risorsa ambiente all’Elba e quindi la necessità di un Parco al più presto operativo al 100%, con idee e progetti, trasformando un Commissario in un Presidente con direttivo ed eventuale giunta? Proviamoci, almeno. Chi ha a cuore la creatura, non la strattona coi rischio di farle male, ci insegna Brecht nel Cerchio di Gesso… Come Verdi da tempo sosteniamo che tutta l’ Elba - e l’ Arcipelago - nel Parco sia il passo giusto (calibrando Parco ed aree contigue), e che terra e mare insieme possono rappresentare un’ opportunità maggiore, se non vi sarà lo scambio ‘furbesco’ meno parco a terra contro le aree marine protette . Siamo quindi lieti che finalmente queste proposte di sviluppo vengano avanzate anche dal Parco; si tratta di vigilare che non siano fuochi di paglia. Il confronto nel centrosinistra su una delle Istituzioni fondamentali per la qualità dello sviluppo qual’ è il Parco (in una fase tra l’ altro di lancio di laboratori programmatici unitari), ci sembra l’ unico modo per ricucire uno strappo che rischia di ampliarsi, uno strappo che non conviene all’ Elba e che non conviene al centrosinistra neanche elettoralmente: che ambiente sia sinonimo di economia e ricchezza è infatti un nesso sempre più consolidato nel sentire comune.


bosco piane al canale

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