Con i muscoli delle gambe sanamente doloranti mi accingo a scrivere questo reportage, o meglio diario pubblico, di una piacevole giornata. Domenica mattina: cielo grigio scuro su Portoferraio, ma guardando verso ovest si scorge una striscia di azzurro, che fa pensare alle cime occidentali svettanti nel sole. Un invito alla passeggiata del granito di oggi che esplorerà proprio il far west dell’ isola. Arrivo in netto ritardo, ma Ruggero e gli altri del Viottolo hanno aspettato i molti esitanti davanti alla chiesa di Chiessi. Non siamo in moltissimi, una quarantina di audaci, la maggior parte dei quali (qualcuno viene da Rio Elba, da dove non si vede il cielo sopra Pomonte) hanno deciso di partecipare nonostante la probabile pioggia. Il consiglio di una neofita è: evitare la tecnologia durante il trekking. Proprio nei primi passi sto tentando di inviare un messaggio col cellulare e, non guardando per terra, poggio il piede su un sasso coperto di erbino allo stato nascente e mi ritrovo stesa bocconi. Qualcuno ridacchia, qualcun altro si allarma, ma niente paura, coraggiosamente si procede. La fila degli escursionisti va avanti di passo spedito, lungo un sentiero stretto che inizia abbastanza dolcemente, ma poi si inerpica ripido per arrivare a quota 450 m. L’ultima della fila sono sempre io, un po’ per il fiatone dovuto all’ età e alla mancanza di allenamento, un po’ per la curiosità che mi trattiene a guardare il muschio sulle rocce, una pietra rosata, un’ intrusione di una pietra bianca in mezzo al granito, le cacchine dei mufloni. Dietro di me solo un cane che si è allontanato dal gruppo per rincorrerli. Una guida molto discretamente resta indietro per aspettarmi ed eventualmente soccorrermi. Arrivati alla meta un paesaggio che si potrebbe dire mozzafiato se il fiato non lo fosse già abbastanza: i resti del muro della chiesetta di S. Bartolommeo, che fanno da quinta, insieme ai massi di granito, alla visione un po’ sfumata, in lontananza, di Montecristo da una parte, a quella più netta di Pianosa, della Corsica, di Capraia dall’altra. Quando arrivo io è già un po' che il Galli, albergatore illuminato e fortemente impegnato nella salvaguardia del patrimonio di questo versante, sta spiegando come il muro rischia di crollare un po’ alla volta per gli agenti atmosferici e umani, quando una signora del gruppo propone di portare durante una futura passeggiata, ognuno un mattone, un embrice, insomma il materiale necessario per proteggere questa testimonianza del passato e l’oratore riprende con entusiasmo l’idea, proponendosi di chiedere alle istituzioni di fornire il materiale e affidare il suo trasporto ad un evento di volontariato ambientale con gli escursionisti del Viottolo. Io spero che gli over 60 siano portatori solo simbolici. La parte più piacevole dell’escursione è la sosta in questo fantastico scenario, le chiacchiere con amici che in queste passeggiate si trovano sempre, anche se ci vai da sola. Si immaginano gli abitanti di questi posti, che nel medioevo raggiungevano la chiesetta, e quelli di tempi molto più recenti, fino a 50 anni fa, che arrivavano quasi fin qui tutti i giorni a coltivare le viti, fra noi c’è qualcuno che lo ricorda ancora. Si riflette su come l’Elba, dove a chi viene dalla città manca sempre qualcosa, offra però una magnifica possibilità di tenersi in forma godendo della bellezza della natura, senza dover soffrire nel chiuso di una palestra o di una piscina. Il ritorno è più leggero, la discesa più dolce e in pieno sole verso Pomonte, lungo le pareti di granito si possono vedere i resti dei vecchi terrazzamenti, lungo la valle un vecchio magazzino, una cappellina ricavata in una cote. Io, attratta da tutte queste cose, mi fermo continuamente e il gruppo in fondo alla discesa è fermo ad aspettarmi. L’ultima parte della passeggiata è il sentiero fra Pomonte e Chiessi, che inizia fra piante di fichi d’India e raggiunge il piccolo cimitero sul tramonto. Nel tornare a Portoferraio, arrivo per ultima anche al carnevale di Carpani, in un fuggi-fuggi generale a causa di una breve pioggia. Ma dopo poco la piazza davanti ai giardini si riempie di nuovo di bambini mascherati da Gormiti e da orsetti e da genitori che si gustano ottimi frati , frittelle e cioccolata calda, degna conclusione di una giornata di tempo variabile
s bartolommeo 1 chiessi
s. Bartolommeo 2 patrizia cade
s. bartolomeo 3 cacche muflone
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bartolommeo galli granito muro
bartolommeo patrizia muro
bartolommeo sosta chiacchiere
bartolommeo fichi dindia
carnevale matteo
bartolommeo sosta