"La storia insegna (ma non ha scolari)" Questa citazione di Gramsci apre e chiude il libro di Roberto Dall' Olio, un' opera che verrà presentata sabato 26 gennaio a Portoferraio (sala consiliare, ore 17,30), secondo appuntamento del ciclo di incontri promosso dall' Assessorato alla Cultura del Comune di Portoferraio (saranno presenti, oltre all' autore, la poetessa Alessandra Palombo e l' assessore alla Cultura Marino Garfagnoli). Ed è appunto il filosofo Antonio Gramsci, critico letterario, politico fondatore del partito comunista italiano, scomparso 70 anni fa (46enne, dopo 7 anni di carcere fascista ), ad accompagnare questo viaggio nella memoria del 'secolo breve', quel novecento che scorre nelle parole mai scontate di questo volumetto, un poema civile che intreccia alcuni grandi fatti storici con la vita di ogni giorno e con la descrizione di affascinanti paesaggi, soprattutto italiani. Per fugare il pensiero che ci si possa trovare di fronte ad un libro 'ideologico' bastano le poche righe in quarta di copertina: " cosa è stato il novecento / molti ideali sono stati sogni / che hanno generato mostri / dal comunismo è uscito Stalin / dal capitalismo il disastro ecologico / dal benessere la noia consumista / dalla libertà un freddo egoismo / dalla solidarietà una competizione spietata / dal libero amore lo sfruttamento / dall' uguaglianza una viscida disparità / dalla democrazia uno strisciante dominio. " Sguardo critico, dunque, attraverso il quale ricordare alcuni snodi della storia, per tramandarne la memoria e, con essa, la possibilità di essere cittadini consapevoli. A ridosso della Giornata che ricorda la Shoa, leggendo questo 'poema civile' scopriamo che, davvero, "la forma poetica è la più adatta per tramandare la memoria" , come ci ricordava anche la scrittrice e poetessa austriaca Ingeborg Bachmann (http://www.geocities.com/mellowsoundx/inge-bachmann-versi.htm) che, dodicenne, vide nel 1938 la sua città, Klagenfurt in Carinzia, invasa dai nazisti. Le suggestioni dello scrivere di Dall' Olio ci riguardano, ci fanno ri-conoscere e ri-amare o immaginare i paesaggi e l' incredibile natura che ci appartiene; ci fanno scoprire che certi fatti drammatici di 25-30 anni fa si sono conficcati così bene nella nostra memoria da illuminare con precisione ciò che si stava facendo nel momento in cui l' abbiamo saputo ( l' uccisione di Moro, la strage di Bologna, l' 11 settembre ) . I paesaggi e i loro dominatori, fino a quelli con ' i missili all'amianto', l' Europa che scompare dalle navi che portano gli italiani in Patagonia e riappare dal mare senza pietas dei clandestini e nei cantieri del lavoro nero, viaggi di un'umanità che sopravvive quando va bene e viaggi della memoria nei quali si intrecciano ricordi di vita quotidiana che sentiamo anche nostri . Il libro non da giudizi, cerca anzi di vedere l' ombra che fa la luce, come nei ricordi del '43 della donna di Cassino. E poi il dramma del socialismo senz' anima dell' est e di Tien An Men , la distruzione ambientale di un capitalismo senza regole, i terrorismi, e l'Europa stretta tra Altiero Spinelli e Sarajevo, l' America affogata nel fango di New Orleans, il ricordo dell' ambientalista e pacifista svedese Anna Lindh, presidente del Consiglio d' Europa , uccisa nel 2003 e dimenticata troppo presto. L' 11 settembre e i continenti che implodono per troppo consumo o per fame. E' difficile dare il senso di un viaggio fatto di tutti i viaggi, un viaggio attorno ai fatti del mondo fleshati con parole essenziali: e Gramsci commenta i 40 'libri' di cui si compone l' opera di dall' Olio, sta lì con quell' idea di democrazia sociale che pare essere ancora la sola possibile per non cedere ai fanatismi e alla violenza. E ' un Gramsci pessimista : con la ragione ci dice che la storia insegna ma non ha scolari; l' ottimismo della volontà tocca a chi è rimasto, con in testa una frase di Cicerone letta per caso: "Non sapere che cosa è avvenuto prima che tu nascessi è per te restare come bambino".
gramsci