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A sciambere gladiatorio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 21 marzo 2008

Mi mancavano gli editoriali satirici di Sergio Rossi, caustici e dai richiami colti, a modo loro affettuosi (molto a modo loro). L’ultima volta che tutti abbiamo sentito con Rossi dei Campi Elisi, l’aldilà degli antichi romani, è stato nel film di Ridley Scott “Il Gladiatore”. Il riferimento di Rossi pare suggerire che come lì c’era Massimo Meridio-gladiatore a combattere per l’universale Roma, qui abbiamo Stefano Martinenghi-supermen a combattere per la sopravvivenza della universale Civiltà Italiana: con l’imprimatur del Manzoni e dell’imperatore prussiano Federico II, detto “Il Grande”. Convengo con il Rossi: “hai detto steccolo!”. Oltre a divertirmi per l’inimitabile sceneggiatura dei Campi Elisi (te l’avevo detto te l’avevo, Sergio, di presentatti al mì povero babbo Italo prima che se n’andasse ma tu n’a’ voluto sentì e mò t’arangi!) “Il Gladiatore”e la Storia insegnano che ogni civiltà perde la sua grandezza – poi la sua ricchezza e tutto il resto per dissolversi infine demograficamente in altri popoli immigrati – quando i valori sani della tradizione cedono il posto al favoritismo, al nepotismo, all’ingiustizia. Si chiama corruzione ed è un cancro che un po’ alla volta intacca anche le famiglie, dove – visto l’andazzo generale – alla fine si istruiscono i figli ad essere furbi più che bravi, a cercare la raccomandazione invece della capacità, a chiudere un occhio ed anche due per non avere problemi. Come avviene oggi in Italia, Elba inclusa, sempre più spesso. Così sta cessando una civiltà millenaria alla quale tutti i popoli europei hanno per secoli attinto - non solo nelle arti, ma ancor più nel diritto, nelle scienze, nell’architettura ed ingegneria, nella medicina - per edificare gli ordinamenti ed i saperi degli stati Europei e dell’intero occidente. Non è opinione mia, è Storia. La insegnava nelle università USA uno dei maggiori intellettuali del ‘900, Giuseppe Prezzolini, nelle lezioni poi pubblicate nel libro “l’Italia sta finendo, ecco quel che resta”ed. BUR tradotto in tutto il mondo, che dovrebbe divenire testo obbligatorio nelle scuole. Ho dunque fondato Civiltà Italiana con altri amici che la pensano allo stesso modo – come Panto del “Progetto Nord Est” in Veneto - perché non siamo rassegnati e pensiamo che qualche idea per migliorare in modo visibile la vita dei cittadini, a partire dai paesi, sia realizzabile. Noi abbiamo adottato il sistema del fundraising network che offre un lavoro part time remunerato ai giovani per raccogliere fondi da destinare ai circoli sportivi dei ragazzi, alle associazioni che sostengono in Italia gli orfani, i malati, gli anziani, l’ambiente, la ricerca; che attuano concorsi scolastici patrocinati dal Ministero e dagli Uffici Scolastici Regionali per rieducare i nostri figli alle arti ed ai valori della nostra tradizione: ciò che il mondo ci ha sempre ammirato e chiama Civiltà Italiana, la base del made in Italy. Si facesse anche all’Elba sarebbe bello ed utile (lo scrivo da elbano, non da lumbard come scrive Rossi, che ad apprendere che al nord i lumbard mi chiamano “l’elbano” rimarrà sgomento). Infine ho avuto l’incoscienza di proporre a Berlusconi, Tremonti e Ghedini un progetto politico ispirato ai valori di Civiltà Italiana, per riunire movimenti regionali e giovani del non profit. “Mecojoni!” devono avere sbottato i tre, ignari del copyright del Rossi, prima di accogliere almeno le indicazioni sui valori per il programma PDL. Aspettiamo che maturino le nespole e ne riparleremo, caro Rossi. Suo Stefano Martinenghi Facciamo un patto tra gentiluomini: io contengo la mia replica in tre righe tre, e morta lì, così evitiamo di dare la stura a una serie di "megapippettoni" incrociati che indurrebbero i non pochi lettori elbani ad una serie di sbadigli da sciagattamento genitale che uniti potrebbero causare uno spostamento d'aria tale da determinare diffusi casi di broncopolmonite sulla costa toscana. Ecco le mie tre righe: Dolente ovviamente per la dipartita del babbo. Il Federico II° a cui mi riferivo era il colto svevo-palermitano, i prussiani in genere mi provocano allergie con "erezioni cutanee". Gladiatore? No grazie! Devo declinare il titolo, tenuto conto che così si chiamavano dei figuri che, in violazione della Costituzione, venivano pure pagati coi nostri soldini, per essere pronti, al momento opportuno, a portare qualche cittadino democratico in galera (magari in nome dei valori di qualche pretesa civiltà europea) e tenuto conto che avevo buone probabilità di essere tra i catturandi. Gladiatore sarà lei! (scherzo ovviamente)


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