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Pesci controcorrente

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 22 aprile 2008

Se non sono chiare le ragioni di una sconfitta si rischia di dare risposte sbagliate alla crisi che investe la sinistra. Le ragioni, le responsabilità della sconfitta sono tante. In questi giorni ognuna ha esplicitato la propria analisi: prospettive confuse, appello al voto utile, mancanza di strutture, mancanza di locali dove riunirsi, assenza politica dai posti di lavoro, incapacità di raccogliere le delusioni del governo Prodi ecc.. Ricondurre però, come fa il Partito della Rifondazione Comunista elbano, i motivi della sconfitta solo all'appello al voto utile del PD è semplistico, sterile, superficiale. Forse è comodo dare la colpa delle nostre disgrazie agli altri, magari per consolarci meglio. Ma è così? Il PD viene dipinto da Rifondazione come il nemico numero uno della sinistra e in particolare dei comunisti. Ma è proprio così? Rifondazione Comunista ha appena dato il ben servito al coordinatore elbano della Sinistra Arcobaleno, Adriani, e decide di interrompere il percorso fatto assieme sino alle elezioni. E' questa la via per far nascere una grande partito della sinistra italiana dopo l'abbandono dei DS? Cosa proponiamo alle cosiddette "Masse Popolari", come li chiama ancora Bertinotti, oltre ad un drappo rosso e a una canzone storica come Bella Ciao a cui siamo ovviamente tutti legati? Quale progetto di Paese vogliamo mettere in campo per ottenere la fiducia di una grande parte di quelle Masse a cui è rivolto il nostro pensiero? Ripeto quello che più volte ho detto: sono stufo di una sinistra che mira solo alla testimonianza dei propri valori. Voglio una sinistra che incida nelle scelte politiche guidata dai valori per cui abbiamo lottato tutta una vita. Voglio una sinistra di governo. E la via non è certo quella dell'isolamento. Il mondo attorno a noi cambia e bisogna adottare le strategie più adeguate a questi cambiamenti. Non ci possiamo permettere il lusso di stare fermi a guardare mentre tutto attorno a noi cambia. La storia della sinistra italiana da Gramsci a Berlinguer è fatta di divisioni ma anche di ricerca delle giuste alleanze per l'affermazione dei principi di democrazia e di uguaglianza. Riprendendo un recente intervento di Fulvia Bandoli, che mi trova totalmente d'accordo, "vedo moltiplicarsi in questi giorni convulsi appelli di ogni genere ma ciò che li accomuna e un dato chiaro: la richiesta di tornare ognuno nei propri accampamenti e nei vecchi perimetri culturali. Il solito ritornello che vuole i comunisti con i comunisti, i verdi con i verdi, i socialisti con i socialisti..ripropone solo la congenita e maledetta incapacità delle varie culture della sinistra italianaa stare insieme. E' una resa. Credo che ognuna di queste culture politiche per quanto ben organizzata non possa, da sola, andare da nessuna parte. Temo che andrebbe verso il suo fallimento". C'è bisogno di un soggetto politico nuovo che assommi tutte queste culture. Un progetto nuovo del Paese che vogliamo. "Ripartiamo dal territorio, dai gruppi unitari che si sono formati in tante realtà, dalle case della sinistra, dalle associazioni che sono disponibili, dagli eletti nei comuni, nelle province, nelle regioni, costruendo attorno a loro partecipazione, legami con il territorio e discussione politica". Ecco cosa bisogna fare per rimetterci in cammino. Salvatore Insalaco Caro Salvatore anch'io ho letto come te il comunicato di Rifondazione come un mezzo passo indietro, o meglio come il frutto di una mediazione, e mi sforzo di capire pure le ragioni di chi è tentato di ricercare "la tana", pur essendo convinto personalmente che la sinistra non abbia reali alternative rispetto al processo unitario. Ma è tempo, proprio perchè siamo ad un passaggio nodale, di tenere i nervi a posto e la testa più lucida che mai. Stasera ho ascoltato Vendola e mi ha convinto, spero che convinca anche i nostri compagni del suo partito, spero che i congressi messi in calendario da Rifondazione e Comunisti Italiani si chiudano nel segno dell'apertura e si possa al più presto riprendere a lavorare tutti insieme, raccogliendo il non poco di positivo che secondo me è emerso in questi mesi. Spero per i 30 ragazzi di Marciana Marina che la Sinistra Arcobaleno rimanga, che continui a esistere come soggetto politico, anche se non più delegato a decidere in nome delle strutture di partito, che continui a lavorare, che sia (sempre citando Vendola), per iniziare uno strumento di quella comprensione della società che evidentemente ci ha fatto difetto, strumento di azione e penetrazione culturale, "scuola" di confronto e di politica. Io non me ne torno a casa perché (o merda o beretta rossa) la mia casa è la sinistra tutta intera con le sue speranze, i suoi pregi ed i suoi limiti, senza tornaconti e furberie di piccolo cabotaggio e se sinistra non sarà, pazienza, non avrò casa. Posso sopportare di essere diventato extraparlamentare a 60 anni, non mi sgomento nel ripartire dai piccoli numeri, e neanche di lavorare per un futuro che man mano che il tempo passa sarà sempre meno mio, in politica (nella politica solidale) come in campagna si piantano alberi di cui non si coglieranno direttamente i frutti, è la logica, anzi il trionfo della vita che si replica. Ma ho bisogno di lavorare per un disegno grande e ambizioso, per una sfida, non mi serve né la coperta di Linus di un partitino, né la via di una onorevole ritirata. Confido, ripeto, nella voglia di saltare controcorrente, rispetto al fiume delle banalità e rispetto al torrente delle paure, dei pesciolini rossi marinesi e degli altri sparsi per l'isola e per l'Italia.


salmoni controcorrente

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