E’ andata meglio che in altre occasioni: la chiazza oleosa rinvenuta nelle prime ore di Martedì in un tratto di mare situato a largo della costa nord-orientale dell'Isola d'Elba, si è rivelata meno estesa di altre “zattere di catrame” che si sono avvicinate alle coste elbane, quando non le hanno sporcate in passato. La striscia di idrocarburi si è rivelata di relativa ampiezza e della lunghezza di circa un miglio estendendosi dal traverso di Capo Vite fino a quello dei “Rossi” di Monte Grosso in pratica parallelamente rispetto alla rotta dei traghetti da e per il continente. Il fenomeno che si era stato segnalato da diportisti ha visto impegnata nelle operazioni di disinquinamento una unità navale della Società Castalda coordinata dalla Capitaneria di Porto del capoluogo elbano. Il rimorchiatore antinquinamento “Marea” ha comunque impiegato circa un’ora per assorbire dalla superficie marina la sostanza oleosa in galleggiamento. Circa l’origine dell’ultimo inquinamento il Comandante della Capitaneria di Porto non ha escluso né la possibilità di essere di fronte ad un rilascio di acque di sentina da parte di qualche natante né quella che le sostanze oleose possano essere accidentalmente fuoriuscite da qualche deposito collocato sulla costa. Da rilevare che, giusto una settimana fa c’era stato un incontro tra il Presidente del Parco Mario Tozzi, la Comunità Montana e gli amministratori del Comune di Campo nell’Elba le cui coste erano state nelle passate stagioni martoriate da ripetuti fenomeni di inquinamento anche di rilevante entità. In quella occasione il PNAT aveva accolto la richiesta di farsi carico di acquisire una dotazione di “panne antinquinamento” da destinare alla Protezione Civile del versante (che aveva operato proficuamente nelle emergenze già verificatesi) e di accelerare la installazione degli strumenti di monitoraggio elettronico dell’area marina tra le coste meridionali elbane il canale di Corsica Pianosa e Montecristo, che oltre a risultare essenziali per il contrasto della pesca di frodo, potrebbero tornare utili per la individuazione di chi si rende responsabile di episodi di inquinamento delle acque.
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