Venerdì 22 febbraio, Portoferraio Sono uscito da scuola verso le undici. La giornata era splendida: profumata e con un sole tutto tondo che spaccava i sassi. Sono uscito dopo aver costretto i miei alunni ad una lettura an plain air del romanzo di Remarque ed aver notato che, effettivamente, tutta quella sacrosanta tragedia antimilitarista nelle trincee della Grande Guerra contrastava vivacemente con il cielo azzurro, il campetto da basket in cui eravamo seduti, il nostro fidato gabbiano che gridava da sopra il lampione, ma, soprattutto, faceva a cazzotti con le facce imberbi dei miei studenti, i quali, ancorché interessati e attenti, lanciavano sguardi languidi e pieni di speranza verso il mare, al di là di Rio Marina. Così al suono della campanella e di tanti urrà liberatori, ho preso le mie cose e ho salutato tutti. Fuori i soliti gatti da battaglia, un po’ randagi, tutti acciaccati, con gli orecchi mangiati e gli occhi pesti mi hanno accompagnato miagolando fino alla macchina, ho messo in moto e ho affrontato piuttosto energicamente i ciottoli del Volterraio. Obiettivo: giungere pressappoco in orario alla conferenza stampa organizzata per pubblicizzare e lanciare la rassegna cinematografica, Le isole dentro e intorno a noi, che partirà giovedì prossimo (ovvero il 28/02/08) presso l’Auditorium De Laugier di Portoferraio. Nella Sala Consiliare mi aspettavano Chiara Scalabrino, appassionata organizzatrice dell’evento, l’assessore alla cultura Marino Garfagnoli, la responsabile dell’associazione Exodus e due o tre giornalisti locali che annusavano l’aria e si srotolavano le sciarpe. Le portefinestre erano aperte e in controluce si agitavano fini granelli di polvere che Napoleone, ritratto a figura intera da François Gerard, guardava con severità imperiale dalla parete della sala. Ci siamo seduti. E la conferenza è iniziata. Sono un insegnate livornese, tutto sommato abbastanza giovane, che è stato catapultato oltre mare dalla casistica imprevedibile della graduatorie ad esaurimento e che, nelle settimane settembrine del fu 2007, vagando disordinatamente sulle coste elbane, si è imbattuto in una locandina che trattava, anche quella, di una rassegna cinematografica. Tema: Napoleone Bonaparte. Uno dei più allucinati guerrafondai dell’età moderna. Dunque sono andato e lì ho conosciuto Chiara ed ho iniziato con lei una collaborazione che, con il sostegno dell’assessorato alla cultura del comune di Portoferraio, con il sorprendente contributo di Simona Sabbioni ed altre realtà locali, ha prodotto, appunto, la serie di incontri cinematografici di cui questo articolo dovrebbe parlare, ma che stenta ancora a fare. “La rassegna Le isole dentro e fuori di noi. Da Rossellini a Salvatores”, recita un po’ seriosamente l’opuscoletto stampato in centinaia di copie e che dovrebbe già circolare sul suolo elbano, “affronta la tematica dell’insularità mediterranea, del rapporto tra l’uomo, il mare e il territorio dell’isola”. Il criterio con cui le pellicole sono state scelte comprende “tre aspetti complementari: la rappresentazione che alcuni grandi registi italiani hanno restituito dell’esperienza umana dell’insularità (…), la riflessione che essi hanno sviluppato sulla relazione esistente tra l’uomo ed i confini (…), la riproduzione filmica dello sguardo incantato e aperto che l’uomo lancia da sempre oltre gli orizzonti geografici”. In altri termini prosaicamente più efficaci: l’isola è il luogo per eccellenza in cui l’uomo ragiona e sogna altre vite possibili al di là dei confini territoriali, è un luogo privilegiato perché, come diceva qualcuno, su un isola il confine è fisicamente percepibile, per passarlo anche l’uomo filosoficamente più elevato si bagna necessariamente i piedi. Ecco che l’isola è la terra nella quale si sogna, si cresce e si fugge (Padre Padrone dei fratelli Taviani, L’isola di Arturo di Damiano Damiani), è l’universo diverso e ostile di Stromboli terra di Dio di Roberto Rossellini, è il mondo roussoiano e rappacificante di Mediterraneo di Gabriele Salvatores, è il territorio isolato, anti-geografico e mitico di Respiro di Emanuele Crialese, il luogo poetico che partorisce poesia de Il Postino di Michael Radford, l’orizzonte riflessivo tipicamente antonioniano de L’avventura, è, e finiamo questa carrellata onnivora e mozzafiato in cui ho compresso tutti i film della rassegna, la riva leggendaria e documentaria, questa sì esclusivamente elbana, della dolcissima opera di Paolo Mercadini. Ma perché proprio l’isola e il mare? La tematica è effettivamente prevedibile, dato che, beh, la rassegna si svolge su un’isola, l’isola d’Elba appunto. Ma è anche un tema che appena mi venne proposto ho sentito molto vicino e, come me, immagino tutti quelli che si sono seduti e si siedono davanti al mare a fantasticare un po’, a fare il gioco dell’ “immagina se…”. Io per esempio c’ho passato un’intera post-adolescenza a giocare a questo gioco. A Livorno la seconda attività preferita del giovane perfettamente inserito in società è quella di passare le calde serate primaverili ed estive al moletto - attività che deve essere celebrata soltanto dopo aver praticato la prima, ovvero cuocersi al sole e mostrare muscoli tesi e tatuaggi nuovi di trinca. A Livorno i vari moletti (quello di Ardenza, il moletto Nazario Sauro e, per i più ganzi, il moletto di Antignano) sono veri e propri luoghi di incontro, momenti di socializzazione imprescindibili per una sana e scombussolata crescita adolescenziale. Ci si trova con gli amici, si beve, si fuma, si incontrano le ragazze, ma soprattutto si guardano le barche ormeggiate e si parla di quanto la città labronica e provinciale faccia schifo e di come saremo capaci di trovare, parafrasando Vinicio Capossela, nell’esilio la nostra celebrità. E da qui, di solito, partono vere e proprie gare di immaginazione, leggermente stimolate dal fumo e dall’alcool, e che spesso producono vere e proprie narrazioni ai confini della realtà. Speranze che i più romantici tendono ad enfatizzare guardando il mare e le navi in rada fuori dal porto, mentre i più brutali disfano in un batter di ciglia, facendo osservare alla comitiva la consistenza marmorea del didietro della tal dei tali con l’espressione efficacissima del “Boia deh! Che culo c’ha lei lì”. Poi, ad una cert’ora, quando il giovane livornese è ormai completamente scombussolato da tutto quel pensare al futuro, il gruppo si scioglie ed ognuno torna a casa con una sensazione virziniana di “un ovo sodo che non va né su né giù”. Come il copione socio-economico vuole, pochi riescono seriamente a passare l’oltre di quell’orizzonte, i più si rassegnano e si dedicano completamente ad abbronzatura e tatuaggi, gli altri, i poveri disgraziati, rimangono sul molo a guardare le navi in rada fuori dal porto. Detto questo, ricordo che Giovedì 28 febbraio alle ore 21:00 presso Auditorium De Lauger di Portoferraio, la rassegna cinematografica Le isole dentro e fuori di noi. Da Rossellini a Salvatores si aprirà con la proiezione di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto di Lina Wertmuller. L’ingresso è gratuito.
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